MITO Milano chiude con una due-giorni dedicata a John Zorn. Martedì sera (all'Alcatraz) il musicista newyorkese ha confezionato la più ghiotta sorpresa del cartellone esibendosi in inedito ed esclusivissimo trio con Marc Ribot e Lou Reed. Musica aggressiva per le orecchie e dilatata su tempi ampi, come c’era da aspettarsi, cui non sono mancate però aperture liriche. Siamo dalle parti – direbbero i fan di Reed – dell’”inascoltabile” “Metal Machine Music”. Niente di sconvolgente invece per gli zorniani della prima ora. E se si è “zorniani” veri, avvezzi alla proteiforme versatilità del newyorkese, forse è anche possibile non rimanere spiazzati dinanzi alla performance della sera successiva, il concept sul Cantico dei Cantici che il sassofonista aveva già presentato a NYC e in cui si avvale, come lettori d’eccezione, della coppia Lou Reed-Laurie Anderson. Serata in due parti, di cui a dire il vero sfugge l’unità. La prima sezione, strumentale, si avvicina al repertorio di Acoustic Masada, ma l’assenza dei fiati (il leader si ritaglia un discreto ruolo da conductor), l’inserimento dell’arpa di Carol Emanuel e l’ampio spazio al vibrafono di Kenny Wollesen regalano al tutto una raffinata e eterea eleganza. Più interessante la seconda sezione, propriamente dedicata al libro biblico. Cinque voci femminili alternano momenti di lirica distensione, temi di sapore ebraico appena accennati in ochetus e dissonanti divagazioni sovraacute. Ai lati del coro, ieraticamente opposti come in una archetipica tragedia di sapore arcaico, Lou Reed e la Anderson leggono il Cantico. Voci vissute di due “vecchi amanti”, in una interazione priva di ricerca interpretativa (decisamente piatta la recitazione di Reed) e tuttavia ammaliante per il sottointeso erotico che porta con sé.
Note: Concerto per il 60° anniversario dello Stato di Israele
Interpreti: Prima Parte:
Marc Ribot, chitarra;
Carol Emanuel, arpa;
Greg Cohen, contrabbasso;
Kenny Wollesen, vibrafono.
Seconda Parte:
Laurie Anderson e Lou Reed, voci recitanti;
Lisa Bielawa,
Martha Cluver,
Abby Fischer,
Kathryn Mulvihill,
Kirsten Sollek, voci