Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

La Kammeroper di Vienna porta in scena una rarità del giovane Händel, puntando su una regia dinamica e intelligente, un cast giovane e l'esperienza del direttore Bernhard Klebel. Gli intrighi di Agrippina vengono rappresentati come in una soap opera, a suon di colpi di scena ed esagerazioni. Il concetto registico di Pawlik si rivela più che riuscito: attualizzante ma non provocatorio, divertente e mai superficiale.

Di fronte alla sfrenata marea visionaria che Hugo De Ana ha liberato sul palcoscenico in occasione di questo nuovo allestimento della "Damnation de Faust", il pubblico del Regio parmigiano si è impegnato e alla fine – magari con qualche perplessità – ha applaudito. In linea con le scelte registiche i marcati personaggi, tutti volcalmente ben resi. Più lineare la direzione di Plasson.

La storia di Radek, ambiguo personaggio politico del Novecento, viene raccontata in un continuo, quasi febbrile, alternarsi di allusioni e citazioni letterarie e musicali. Un'opera su soggetto storico – o forse meglio di lettura storica visto che il piano interpretativo è spesso dominante – che vive e pulsa grazie all'eccelente prestazione scenica e musicale del baritono Georg Nigl.

Ancona inaugura la stagione con uno spettacolo incentrato su Mariella Devia e sul nuovo allestimento di Pier'Alli. Buona prova di tutti gli interpreti, nonostante la scarsa attenzione a certe esigenze del belcanto

Il compositore tedesco regista di quartetti e di parole (di Elias Canetti) in uno spettacolo di sorprendente vitalità

L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda. Adeguato il dato musicale.

La defezione di una parte degli abbonati non ha tolto intensità e calore al successo del ritorno dell'Olandese Volante al Teatro Verdi di Trieste.

Calorosa accoglienza da parte del pubblico del riuscito spettacolo che l'Oper Frankfurt ha messo in scena al Bockenheimer Depot. Originariamente concepita per Klagenfurt, la produzione vista a Francoforte poteva contare sulla revisione di Andrea Marcon, che ha anche diretto l'opera. Buona la compagnia di canto, in gran parte formata da membri dell'ensemble locale, su cui spiccavano la Medea di Stella Grigorian e l'Isifile di Juanita Lascarro.

L'intelligente ed irriverente produzione di Laurent Pelly esalta le doti comiche di Natalie Dessay e di un cast esemplare in quello che potrebbe facilmente diventare l'evento operistico dell'anno.

La stagione lirica del Massimo Bellini si è aperta coproducendo col Teatro Nazionale di Riga la Lady Macbeth di Shosakovich: la regia ha fatto slittare il contesto storico nella caotica realtà post-sovietica, e ha potuto contare su prove interpretative assai positive (soprattutto il direttore e la protagonista). Pubblico da prima, freddino: l'acido grottesco di Shostakovich fa ancora scandalo?

Il dato forse più interessante del "Candide" sancarliano viene dai criteri con cui si affronta il nodo dell'ambiguità formale della "comic operetta" di Bernstein. In questa "prima" napoletana i dialoghi originali vengono sostituiti dall'agile racconto di un Voltaire narratore fuori scena, cui dà voce con garbata ironia Adriana Asti

Lohengrin alla Scala, grande exploit di Daniele Gatti, contestazioni a regia, scene e costumi

Felice esito del concerto per l'anniversario di Toscanini diretto da Baremboim con la Filarmonica della Scala

Un tipico spettacolo dell'Opera di Roma, con tutti i segni d'una programmazione artistica affannosa, incerta e incoerente. Perché mai l'opera è preceduta da un prologo in prosa? Il direttore è cambiato quasi all'ultimo istante. Tutto sembra compromesso. Ma alla fine in qualche modo l'impegno degli artisti riesce a salvare la situzaione, per quel che è possibile.

Indovinato allestimento di Hugo de Hana, che sul piano scenografico, incornicia la vicenda del libretto di Romani, in un vortice di immagini proiettate sullo sfondo, tra selve, dirupi, fogliami, luci e colori cangianti. Attenta la conduzione di Fournillier. Strepitosa la performance di Iva Mei nel ruolo della protagonista.

L'inaugurazione della stagione veneziana offre nel "Crociato in Egitto" il vertice della produzione italiana di Meyerbeer: un appuntamento molto atteso da studiosi e melomani curiosi, ma che pare lasciare perplesso il pubblico generico, anche per colpa di una scelta vocale ingiustificata nel ruolo protagonistico sia storicamente sia, alla prova dei fatti, artisticamente.

Robert Carsen non va per il sottile. Rilegge il Candide in evidente chiave antiamericana. O meglio è l'amministrazione Bush che è presa di mira e con lui tutti i potenti che lo attorniano e lo assecondano. Una scena che ha suscitato una contagiosa ilarità tra il pubblico è stata proprio quella con i potenti della terra in costume da bagno...

Interessante riscoperta alla Deutsche Oper di Berlino di un'opera praticamente sconosciuta, eseguita tra alti e bassi del cast.

Dopo il debutto a Ravenna è arrivato a Piacenza il "Don Pasquale" che Riccardo Muti ha costruito attorno alla sua orchestra "Cherubini". Pensata dalla regia di Andrea De Rosa come un giuoco semplice e scoperto di teatro nel teatro, l'opera ha goduto di una lettura musicale attenta alle sottigliezze espressive. Sul palcoscenico Desderi navigato attore-maestro e i giovani cantanti attenti allievi. Grande festa alla fine.

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In quattro serate, coadiuvato da Dindo e Accardo, Gatti affronta il Ciaikovskij sinfonico scavando nei dettagli di quelle imponenti partiture

Francia e Finlandia si sono contese la scena nell'ultimo concerto dell'Orchestra Filarmonica di New York. Il piatto forte della serata era la prima esecuzione di Adriana Songs, una suite per mezzosoprano e orchestra di Kaija Saariaho, ricavata da Adriana Mater, la sua ultima opera su libretto di Amin Maalouf.

Una regia lontana dalla spettacolarità, semplice, precisa e moderna. Una lettura della partitura sobria, con alcuni momenti di ebbrezza. Il segreto del successo di questo nuovo allestimento della Staatsoper sembra proprio celarsi in questo cauto osare, che non annoia o irrita il pubblico. Il cast vocale è solido, con una splendida Kühmeier, una Pieczonka che riempie la scena e un simpatico Bankl. Un allestimento che rimarrà in repertorio.

Un inizio di stagione davvero inusuale quello del Teatro Regio di Parma, con un titolo rossiniano mai rappresentato in questo teatro e soprattutto con una regia non tradizionale. Una sorta di "Hollywood Party" rossiniano realizzato attraverso tecniche cinematografiche applicate dal vivo. Bravi i cantanti, che hanno retto la prova della telecamera. Dato musicale adeguato. Successo di pubblico alla fine.

Malgrado la defezione di Günther Groissbock e Rachel Harnisch, sostituiti nei ruoli di Sarastro e Pamina da Pavel Kudinov e da una fresca Gemma Bertagnolli, la terza recita del Flauto di Mozart/Baricco ha retto bene sul piano musicale.

A Francofore va in in scena "Tiefland" di d'Albert, singolare caso di opera verista di area germanica. Purtroppo la regia di Anselm Weber ne tradisce lo spirito tentandone una impossibile attualizzazione, contestata dal pubblico. Eccellente la compagnia di canto su cui spiccano i tre protagonisti Michaela Schuster, John Treleaven e Lucio Gallo. Dirige con misura e giusto slancio Sebastian Weigle, futuro direttore musicale dell'Oper Frankfurt.

Riascoltare a Napoli dopo vent'anni la Chamber Orchestra of Europe è come rivedere in scena un attore maturo che si è visto esordiente.

Antonio Pappano esalta il virtuosismo dell'orchestra della Royal Opera House in una Carmen ricca di colori.

Thomas Quasthoff - in Italia per due soli concerti, a Roma e Firenze, entrambe le volte con Die Schöne Müllerin di Schubert - appare come il legittimo erede di Dietrich Fischer-Dieskau e della grande tradizione del Lied tedesco.

La messa in scena libera Carmen dal bric à brac folcloristico, dai colori sgargianti e dalla sensualità volgare e ne fa il ricordo onirico di una storia tragica, aspra e cruda. La realizzazione musicale unisce l'eleganza e la leggerezza dell'opéra-comique alla fatalità, alla passione e alla disperazione.