Una Johannes-Passion intensa e originale offerta dall’Ensemble Pygmalion

classica

Un allestimento di efficace spettacolarità e ricco di spunti critici riesce a dilettare il pubblico anche se l'opera in questione è una rarità del repertorio. Il segreto di questo successo sembrerebbe celato dietro al divertito entusiasmo del cast, che ha saputo lasciarsi coinvolgere fino in fondo dal complesso e più che attuale mondo musicale e morale di Weill.

Il Festival di Schwetzingen apre con "Il Giustino" di Giovanni Legrenzi nella revisione critica di Thomas Hengelbrock, anche direttore. Assecondato da un ottimo gruppo di interpreti, il regista Nicolas Brieger racconta con misurata ironia la complessa trama del libretto di Nicolò Berengan. Pienamente convincente la prova del Balthasar-Neumann-Ensemble che ridà vita ad una delle partiture più di successo della seconda metà del Seicento veneziano.

A trent'anni dalla celebre edizione con Ronconi, il pubblico delle grandi occasioni affolla il Comunale di Firenze per il ritorno di Riccardo Muti nell'Orfeo ed Euridice di Gluck, stavolta in forma di concerto e in una visione ariosamente lirica e neoclassica. Daniela Barcellona è Orfeo

Jenufa torna alla Scala con la grande Anja Silja nelle vesti della Sagrestana

GENOVA. Daniel Oren e Micaela Carosi grandi protagonisti ieri della "Forza del destino". L'opera di Verdi mancava dalle scene genovesi dal 1970 e ha chiuso con un buon successo la stagione lirica di quest'anno. Lo spettacolo è stato dedicato alla memoria del grande violoncellista Rostropovich.

Inaugurata con "Gli uccelli" ("Die Vögel") di Walter Braunfesl la stagione 2007 del Teatro Lirico di Cagliari. Bandita come "degenerata", l'opera è volta al recupero della grande tradizione romantica tedesca. Più che Wagner e Strauss, il punto di riferimento di Braunfels è Hans Pfitzner, massimo rappresentante della musica "ariana".

Poulenc e Puccini, curioso abbinamento di due atti unici estremamente diversi tra di loro, con un eccellente cast vocale, un'orchestra attenta a fasi alterne e una regia poco attenta a differenziare le situazioni in cui sono ambientati i due lavori.

Variazioni da Sofocle: Ivan Fedele firma la sua prima opera, Antigone, su libretto di Giuliano Corti, che apre con netto successo, con la direzione di Michel Tabachnik e la regìa di Mario Martone, la settantesima edizione del Maggio Musicale Fiorentino, dedicata a "Mito e Contemporaneità". L'ingegneria sonora come risorsa poetica per evocare il mito. Monica Bacelli grande protagonista.

Presentata come gramde "evento", la Traviata di Zeffirelli non ha offerto, come prevedibile, nulla di memorabile, se non una cornice inutilmente sfarzosa a una esibizione della diva Gheorghiu che alternava l'ottimo e il mediocre.

Prende il via da Bologna la tournée bachiana di un'Orchestra Mozart, alla ricerca del proprio futuro. Più che un'orchestra compatta, l'esigenza contingente allinea questa volta un caleidoscopio di grandi solisti convenuti per sorridere insieme al suono di sei enigmatici capolavori

Per la stagione dei Pomeriggi musicali è stato presentato in prima assoluta il nuovo concerto per pianoforte e orchestra Not in My Name del giovane compositore milanese Filippo Del Corno, noto ai più per essere tra i fondatori del gruppo Sentieri Selvaggi. Il programma, intitolato 'Scozia e dintorni', prevedeva inoltre Tryst del compositore scozzese James MacMillan (per l'occasione anche direttore) e la Sinfonia scozzese di Felix Mendelssohn.

Questo allestimento si sostiene sul principio della compensazione: da una parte, una regia ridotta all'osso; dall'altra, una partitura mostrata nella sua essenza caleidoscopica. Il risultato è efficace, come se il teatro degli affetti traslocasse da tipiche ambientazioni eccessive verso il tavolo di un sezionatore alla ricerca delle dinamiche dell'immobilità.

Tra il 1923 di Walton e il 1932 di Poulenc, da una parte, e il 1981 di Renosto, dall'altra, i punti di contatto scarseggiano: invano il regista Tito Schipa jr cerca di crearli. Ma il bilancio dello spettacolo è comunque positivo, perché le partiture di Walton e Poulenc sono dei piccoli capolavori del primo Novecento e l'omaggio a Renosto era giusto e doveroso.

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Novità al Festival di Pasqua a Salisburgo: si apre con uno spettacolo già presentato a Aix e si chiude con una monumentale esecuzione della Missa Solemnis di Beethoven

Felice accoppiata di due atti unici inglesi alla Kammeroper di Vienna. "When She Died" di Jonathan Dove in prima mondiale a teatro (il debutto in tv era stato nel 2002), col boccascena incorniciato da un gigantesco televisore sgembo, dentro il quale due coppie piangono la morte della principessa Diana e un single fuori di testa assolda una sosia sul cui corpo compie un esoterico rituale purificatorio con acqua, sale e pane.

Una "Elena Egiziaca" fantascientifica al Met, con la Voigt protagonista

Ai Teatri di Reggio Emilia l'Orchestra Sinfonica de Juventud Venezolana Simon Bolivar diretta da Gustavo Dudamel in una serata esaltante

Claudio Abbado, Kolja Blacher, Martha Argerich, Mahler Chamber Orchestra: il senso di Weill, Prokof'ev e Beethoven a Ferrara Musica.

Alla Scala un esempio perfetto di "balletto moderno" e della capacità della danza di rinnovarsi nella tradizione: entra nel repertorio della Compagnia La Dame aux camélias di John Neumeier, da Alexandre Dumas figlio e con le musiche di Chopin. La storia di Marguerite e Armand con Alessandra Ferri e Roberto Bolle protagonisti alla prima : lei prossima ad appendere le scarpette al chiodo, lui al culmine della carriera e della maturità artistica.

Albertazzi propone contenuti che ci riportano all'oggi: zingari cacciati, rapimenti di minore, riferimenti espliciti ai disastri ecologici. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso una miscela di generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere. Applausi alla fine.

Notevole prova di Mariella Devia, per la prima volta nel ruolo di Anna Bolena e co lei di un'affiatata compagnia di canto. Esecuzione integrale dell'opera con una conduzione musicale, curata nel dettaglio, ma troppo dilatata nei tempi. Regia d'autore, ricca di riferimenti simbolici, evocazioni pittoriche, suntuosi i costumi.

L'accostamento tra Erwartung di Schönberg e Francesca da Rimini di Rachmaninov proposto nella stagione della Fenice ha rivelato interpreti sensibili e una regia in cui la soluzione scenografica è specchio del tormento psicologico.

C'è la mano di Lucio Dalla, alla sua prima regia d'opera, dietro al nuovo allestimento di "Arlecchino" andato in scena al Teatro Comunale di Bologna: "una lieve canzonatura", come la definì lo stesso Busoni, il cui senso ci viene restituito da Dalla attraverso un'immediatezza comunicativa che permea ogni frangente di una messa in scena spontaneamente priva di ricercatezze.

La breve opera prima di Cattaneo e Sanguineti aveva già ricevuto una calorosa ricezione da parte di pubblico e critica in occasione della prima esecuzione assoluta alla Biennale di Monaco dello scorso anno. Nella ripresa dell'allestimento a Vienna la composizione si è nuovamente rivelata come originale commistione di musica e poesia e come intelligente tentativo di riflessione sulle possibilità del teatro musicale.

Nella messinscena di De Simone l'oleografia è tenuta ben lontana senza per questo lasciar spazio a radicali alterazioni ambientali: la regia punta piuttosto a rileggere l'opera alla luce di una pluralità di riferimenti incrociati

La Netrebko e una prestazione esemplare dell'orchestra portano al successo un allestimento che altrimenti sarebbe risultato noioso e pieno di contraddizioni. Tuttavia sorgono alcune domande legittime e spontanee legate alle sorti di questa nuova produzione. Cosa succederà quando la Staatsoper introdurrà in repertorio la Manon senza la Netrebko?

Torna "L'anello del Nibelungo" eseguito integralmente in due giornate dai complessi dell'Opera di Colonia. Occasione imperdibile per godere della straordinaria coerenza stilistica del capolavoro wagneriano nell'appassionante produzione di Robert Carsen e Patrick Kilmoth. Trionfo personale per il direttore Markus Stenz, dedicatissimo e instancabile timoniere, che ha guidato al successo con mano sicura il nutrito cast e la Gürzenich Orchester.

La stagione lirica barese ha presentato al Teatro Piccinni - in attesa della riapertura del Petruzzelli che ormai non sembra lontanissima - la farsa musicale di Nino Rota, rinsaldando il legame mai dimenticato tra la città e il musicista milanese, che per trent'anni diresse il locale conservatorio. Un convegno competava l'omaggio.

Nadia Michael incanta la Scala nella Salome diretta da da Daniel Harding