La scommessa vinta di un Prokof'ev raro

La Staatsoper di Berlino ripropone il raro "Giocatore" di Sergej Prokof'ev. Convince il moderno ed asciutto allestimento del russo Tcherniakov coprodotto con la Scala di Milano, dove lo spettacolo arriverà in giugno. Splendida la direzione di Daniel Barenboim che ottiene prove superlative dalla sua Staatskapelle Berlin e dai numerosi interpreti. Accoglienza trionfale del pubblico.

Recensione
classica
Staatsoper Unter den Linden Berlino
Sergej Prokof'ev
15 Marzo 2008
Scommessa vinta quella della Staatsoper che ripropone il raro "Giocatore" di Prokof'ev, opera di giovanile vitalità e tuttavia non priva di qualche lungaggine. Il regista Dmitri Tcherniakov, anche autore di scene e costumi, cancella sfarzi termali tardo-ottocententeschi dell'originale Roulettenburg dostoevskiana e porta l'azione nell'anonima e asettica contemporaneità della hall di un business hotel, dove bivacca un'umanità che assiste inerte alle progressive tappe dell'annichilimento dei protagonisti ed alle loro catastrofi. Tcherniakov opta per una direzione asciutta ed analitica non priva di una ironia leggera, dal taglio decisamente cinematografico, evidente negli scivolamenti laterali "a carrello" della scena che svela le stanze vuote, metafora del vuoto esistenziale di individui per i quali il denaro è l'unica misura del mondo. Dalla buca, Daniel Barenboim tiene le fila del complesso discorso musicale e contribuisce in maniera determinante a costruire una drammaturgia implacabile, appassionante, che trova il suo culmine nella vorticosa ed inesorabile scena della roulette del quarto atto. Barenboim impone pulizia e rigore e li ottiene in primo luogo dalla perfetta Staatskapelle Berlin, flessibile, precisa, capace di agogiche da vertigine. Non sono da meno i numerosissimi protagonisti, che sarebbe impossibile citare singolarmente, e dallo Staatsopernchor. Non è possibile però non elogiare l'Alexej di Misha Didyk per la smagliante prova non solo vocale, la nevrotica Polina di Kristina Opolais capace di rendere con profondità il ruolo forse più complesso dell'opera, l'elegante Marquis di Stephan Rügamer, il Generale di Vladimir Ognovenko e la Babulen'ka di Stefania Toczyska, ammirevoli per l'equilibrio fra leggerezza e malinconie crepuscolari. Accoglienza trionfale.

Note: in coproduzione con il Teatro alla Scala

Interpreti: Vladimir Ognovenko, Kristine Opolais, Misha Didyk, Stefania Toczyska, Stephan Rügamer, Viktor Rud, Gianluca Pasolini, Gleb Nikolsky, Plamen Kumpikov, Gregory Bonfatti, Alexander Teliga, Gianfranco Montresor, Enas Massalha, Alisa Zinovjeva, Elisabeth Laurence, Constance Heller , Borjana Mateewa, Ki Hyun Kim, Ottokar Klein, Gianluca Pasolini, Ilya Kuzmin, Alessandro Paliaga, Juri Bogdanov, Dmitri Plotnikov, Jens-Eric Schulze, Andreas Neher, Bernd Grabowski, Peter Krumow

Regia: Dmitri Tcherniakov

Scene: Dmitri Tcherniakov

Costumi: Dmitri Tcherniakov

Orchestra: Staatskapelle Berlin

Direttore: Daniel Barenboim

Coro: Staatsopernchor

Maestro Coro: Eberhard Friedrich

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