Alla IUC di Roma un concerto prezioso, raffinato e perfetto, ma anche scatenato e divertente,  dell’inossidabile duo pianistico

classica

L'Orchestra di Piazza Vittorio traduce Mozart nel suo linguaggio multietnico, dove tante tradizioni musicali si accostano, si sovrappongono, dialogano: il Flauto magico rivive come un'antica fiaba che passa di bocca in bocca da un cantore popolare senegalese a un musicista cubano a un cantante tunisino.

Una "Salome" fenomenale, con la regia di Robert Carsen, che con la direzione brillante di Noseda ci propone nel finale una anticipazione di Berg e Weill

La versione cameristica dell'opera per la prima volta in forma scenica in Austria: è questa la possibilità per un gruppo di giovani cantanti di raccogliere i frutti del loro lavoro, svolto da qualche anno nelle piccole scene della capitale austriaca, e mostrare al pubblico la raggiunta maturità. Peccato che la regia, banale e di poca sostanza, non abbia saputo ricreare la dinamica tra sogno e suspence continuamente presente nella partitura.

Successo rovente per Seiji Ozawa e Robert Carsen che propongono a Firenze una grande Elektra in bianco e nero, misurata ma profondamente perturbante, tutta scavata nell'interiorità della protagonista. Susan Bullock è un'Elektra in crescendo, Christine Goerke una magnifica Crisotemide, la veterana Agnes Baltsa disegna un'originalissima Clitennestra.

Partita da Caen in ottobre, si conclude la fortunata tournée del "Sant'Alessio" di Stefano Landi riproposto da Les Arts Florissants, prima della ripresa ginevrina prevista nel 2011. Anche a Lussemburgo il pubblico ha accolto con entusiasmo l'ottimo cast tutto al maschile guidato con perizia e autorevolezza da William Christie. Il riuscito spettacolo di Benjamin Lazar proponeva un intelligente e moderno esercizio di stile sul teatro barocco.

Per il concerto del centenario l'Orchestra di Santa Cecilia e il suo direttore musicale Antonio Pappano si esibiscono in una prova scintillante e ricevono le ovazioni del pubblico e i complimenti del Presidente della Repubblica.

Opera riesumata di Gennarantonio Federico e di Leonardo Leo, "L'Alidoro" (1740) è andata in scena a Reggio con la misurata ed efficace regia di Cirillo e la direzione adeguata di Florio. Discontinua la musica di Leo. Omogenea la compagnia di canto. Pubblico alla fine soddisfatto.

Il direttore genovese Fabio Luisi è stato il grande protagonista al Carlo Felice dell'opera di Strauss, "Der Rosenkavalier". Eccellente il cast e spigliata la regia di Pier Luigi Pizzi ripresa da Massimo Gasparon.

Paride ed Elena, la meno nota e fortunata collaborazione tra Gluck e Calzabigi (non a caso, vista la compresenza di vette di scavo psicologico-musicale e debolezze drammaturgico-compositive), è andata in scena in un allestimento assai elegante e calibrato, ambientato nella belle-époque, e realizzato da giovani interpreti di un laboratorio dei teatri di Pisa Lucca e Livorno. Pubblico inizialmente poco reattivo, ma infine calorosamente plaudente.

Carlo Boccadoro dirige a Torino al Piccolo Regio Laboratorio la sua opera "per ragazzi" tratta dala romanzo di Stevenson

La nuova sfida di Katia Labèque è un tuffo nel mondo sconfinato dei Beatles, un mondo fatto di ribellione e di pacifismo, di esotismo e psichedelia, fatto anche di musica, ma soprattutto di mito.

Placido Domingo è il protagonista del "Cyrano di Bergerac" di Alfano che ha debuttato con successo alla Scala

La Fenice inaugura la stagione 2008 con "La Rondine", in un nuovo allestimento trasportato nel 900 e nel quale la bellezza formale delle scene accentua l'inquieta attualità dell'annoiata vicenda.

Per il "Nixon in China", con cui si apre a Verona la stagione invernale, si ripropone una lettura in chiave fortemente simbolica di un allestimento di 10 anni fa dell'Opertheater di Vienna del regista Pawlik. Buona prova della compagnia di canto con un'incisiva direzione di Andreas Mitisek

Buon successo della nuova opera "modaiola" di Giorgio Battistelli, che compone una partitura sontuosa per un libretto esile e non privo di luoghi comuni sul mondo della moda. Lo spettacolo di Michel Simon si fa apprezzare per la mano leggera e la scorrevolezza quasi da musical e conta su un buon cast, convincente fin nei ruoli minori.

Pizzi e Bartoletti sono riusciti a portato ad un entusiastico successo Neues von Tage, opera asciutta, acida, la cui fredda satira non sembrava molto accattivante. Era stata rappresentata in Italia solo una volta, nel 1955 a Napoli, ma in una versione profondamente modificata rispetto all'originale.

Andato in scena a Venezia nel 1733, "Montezuma" è stato restituito al pubblico contemporaneo lo scorso aprile a Lisbona, e ora in Italia, a partire da Ferrara. La regia di Vizioli ha immerso la vicenda in un quadro fedele all'impianto originario, appesantendolo a tratti di simbologie storico-politiche. La musica di Vivaldi si è rivelata decisamente affascinante e Curtis ha valorizzato i tanti preziosi momenti strumentali. Bravi i cantanti.

I cinque concerti del ciclo articolati intorno all'idea di avanguardia tra Otto e Novecento hanno registrato una notevole partecipazione e successo di pubblico

Una lettura moderna di un diavolo accattivante e grottesco quella del Mefistofele di Arrigo Boito che ha inaugurato ieri la stagione 2008 del Teatro Massimo di Palermo, firmata dal regista Giancarlo Del Monaco.
Protagonista un impeccabile Ferruccio Furlanetto che si muove tra una discoteca anni Ottanta e una Las Vegas tutta edifici e insegne greche.

Al suo primo Parsifal - diretto a Roma in preparazione del suo debutto al festival di Bayreuth - Gatti ne ha dato già un'interpretazione impressionante per padronanza della partitura, profondità ed emozione. Impressionante anche l'autorevolezza con cui è riuscito a coinvolgere orchestra, cori e solisti, portandoli sulla sua stessa lunghezza d'onda.

L'esoterismo della scena delle fate guida la mano di Roberto De Simone nel secondo Falstaff della sua carriera, andato in scena al teatro Piccinni per la Fondazione Petruzzelli. Sebbene lontana da una concezione filologica del testo, l'idea registica tiene. Non altrettanto la parte musicale, con una prova deludente del basso Ruggero Raimondi nel ruolo di Falstaff.

Un'inaugurazione in grande stile, con la messa in scena tradizionale, colossal e minuziosamente realistica di Zeffirelli, che, nonostante tutto, col suo senso del teatro riesce a coinvolgere ancora una volta anche chi ha visto quest'opera decine di volte. Complessivamente molto buona l'esecuzione musicale, ma con qualche concessione di troppo ai facili effetti da parte del tenore.

Terza tappa di un percorso faustiano – dopo Gounod e Berlioz – con "Szenen aus Goethes Faust" Hugo De Ana ha così completato la sua personale trilogia tematica, rivestendo con il suo simbolismo tecnologico la musica di Schumann. Renzetti ha guidato un'orchestra che è riuscita a rispettare l'impegnativo affresco schumanniano, nonostante qualche smagliatura. Bene Werba, Pertusi, Rancatore e Surguladze. Calorosi gli applausi del pubblico.

Pesante rielaborazione della partitura francese in funzione di una drammaturgia che si pone come una moderna riflessione sulla morte e l'oltretomba (un luogo dove le anime sono ibernate e non hanno più coscienza di sé). Spettacolo che non lascia indifferenti ma divide il pubblico, così come la prestazione insolita di Roberto Alagna, sentito quasi uno spreco d'energie nate per altro repertorio.

Chi dal debutto di Prêtre sul podio del Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker si aspettava una lettura "francese" dei celebri walzer di Strauß, Lanner e co., sarà rimasto forse deluso. L'interpretazione, invece, completamente immersa nel mondo viennese, con il tipico tre quarti trascinato e un peculiare contrapporsi di ductus marziale e gesto sinuoso, ha convinto per la raffinata ricerca timbrica e scelte di programma con molte rarità.

"Il ritorno di Don Calandrino" è approdato al Municipale di Piacenza. Questo "intermezzo in musica" di Cimarosa appare come un frutto del proprio tempo, per i rimandi al repertorio operistico del Settecento. Rimandi che condiscono un intreccio fondato sul "classico" incrocio di due coppie d'amanti. Muti valorizza le dinamiche della partitura evidenziandole con carattere e sensibilità. Regia carica di colori e saltimbanchi. Successo calorosissimo.

Per uno sciopero dei macchinisti, la produzione del Tannhäuser è stata fino all'ultimo a rischio. La "prima" il 6 dicembre e molte rapppresentazioni seguenti sono state proposte in versione da concerto. Finalmente, la regia di Carsen è stata svelata: costruita sulla duplicità dell'artista. Comunque, resta magica la direzione di Seiji Ozawa che guida un'orchestra in stato di grazia. In un cast di sole stelle trionfa Eva-Maria Westbroek.

Con Giselle si conclude al Regio di Torino la residenza di tre settimane della compagnia di Mosca, che dal 2001 si alterna con il Kirov in lunghe permanenze.Un successo enorme, che mostra quanto il balletto sia amato dal pubblico là dove esistono classe, stile e una tradizione amorosamente coltivata da secoli.Per il pubblico,anche l'occasione di scoprire tante nuove, giovani stelle.

Prima assoluta della Maschera di Punkitititi, opera in tre atti di cui Quirno Conti è librettista (insieme a Marco Ravasini), regista, seconografo e costumista: il suo apporto è quindi determinante ma la musica del giovane Marco Taralli è determinante per inserire la vicenda nelle atmosfere cui il testo allude, in cui si mescolano gusto rétro, nevrosi, angosce, estetismo, suspense.

Il Comunale di Modena ha presentato domenica scorsa la sua nuova opera annuale dedicata ai giovani, coinvolgendo il compositore Lorenzo Ferrero che, assieme all'autore del libretto Giuseppe Di Leva, ha realizzato un'opera da camera in un atto titolata "Le piccole storie", affrontando un tema quanto mai delicato e attuale come la guerra. Misurata e discreta la formula scenica, valorizzata dalla musica efficace di Ferrero.