Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

Il Furioso all'isola di San Domingo, grande successo donizettiano per tutto l'800, dopo alcune riprese moderne abbondantemente tagliate, viene riproposto al MiR, finalmente in un'edizione attendibile. La messa in scena, che nonostante il caloroso successo suscita qualche perplessità nel pubblico, punta sull'immagine permanente della casa di cura per malati mentali e sull'inaspettato finale, che relativizza al massimo grado il concetto di follia.

Successo e standing ovation per l'orchetsra Divan diretta da Barenboim nel concerto a Parigi

Successo trionfale a Stresa per "Il Flauto Magico" di Mozart a Stresa diretto da Gianandrea Noseda

Una delle ultime occasioni di presentare al ROF un Rossini sconosciuto basandosi sulla nuova edizione critica è stata sfruttata nel modo migliore: il pubblico dei fedelissimi rossiniani sembra averlo capito prima e meglio di parte della critica, che non ha colto la singolarità di quest'opera, ricca disorprendenti preannunci preannunci di Donizetti e Bellini, anche più delle successive e statuarie opere serie napoletane.

È stato un allestimento lineare, elegante e nella media buono, quello di Die Zauberflöte firmato da Pizzi per l'apertura dello Sferisterio 2006: punti forti proprio la regia e alcune componenti musicali (soprattutto il Tamino di Dmitry Corchak).

Nel programma lussureggiante del festival di Beaune, ha trionfato Marck Minkowski con "Iphigénie en Tauride" di Gluck e Ottavio Dantone con "Orlando" di Haendel. Ma la stella assoluta è stato il mezzosoprano svedese Ann Hallenberg, interprete del ruolo principale di Haendel.

Scelta intrigante, e premiata con grande plauso dal pubblico, quella dello Sferisterio di accoppiare le Turandot di Busoni e Puccini: la prima delle quali - eseguita in forma di concerto - si è dimostrata opera ragguardevole, e qui ben eseguita dagli interpreti vocali e sinfonico-corali guidati da un energetico e positivo Daniele Callegari.

Henning Brockhaus - con la collaborazione di Ezio Toffolutti per le scene e i costumi e di Maria Cristina Madau per i movimenti coreografici, ha trasformato la Turandot in un ulteriore caso di teatro nel teatro: un'idea tutt'altro che gratuita, che evidenzia la (sia pur contraddittoria) presa di distanza novecentista di Puccini dalla vicenda rappresentata.

Il titolo di Arnaldo de Felice commissionato dalla Staatsoper di Monaco è stato riproposto nel corso del festival estivo che saluta Sir Peter Jonas dopo tredici anni di sovrintendenza. Ambientata fra la macerie di una guerra odierna, 'Medusa' prende le mosse dal mito per una riflessione senza tempo sugli archetipi femminili e sulla conoscenza attraverso il dolore.

Glyndebourne rispolvera un altro gioiellino del repertorio russo, e offre uno spettacolo spumeggiante e divertente, intrattenimento ideale in una lunga serata estiva.

Nell'atteso concerto in solitaria alla Fenice, dopo una prima parte molto ispirata, Keith Jarrett si infortuna leggermente alla mano, ma riprende subito il concerto, tra lirismo e colori blues. Pubblico in visibilio, tre bis, solo un flash malandrino strappa il pianista dalle onde di applausi. Ormai un "classico", in ogni senso.

Prima italiana dell'opera di esordio di Henze, composta nel 1948 ma ampimente rimaneggiata nel 1964: è il doveroso omaggio del cantiere di Montepulciano al suo fondatore ma è soprattutto la scoperta di un lavoro già riuscitissimo, che rivela subito il grande talento teatrale dell'autore, in più con una concisione e una leggerezza che talvolta non si riscontrano nelle sue ultime opere.

Con I Cenci Battistelli si confronta con una delle esperienze più forti, dense e problematiche del teatro novecentesco (Artaud), ricavandone una drammaturgia efficace soprattutto nella coinvolgente seconda parte, quando gli elementi del suo linguaggio compositivo si stringono in un percorso direzionato. Allestimento basato su informazioni nude e dirette, esecuzione qualitativamente molto buona, successo caldo ma pubblico non numeroso.

Alan Curtis ha ricostruito l'Ercole sul Termodonte di Vivaldi, ritrovandone in varie biblioteche tutte le arie, tranne una. E' stato invece necessario musicare ex novo i recitativi e Alessandro Ciccolini se ne è assunto il compito come meglio non si potrebbe. Questa prima esecuzione in tempi moderni non ha permesso però di rendersi pienamente conto delle reali qualità musicali e teatrali dell'opera.

Mark Morris fa sue le musiche di Purcell, rivisitandole in uno spettacolo di scherzosa ironia e grande poesia dinamica.

Corea presenta in prima mondiale il suo secondo Concerto per pianoforte e orchestra, una commissione dell'Anno mozartiano viennese che esegue nella suggestiva cornice dell'Opera di Vienna. Strutturata in sei movimenti intitolati ai rispettivi continenti della terra, la composizione si rivela come un monotono ripetersi di suggestioni tratte dagli stili compositivi del passato insaporite dal tipico stilema jazzistico del pianista americano.

Il concerto elettronico di Scott Gibbons con la Societas Raffaello Sanzio al Festival della Colline di Torino

Torna sulle scene "La tragédie de Carmen" di Peter Brook, in chiave popolare

Alla Scala di Milano - a 43 anni dalla prima ed ultima esecuzione (Maderna sul podio, Wallmann per la regia e le danze, Berganza protagonista...)- è tornata Dido and Aeneas di Henry Purcell. In un allestimento di strepitosa bellezza, con Hogwood sul podio, si è rivelato il talento del coreografo e regista inglese Wayne McGregor. La danza come autonoma ma pertinente rappresentazione di emozioni e bellezza pura.

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Al festival torinese Colonia Sonora la rock band inglese di Brian Molko

Scenografie essenziali, scelte registiche raffinate e di notevole efficacia teatrale, con soluzioni e trovate non invadenti rispetto alle dinamiche drammaturgiche. Buona e salda la direzione di Lu Jia. efficace e dinamica compagnia di canto. Anfiteatro al completo.

Tra i tanti omaggi a Mozart che abitano i cartelloni estivi offerti da questo 2006, quello proposto da Eugenio Barba e dal suo Odin Teatret nell'ambito del Ravenna Festival rappresenta un saluto indiretto e obliquo al salisburghese. La musica di Mozart, come il mito di Don Giovanni, si rivela così materia feconda, anche per uno sguardo gonfio di "disordine" come quello di Barba.

Meritoria operazione del Sassuolo Musica Festival, che ha aperto con un'Arlesiana cantata dagli allievi del Master di canto di Beatrice Bianco. D'Agostini dirigeva l'Orchestra Toscanini e il coro di Piacenza. La regia di Sgarbi ha immerso l'ambientazione nei quadri di Van Gogh. Risultato dignitoso e caldo successo dal pubblico che non esauriva i posti a sedere.

La splendida lettura di Antonio Pappano non è sufficiente a redimere una deludente nuova produzione di Tosca al Covent Garden

Nixon in China torna finalmente sul palcoscenico londinese, senza aver perso nulla dell'originale impeto e freschezza, e dimostrando di avere le qualità per divenire un classico.

Pierre Boulez regala al pubblico dello Châtelet un concerto indimenticabile. Grazie alla complicità dell'Orchestre de Paris e, ovviamente, Peter Fried e di una splendida Jessye Norman. In programma "Il castello del Principe Barbablù" accopiato con "Daphnis et Chloé" di Ravel.

In una produzione del Teatro Stabile di Torino, il melologo che Marco Tutino ha tratto dal "Bel indifférent" di Jean Cocteau viene fatto seguite al dramma in prosa originale, per la regia di Davide Livermore.

Inaugurata la terza edizione del Rome Chamber Music Festival, nello splendido Oratorio del Gonfalone, acusticamente ideale per quest'incontro di grandi musicisti, che fanno musica insieme unendo una giusta dose di leggerezza e di divertimento all'impegno e alla serietà.

Il giovane controverso regista Calixto Bieito firma per il Festival Mozart de A Coruna un allestimento del "Rake's Progress" di Stravinskij ambientato in un giardino d'infanzia. La sera seguente, una rara esecuzione del "Dissoluto punito" di Ramón Carnicer, su libretto tratto dal "Don Giovanni" di Da Ponte e dall'omologo testo di Bertati messo in musica da Gazzaniga.