Niente stanchezza alla Maratona del jazz
Dai mostri sacri all'avanguardia: per MITO Settembre Musica un mini-festival jazz
Recensione
jazz
Al traguardo, a mezzanotte, pubblico ancora numeroso, e per niente stremato. L'esperimento ha funzionato: una "maratona jazz", peraltro sulle comode poltrone del Teatro Manzoni, e a tappe, con la falcoltà di misurarsi con tutto il percorso, o di impegnarsi soltanto, a piacimento, in uno o due dei tre segmenti, con partenza alle 17, alle 19 e alle 22. Assieme alla diversità delle proposte, anche le pause sono servite a creare un piacevole clima di socialità fra appassionati di jazz, che, ormai raro, a Milano e non solo, poteva ricordare altri tempi. Sala colma per l'avvio con il duo Lee Konitz, sax alto, e Martial Solal, piano, ottantun anni fra un mese il primo e compiuti da poco il secondo, quarant'anni di consuetudine musicale. Con una leggerezza piena di humour e una agilità quasi frivole, Solal con nonchalance governa saldamente il dialogo, mentre Konitz raccoglie gli spunti offerti dal pianista francese permettendosi con gli standard delle confidenze che rasentano godibilmente un'irriverenza un po' blasé. Organico insolito con la Michael Blake Hellbent Band. Violino (Charles Burnham), tuba (Marcus Rojas), batteria (Calvin Weston) e il sax tenore del leader danno vita ad una musica piena di umori: jazz garbatamente e cordialmente avanzato, temi cantabili, gustose riletture di Ellington ma anche di "Lucy in the Sky with Diamonds" dei Beatles e di "I Want You Back" dei Jackson 5. Per chiudere "Raining on the Moon" del contrabbassista William Parker, con Leena Conquest, voce e danza, Lewis Barnes, tromba, Rob Brown, sax alto, Eri Yamamoto, piano, Hamid Drake, batteria: progetto estremamente leggibile e comunicativo di una dei protagonisti cruciali dell'avanguardia neroamericana di oggi. Tre modalità diverse, accomunate dall'intelligente affabilità. Più che una maratona una passeggiata.
Interpreti: Lee Konitz/Martial Solal Michael Blake Hellbent Band Raining on the Moon
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