Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

La messa in scena libera Carmen dal bric à brac folcloristico, dai colori sgargianti e dalla sensualità volgare e ne fa il ricordo onirico di una storia tragica, aspra e cruda. La realizzazione musicale unisce l'eleganza e la leggerezza dell'opéra-comique alla fatalità, alla passione e alla disperazione.

L'allestimento del "Falstaff" posto in apertura di stagione al San Carlo è stato annunciato dal sovrintendente Lanza Tomasi come un ritorno alla normalità, rispetto alle regie "d'artista" proposte da quasi tutte le nuove produzioni degli ultimi anni.

Valery Gergiev, con i solisti e l'orchestra del Teatro Marinskij splendidamente affiancati dal coro dell'Accademia di Santa Cecilia, ha eseguito il Boris Godunov in una versione assolutamente fedele alla prima stesura (1869), accostando le due orchestrazioni, una sera quella originale di Musorgskij e la sera dopo quella di Shostakovich: un confronto intreressantissimo, che rivela come si tratti di due concezioni profondamente diverse.

Con qualche intervento la "Commedia con musica in un atto" di Stephanie e Mozart è diventata inaspettatamente un'opera di successo: per questo risultato si può, una volta tanto, non essere troppo rigidi in tema di filologia

Opera Rara riscopre un'altro gioiello dimenticato nel repertorio dell'opera italiana di inizio ottocento.

La tanto attesa nuova collaborazione tra Adams e Sellars, da mesi accompagnata da una onnipresente propaganda mediale, rivela contemporaneamente la grande forza e i molti limiti di una concettualizzazione estetica tutta basata e legittimata dalla vis trainante di utopia e "globalizzazione" artistica. E anche se il risultato non convince, il pubblico entusiasta porta a casa stimoli a non finire e un messaggio di nobile semplicità e immediatezza.

Il centenario della nascita di Sostakovic trova in Italia il suo momento più intenso nell'Omaggio dell'Accademia di Santa Cecilia, aperto da Valerij Gergiev alla testa dell'Orchestra ceciliana e della compagnia di canto del Teatro Mariinskij.

In tournée per festeggiare il suo sessantesimo anno di età, la Royal Philarmonic, diretta da Charles Dutoit, fa a Napoli una delle sue poche tappe italiane e trova un San Carlo pieno e plaudente come nelle grandi occasioni. L'attesa è soprattutto per Martha Argerich, che il programma della serata prevede impegnata nel Concerto in Sol di Ravel,pezzo forte del repertorio che la pianista argentina suona praticamente da sempre.

Coprodotta dai Teatri del Circuito Lirico Lombardo, dopo la prima al Sociale di Como, la nuova Tosca firmata De Ana arriva a Cremona.

A Firenze l'Elias di Mendelssohn coprodotto dal Teatro del Maggio con il festival giapponese Saito Kinen, in un'insolita forma scenica, con José van Dam protagonista, nell'allestimento di Jean Kalman, una Terra Desolata dove si combattono idolatria e monoteismo. Funziona ? forse non del tutto, ma sul podio c'è Seiji Ozawa per darci un Mendelssohn vibrante come mai

La direzione di Gianluigi Gelmetti dà all'orchestra di Wagner trasparenze di linee e di timbri ma così trasforma il dramma musicale in una sterminata sinfonia in tre movimenti, adagio-allegro-adagio.

Una nuova produzione tutta barese di Carmen inaugura la stagione della Fondazione Petruzzelli (repliche il 12 e 14 novembre; info:0805228010)

Il regista russo Sokurov dedica la sua nona "Elegia" alla lunga vita d'arte e di amore solidale tra il soprano GAlina Vishnevskaya e il violoncellista Mstislav Rostropovic: un'ode alla grande Europa che resiste, e testimonia arte e cultura

Il nuovo Otello della Staatsoper sembra disomogeneo, un mosaico di diversi pezzi che faticano a collimare. Il problema principale è che l'asciutta e incisiva lettura registica della Mielitz avrebbe richiesto interpreti con maggiori capacità drammatiche. Ma la produzione sta in piedi grazie alla lettura musicale di Daniele Gatti, dotata di una forza coesiva che accompagna cantanti e pubblico facendo dimenticare i problemi appena enunciati.

Interessante debutto di Laura Polverelli in Carmen, che viene riportata nell'autentico ambito stilistico dell'opéra-comique. Ma gli altri non sempre la seguono su questa strada.

Ribadendo la sua attenzione verso la produzione contemporanea, il Comunale di Modena ha aperto la presente stagione con la prima nazionale di "Love Counts", ultima fatica teatrale di Michael Nyman. Nel complesso l'opera appare un discreto lavoro, senza particolare pregnanza drammaturgica, ma piacevole all'ascolto. Bravi i cantanti, imprecisa la Michael Nyman Band. Non numeroso il pubblico in sala, ma generoso di applausi.

Il concerto ha lasciato un po' l'amaro in bocca, questo sia chiaro sin da principio. Nello splendido ed esauritissimo Piccolo Teatro Studio di Milano, il sesto spettacolo di Eurotribu 2006 - venduto correttamente come Rodrigo Leao (il compositore portoghese fondatore dei Madredeus) featuring Beth Gibbons (la storica cantante dei Portishead) – è stato appannaggio quasi esclusivo del primo.

Con un inno alla libertà – Fidelio: arte per la libertà, libertà per l'arte, come recita il titolo della mostra fotografica di Carles Francesc allestita in contemporanea – il Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia dà il via alla sua prima stagione d'opera, dopo un anno di rodaggio e la messa a punto di alcune defaillances tecniche che hanno molto migliorato la resa acustica della sala principale.

Caldo successo della prima italiana per il Romaeuropa Festival dello spettacolo di Robert Lepage, commissionato per il centenario del favolista danese dalla Fondazione Andersen.

Nell'ambito di una edizione inter-disciplinarmente assai ricca, il Festival Sinopoli di Taormina ha inaugurato la serie di tre concerti serali con una positiva performance di un ensemble interno, ben guidato da Fabio Maestri, impegnato in uno spaccato significativo della prima produzione compositiva di Sinopoli.

Come non succedeva da anni, la stagione di Santa Cecilia s'inaugura alla presenza delle maggiori autorità della Repubblica –Napolitano, Rutelli, Veltroni, e gli assessori alle Regione ed Enti locali

"Les Troyens" di Berlioz tornano sul palcoscenico di Bastille, dopo l'inaugurazione del 1990. Ma si tratta di una nuova produzione. La regia di Pizzi ha lasciato il posto a quella di Herbert Wernicke, morto nel 2002, il cui lavoro è stato ultimato da suoi collaboratori. Sul podio Sylvain Cambreling che purtroppo propone una lettura assai poco chiara della partitura dove si perde la monumentalità di Chung o Gardiner. Splendente Deborah Polaski.

Una produzione molto annunciata e discussa, già evento prima di andare in scena: e si tratta infatti di un ottimo spettacolo, teso e intenso, assecondato dalla bacchetta duttile di Lü Jia e dalla bella prova dell'orchestra e del coro del Regio.

"Giulio Cesare" sotto la direzione di Christophe Rousset inaugura agli Champs Elysées un ciclo Haendel che comincia in tono minore. Delude Irina Brook. Anche Les Talents Lyriques non sembranon in grande forma. Eccelle invece Rosemary Joshua nei panni di Cleopatra, accanto ad un Andreas Scholl ormai opaco. Brave pure Sonia Prina e Alice Coote.

Unica Clemenza di Tito in Italia per il duecentocinquantenario di Mozart. Un'edizione di alto livello, per la intelligenza della proposta registica e per la qualità e la coerenza di tutti gli aspetti musicali.

Nel trecentenario della nascita di Baldassare Galuppi,il Teatro La Fenice ha reso omaggio al compositore veneziano con la prima esecuzione in tempi moderni de L'Olimpiade,opera seria in tre atti su libretto di Pietro Metastasio.Un allestimento giocato sul contrasto tra passione e contemplazione che restituisce l'intensità delle situazioni metastasiane, colte con raffinata capacità di introspezione psicologica da Galuppi.

Assente dal 1907, "Werther" torna sul palcoscenico del Teatro dell'Opera Giocosa quasi un secolo dopo. Conquista un meritato ed unanime consenso da parte del pubblico grazie ad un equilibrato connubio di scelte artistiche, capaci di coniare freschezza di idee registiche ad intenso spessore di prassi esecutiva. Molto espressivi Anna Caterina Antonacci e Fabio Previati; il giovane tenore Dmitry Korchak affascina la platea.

"Paolo e Francesca" di Luigi Mancinelli: un ritorno sulla scena per riscoprire i drammi lirici dei compositori di Bologna. Al Teatro Comunale, l'aspetto visivo ha rivelato atmosfere simboliste che ben si addicono alle ricercatezze timbriche e armoniche della partitura. Quelle stesse onorate dal concertatore Massimo Donadello. Accanto a lui, una soddisfacente compagnia di giovani cantanti: Elena Rapita, Giancarlo Monsalve, Sung Woo Bu, Enea Scala.

La rivisitazione attraverso una colonna sonora composta appositamente della versione cinematografica muta del Fantasma dell'opera crea uno spettacolo affascinante e quasi al di là del tempo

L'atteso debutto nel Don Giovanni di Dudamel alla Scala lascia perplessi, mentre viene contestato il regista Mussbach