L'Ottavia restituita al pubblico
Melodramma d'esordio del diciottenne Domenico Scarlatti ancora sotto l'ala protettiva di un grande padre come Alessandro, l'"Ottavia restituita al trono" ritorna all'ascolto grazie ad Antonio Florio e ai suoi "Turchini", più di trecento anni dopo la prima al teatro San Bartolomeo di Napoli del 1703.
Recensione
Melodramma d'esordio del diciottenne Domenico Scarlatti ancora sotto l'ala protettiva di un grande padre come Alessandro, l'"Ottavia restituita al trono" ritorna all'ascolto grazie ad Antonio Florio e ai suoi "Turchini", più di trecento anni dopo la prima al teatro San Bartolomeo di Napoli del 1703. L'impresa di portare alla conoscenza del pubblico un'opera nota solo ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ha un suo notevole peso specifico in questo caso perché induce a correggere non poco l'immagine tradizionale di un compositore ricordato oggi esclusivamente per le sue 555 mirabili sonate; allo scoperto vengono così quelle attitudini drammaturgiche, spesso negate dai musicologi, che attraversano, limpidissime, proprio la celeberrima produzione clavicembalistica. Naturalmente non possiamo dimenticare che ciò che si ascolta è l'effetto di una ricostruzione: dell'"Ottavia" restano infatti soltanto le arie, che vengono cucite insieme con un lavoro a più mani compiuto dallo stesso Florio (recitativi), dal primo violino del gruppo Alessandro Ciccolini (parti buffe) e da Carlos Argon (diminuzioni nei "da capo"). Ma il compito è condotto con cura e sapienza e dà luogo a un plausibile restauro integrativo, che peraltro si avvale, nella parte strumentale, di un organico molto vicino a quello del San Bartolomeo all'epoca della prima rappresentazione.
All'esecuzione, piena di vivacità e ricca di "affetti" diversi, il pubblico, stipato in ogni angolo della suggestiva ma poco capiente chiesa di S. Caterina da Siena, assiste con religiosa attenzione, malgrado l'assenza di scene e costumi, e tutti i protagonisti della serata raccolgono al termine un caloroso quanto meritato successo.
Interpreti: Nerone: Filippo Mineccia, contralto Ottavia: Yolanda Auyanet, soprano Poppea: Maria Grazia Schiavo, soprano Floro: Maria Ercolano, soprano Rosilda: Valentina Varriale, soprano Belisa: Giuseppe De Vittorio, tenore Dorillo: Paolo Lopez, sopranista
Direttore: Antonio Florio