Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

Michael Nyman e la sua band inaugurano i barocchi Giardini de La Venaria Reale, restaurati e riaperti al pubblico

Arena di Verona gremita decreta un grande successo di pubblico per il nuovo lavoro di Riccardo Cocciante. Grande spettacolarità con proiezioni tridimensionali. Un'opera giocata musicalmente su prevedibili formule melodiche, ripetute all'infinito. Compagnia di canto di giovanissimi, molto carica e motivata.

Per celebrare i quattrocento anni dell'"Orfeo" di Monteverdi la rassegna "Le Feste di Apollo" ha offerto una serie di appuntamenti – concerti e convegno – dedicati alla figura del mitico cantore, chiusa dall'esecuzione dell'"Orfeo ed Euridice" di Gluck, che ha visto impegnati I Barocchisti e il Coro della Radio Svizzera Italiana, guidati da Diego Fasolis al Teatro Farnese di Parma. Una esecuzione intensa, che ha raccolto gli applausi del pubblico

Il genio polivalente di Robert Lepage ha firmato il nuovo, bellissimo Rake's Progress dell'Opera di Lione, una produzione a più mani con i teatri di Bruxelles, San Francisco, Londra e Madrid.

Alle origini del melodramma con la Dafne di Marco da Gagliano: qualche dissenso ma un complessivo successo finale al settantesimo Maggio Musicale Fiorentino per la rilettura registica di Davide Livermore, consenso senza riserve per la conduzione musicale di Gabriel Garrido

L'ultimo nuovo allestimento della stagione della Staatsoper di Vienna è un Boris Godunow inedito, costruito combinando due versioni dell'opera. È una produzione di ampio respiro, a volte monotona, a causa di una regia statica e poco differenziata. Il Boris di Furlanetto è costruito più sul belcanto più che sulla drammaticità. Ottimi alcuni degli interpreti secondari.

Va in scena il Simone Boccanegra all'Opéra Bastille di Parigi sotto la bacchetta di James Conlon. Moltissimi i pregi di questa produzione, una delle ultime dell'era di Gérard Mortier. Sicuramente, il principale asso nella manica è quello del cast, in cui spicca il russo Dmitri Hvorostovsky nei panni dell'eroe eponimo. Bravi pure Stefano Secco, Olga Guryakova e Franck Ferrari.

Gli interpreti e l'Accademia di Santa Cecilia, hanno voluto dedicare alla memoria di Leonard Bernstein - che fu a lungo direttore onoroario dell'orchestra romana - l'esecuzione di uno dei suoi primi successi a Broadway, la musical comedy "Wonderful Town": sono state due orette di musica brillante e ricca di idee, che non lascia però la stessa impressione di Candide e West Side Story.

Con quasi dieci minuti di applausi, il pubblico festeggia il debutto del nuovo "Simon Boccanegra" all'Oper Frankfurt. Il direttore Paolo Carignani porta al successo una compagnia di canto, su cui domina il Simnone di Željko Lucic. Molto efficaci la lettura asciutta del regista Christof Loy e la bella scena di Johannes Leiacker, che evoca ambienti marittimi.

La seconda produzione operistica del Festival di Schwetzingen 2007 è dedicata al mito di Hassan el Sabath, il Vecchio delle montagne. Bernhard Lang compone una partitura ed un libretto che nella complessa frammentarietà ipertestuale restituisce le mille facce del mito. Convincono sia la realizzazione scenica di Delnon che quella musicale grazie alle ottime prestazioni dei solisti vocali e del complesso della Radio-Sinfonieorchester Stuttgart.

Boulez e Chéreau tornano a lavorare assieme a 30 anni di distanza dal leggendario Ring di Bayreuth. Lo fanno con un'opera ostica e di rara esecuzione, ma mostrando come precisione e varietà siano le chiavi per avvincere. Immenso successo di critica e pubblico.

Ha convinto tutti il nuovo Orfeo ed Euridice del Met, messo in scena e coreografato da Mark Morris.

C'è modo e modo di "reinventare" un balletto perduto, operazione in sé discutibile ma molto praticata, anche in Russia. La Compagnia del Bol'šoj ospite di Milano lo dimostra: tre atti di noia pedante, ancorchè con danzatori meravigliosi, per La fille du Pharaon di Lacotte; due atti di brio , invenzione coreografica, dotte citazioni per Il Limpido ruscello, il balletto che fece imbestialire Stalin nel 1935 e che Alexej Ratmanskij ha resuscitato.

A Gelsenkirchen debutta la raffinata opera da camera di Lucia Ronchetti su testo di Steffi Hensel. L'ottimo gruppo di 14 solisti vocali e la competente realizzazione musicale di musikFabrik convincono pienamente e decretano il successo dello spettacolo, accolto con favore dal pubblico.

Il Festival di Cremona Claudio Monteverdi ha inaugurato il cartellone 2007 con l'Orfeo. Molte le attese per il nuovo allestimento del Ponchielli. L'unico, in Italia, in questo anno di celebrazioni.

Dissonanze, festival che sperimenta i rapporti tra creatività e tecnologia in campo musicale, ha offerto un'anteprima con due pezzi elettronici di Karlheinz Stochausen, tra cui una novità assoluta appositamente commissionata.

Ryuichi Sakamoto ha inaugurato l'edizione 2007 del festival delle arti contemporanee "Futuro Presente", ospitato al MART di Rovereto e quest'anno dedicato a Bernardo Bertolucci. E proprio attorno alle colonne sonore di alcuni suoi film è stato costruito un concerto per trio che ha subito alcune imprecisioni violinistiche. Tra i numerosi brani fuori programma, le celebri melodie di "Sheltering sky" e "1900" hanno appagato un pubblico numeroso.

Un allestimento di efficace spettacolarità e ricco di spunti critici riesce a dilettare il pubblico anche se l'opera in questione è una rarità del repertorio. Il segreto di questo successo sembrerebbe celato dietro al divertito entusiasmo del cast, che ha saputo lasciarsi coinvolgere fino in fondo dal complesso e più che attuale mondo musicale e morale di Weill.

Il Festival di Schwetzingen apre con "Il Giustino" di Giovanni Legrenzi nella revisione critica di Thomas Hengelbrock, anche direttore. Assecondato da un ottimo gruppo di interpreti, il regista Nicolas Brieger racconta con misurata ironia la complessa trama del libretto di Nicolò Berengan. Pienamente convincente la prova del Balthasar-Neumann-Ensemble che ridà vita ad una delle partiture più di successo della seconda metà del Seicento veneziano.

A trent'anni dalla celebre edizione con Ronconi, il pubblico delle grandi occasioni affolla il Comunale di Firenze per il ritorno di Riccardo Muti nell'Orfeo ed Euridice di Gluck, stavolta in forma di concerto e in una visione ariosamente lirica e neoclassica. Daniela Barcellona è Orfeo

Jenufa torna alla Scala con la grande Anja Silja nelle vesti della Sagrestana

GENOVA. Daniel Oren e Micaela Carosi grandi protagonisti ieri della "Forza del destino". L'opera di Verdi mancava dalle scene genovesi dal 1970 e ha chiuso con un buon successo la stagione lirica di quest'anno. Lo spettacolo è stato dedicato alla memoria del grande violoncellista Rostropovich.

Inaugurata con "Gli uccelli" ("Die Vögel") di Walter Braunfesl la stagione 2007 del Teatro Lirico di Cagliari. Bandita come "degenerata", l'opera è volta al recupero della grande tradizione romantica tedesca. Più che Wagner e Strauss, il punto di riferimento di Braunfels è Hans Pfitzner, massimo rappresentante della musica "ariana".

Poulenc e Puccini, curioso abbinamento di due atti unici estremamente diversi tra di loro, con un eccellente cast vocale, un'orchestra attenta a fasi alterne e una regia poco attenta a differenziare le situazioni in cui sono ambientati i due lavori.

Variazioni da Sofocle: Ivan Fedele firma la sua prima opera, Antigone, su libretto di Giuliano Corti, che apre con netto successo, con la direzione di Michel Tabachnik e la regìa di Mario Martone, la settantesima edizione del Maggio Musicale Fiorentino, dedicata a "Mito e Contemporaneità". L'ingegneria sonora come risorsa poetica per evocare il mito. Monica Bacelli grande protagonista.

Presentata come gramde "evento", la Traviata di Zeffirelli non ha offerto, come prevedibile, nulla di memorabile, se non una cornice inutilmente sfarzosa a una esibizione della diva Gheorghiu che alternava l'ottimo e il mediocre.

Prende il via da Bologna la tournée bachiana di un'Orchestra Mozart, alla ricerca del proprio futuro. Più che un'orchestra compatta, l'esigenza contingente allinea questa volta un caleidoscopio di grandi solisti convenuti per sorridere insieme al suono di sei enigmatici capolavori

Per la stagione dei Pomeriggi musicali è stato presentato in prima assoluta il nuovo concerto per pianoforte e orchestra Not in My Name del giovane compositore milanese Filippo Del Corno, noto ai più per essere tra i fondatori del gruppo Sentieri Selvaggi. Il programma, intitolato 'Scozia e dintorni', prevedeva inoltre Tryst del compositore scozzese James MacMillan (per l'occasione anche direttore) e la Sinfonia scozzese di Felix Mendelssohn.

Questo allestimento si sostiene sul principio della compensazione: da una parte, una regia ridotta all'osso; dall'altra, una partitura mostrata nella sua essenza caleidoscopica. Il risultato è efficace, come se il teatro degli affetti traslocasse da tipiche ambientazioni eccessive verso il tavolo di un sezionatore alla ricerca delle dinamiche dell'immobilità.

Tra il 1923 di Walton e il 1932 di Poulenc, da una parte, e il 1981 di Renosto, dall'altra, i punti di contatto scarseggiano: invano il regista Tito Schipa jr cerca di crearli. Ma il bilancio dello spettacolo è comunque positivo, perché le partiture di Walton e Poulenc sono dei piccoli capolavori del primo Novecento e l'omaggio a Renosto era giusto e doveroso.