A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
Felice accoppiata di due atti unici inglesi alla Kammeroper di Vienna. "When She Died" di Jonathan Dove in prima mondiale a teatro (il debutto in tv era stato nel 2002), col boccascena incorniciato da un gigantesco televisore sgembo, dentro il quale due coppie piangono la morte della principessa Diana e un single fuori di testa assolda una sosia sul cui corpo compie un esoterico rituale purificatorio con acqua, sale e pane.
Novità al Festival di Pasqua a Salisburgo: si apre con uno spettacolo già presentato a Aix e si chiude con una monumentale esecuzione della Missa Solemnis di Beethoven
Alla Scala un esempio perfetto di "balletto moderno" e della capacità della danza di rinnovarsi nella tradizione: entra nel repertorio della Compagnia La Dame aux camélias di John Neumeier, da Alexandre Dumas figlio e con le musiche di Chopin. La storia di Marguerite e Armand con Alessandra Ferri e Roberto Bolle protagonisti alla prima : lei prossima ad appendere le scarpette al chiodo, lui al culmine della carriera e della maturità artistica.
Albertazzi propone contenuti che ci riportano all'oggi: zingari cacciati, rapimenti di minore, riferimenti espliciti ai disastri ecologici. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso una miscela di generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere. Applausi alla fine.
Notevole prova di Mariella Devia, per la prima volta nel ruolo di Anna Bolena e co lei di un'affiatata compagnia di canto. Esecuzione integrale dell'opera con una conduzione musicale, curata nel dettaglio, ma troppo dilatata nei tempi. Regia d'autore, ricca di riferimenti simbolici, evocazioni pittoriche, suntuosi i costumi.
L'accostamento tra Erwartung di Schönberg e Francesca da Rimini di Rachmaninov proposto nella stagione della Fenice ha rivelato interpreti sensibili e una regia in cui la soluzione scenografica è specchio del tormento psicologico.
C'è la mano di Lucio Dalla, alla sua prima regia d'opera, dietro al nuovo allestimento di "Arlecchino" andato in scena al Teatro Comunale di Bologna: "una lieve canzonatura", come la definì lo stesso Busoni, il cui senso ci viene restituito da Dalla attraverso un'immediatezza comunicativa che permea ogni frangente di una messa in scena spontaneamente priva di ricercatezze.
La breve opera prima di Cattaneo e Sanguineti aveva già ricevuto una calorosa ricezione da parte di pubblico e critica in occasione della prima esecuzione assoluta alla Biennale di Monaco dello scorso anno. Nella ripresa dell'allestimento a Vienna la composizione si è nuovamente rivelata come originale commistione di musica e poesia e come intelligente tentativo di riflessione sulle possibilità del teatro musicale.
Nella messinscena di De Simone l'oleografia è tenuta ben lontana senza per questo lasciar spazio a radicali alterazioni ambientali: la regia punta piuttosto a rileggere l'opera alla luce di una pluralità di riferimenti incrociati
La Netrebko e una prestazione esemplare dell'orchestra portano al successo un allestimento che altrimenti sarebbe risultato noioso e pieno di contraddizioni. Tuttavia sorgono alcune domande legittime e spontanee legate alle sorti di questa nuova produzione. Cosa succederà quando la Staatsoper introdurrà in repertorio la Manon senza la Netrebko?
Torna "L'anello del Nibelungo" eseguito integralmente in due giornate dai complessi dell'Opera di Colonia. Occasione imperdibile per godere della straordinaria coerenza stilistica del capolavoro wagneriano nell'appassionante produzione di Robert Carsen e Patrick Kilmoth. Trionfo personale per il direttore Markus Stenz, dedicatissimo e instancabile timoniere, che ha guidato al successo con mano sicura il nutrito cast e la Gürzenich Orchester.
La stagione lirica barese ha presentato al Teatro Piccinni - in attesa della riapertura del Petruzzelli che ormai non sembra lontanissima - la farsa musicale di Nino Rota, rinsaldando il legame mai dimenticato tra la città e il musicista milanese, che per trent'anni diresse il locale conservatorio. Un convegno competava l'omaggio.
Bartoletti e Licitra protagonsiti in positivo del dittico di Leoncavallo e Mascagni. Discutibile la regia di Sebastiamno Lo Monaco. Al termine il pubblico ha trovato in vendita un "istant CD" realizzato mercoledì e giovedì scorso durante l'antigenerale e la generale del dittico.
Si celebrano a Mantova i 400 anni di Orfeo, nella suggestiva cornice del Bibiena, con un cast formato dai vincitori del Concorso Internazionale di Canto per i ruoli dell'Orfeo, indetto dall'Istituto Internazionale per l'Opera e la Poesia, selezionati da una giuria presieduta da Raina Kabaiwanska. Spettacolo agile nella conduzione semiscenica e con una buona resa musicale.
Ancora una volta Juan Diego Flórez riesce a trasformare "La fille du régiment" in una "one-man opera", confermando le migliori aspettative. Canto praticamente perfetto e tanta voglia di divertirsi nel personaggio del sempliciotto pasticcione. Contorno di pregio, per uno spettacolo che piace e diverte.
In scena al Teatro Comunale di Bologna la prima versione del "Boris Godunov" di Musorgskij, con la direzione rifinitissima di Daniele Gatti. La regìa di Toni Servillo, forte di una felice idea scenografica, è in linea con lo studio musicale. Valida la compagnia di canto, con Vladimir Vaneev protagonista.
Unica pièce teatrale in francese di Weill, scritta nel 1934 durante la tappa parigina del suo esilio, prima dell'approdo negli Usa, Marie Galante non era stata più rappresentata dopo il fiasco della prima. Alcune canzoni erano sopravvissute autonomamente, ma il resto ha dovuto essere ricostruito con grandi difficoltà: è musica del miglior Weill, sebbene non così graffiante e provocatoria come quella del periodo tedesco.
Il Cyrano de Bergerac (1936) di Alfano sta vivendo un momento oltremodo felice: dopo decenni di oblio dal 2002 è stato ripreso in una mezza dozzina di teatri. Il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia riprende il collaudato allestimento di New York, con grande successo per cast, direttore e Orchestra.
Il nuovo Freischütz della Volksoper di Vienna non va a segno, nonostante i buoni propositi che da tempo il team artistico cerca di presentare al pubblico. La regia ammicca al presente, ma non fa mai il passo decisivo e rimane impantanata in immagini stereotipe di un mondo anacronistico non universale. L'orchestra avrebbe necessitato di un numero superiore di prove. Ai cantanti principali, invece, è mancata potenza drammatica e vocale.
"La Vedova scaltra" di Wolf Ferrari analizza con sguardo disincantato il gioco che governa l'eros umano, frutto di cultura e non di goethiana affinità elettiva.Una Venezia fuori dal tempo, in cui si intrecciano Settecento sognante e italianità degli anni Trenta, ospita la dimostrazione di un teorema che utilizza la maschera come strumento rivelatorio.
Una lettura molto drammatica e a tinte forti, quella che Luc Brewaeys fa dell'atto unico di Pirandello. Il suo "uomo dal fiore in bocca" è totalmente disperato, appare su una scena essenziale e scarna con una bottiglia di vino in mano, barcollante, e i suoi toni sono di disperazione e rabbia.