Una Johannes-Passion intensa e originale offerta dall’Ensemble Pygmalion

classica

Con un inno alla libertà – Fidelio: arte per la libertà, libertà per l'arte, come recita il titolo della mostra fotografica di Carles Francesc allestita in contemporanea – il Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia dà il via alla sua prima stagione d'opera, dopo un anno di rodaggio e la messa a punto di alcune defaillances tecniche che hanno molto migliorato la resa acustica della sala principale.

Caldo successo della prima italiana per il Romaeuropa Festival dello spettacolo di Robert Lepage, commissionato per il centenario del favolista danese dalla Fondazione Andersen.

Nell'ambito di una edizione inter-disciplinarmente assai ricca, il Festival Sinopoli di Taormina ha inaugurato la serie di tre concerti serali con una positiva performance di un ensemble interno, ben guidato da Fabio Maestri, impegnato in uno spaccato significativo della prima produzione compositiva di Sinopoli.

"Les Troyens" di Berlioz tornano sul palcoscenico di Bastille, dopo l'inaugurazione del 1990. Ma si tratta di una nuova produzione. La regia di Pizzi ha lasciato il posto a quella di Herbert Wernicke, morto nel 2002, il cui lavoro è stato ultimato da suoi collaboratori. Sul podio Sylvain Cambreling che purtroppo propone una lettura assai poco chiara della partitura dove si perde la monumentalità di Chung o Gardiner. Splendente Deborah Polaski.

Come non succedeva da anni, la stagione di Santa Cecilia s'inaugura alla presenza delle maggiori autorità della Repubblica –Napolitano, Rutelli, Veltroni, e gli assessori alle Regione ed Enti locali

Una produzione molto annunciata e discussa, già evento prima di andare in scena: e si tratta infatti di un ottimo spettacolo, teso e intenso, assecondato dalla bacchetta duttile di Lü Jia e dalla bella prova dell'orchestra e del coro del Regio.

"Giulio Cesare" sotto la direzione di Christophe Rousset inaugura agli Champs Elysées un ciclo Haendel che comincia in tono minore. Delude Irina Brook. Anche Les Talents Lyriques non sembranon in grande forma. Eccelle invece Rosemary Joshua nei panni di Cleopatra, accanto ad un Andreas Scholl ormai opaco. Brave pure Sonia Prina e Alice Coote.

Assente dal 1907, "Werther" torna sul palcoscenico del Teatro dell'Opera Giocosa quasi un secolo dopo. Conquista un meritato ed unanime consenso da parte del pubblico grazie ad un equilibrato connubio di scelte artistiche, capaci di coniare freschezza di idee registiche ad intenso spessore di prassi esecutiva. Molto espressivi Anna Caterina Antonacci e Fabio Previati; il giovane tenore Dmitry Korchak affascina la platea.

Unica Clemenza di Tito in Italia per il duecentocinquantenario di Mozart. Un'edizione di alto livello, per la intelligenza della proposta registica e per la qualità e la coerenza di tutti gli aspetti musicali.

Nel trecentenario della nascita di Baldassare Galuppi,il Teatro La Fenice ha reso omaggio al compositore veneziano con la prima esecuzione in tempi moderni de L'Olimpiade,opera seria in tre atti su libretto di Pietro Metastasio.Un allestimento giocato sul contrasto tra passione e contemplazione che restituisce l'intensità delle situazioni metastasiane, colte con raffinata capacità di introspezione psicologica da Galuppi.

L'atteso debutto nel Don Giovanni di Dudamel alla Scala lascia perplessi, mentre viene contestato il regista Mussbach

"Paolo e Francesca" di Luigi Mancinelli: un ritorno sulla scena per riscoprire i drammi lirici dei compositori di Bologna. Al Teatro Comunale, l'aspetto visivo ha rivelato atmosfere simboliste che ben si addicono alle ricercatezze timbriche e armoniche della partitura. Quelle stesse onorate dal concertatore Massimo Donadello. Accanto a lui, una soddisfacente compagnia di giovani cantanti: Elena Rapita, Giancarlo Monsalve, Sung Woo Bu, Enea Scala.

La rivisitazione attraverso una colonna sonora composta appositamente della versione cinematografica muta del Fantasma dell'opera crea uno spettacolo affascinante e quasi al di là del tempo

Quattro giorni in Emilia per il "padre" del free jazz, che in un ricco programma di incontri, proiezioni e concerti, ha riproposto la "classica" "Skies Of America" e due serate in quartetto dall'energia memorabile, con una sorpresa finale!

Grande successo della prima mondiale dell'opera "Caligula" di Detlev Glanert all'Oper Frankfurt. Fedele al dramma di Camus, il libretto di Hans-Ulrich Treichel sottolinea gli aspetti esistenziali del personaggio e la sua solitudine. La partitura di Glanert coniuga un linguaggio moderno con elementi in continuità con la tradizione melodrammatica. Ottimi tutti gli interpreti diretti da un convincente Markus Stenz.

Nella complessa scrittura del Concerto di Schumann, l'orchestra del Verdi non riesce a sostenere una Angela Hewitt intenzionata a dare un'interpretazione quasi classicheggiante di uno dei maggiori capolavori del periodo romantico. Esiti più positivi per il Brahms della seconda sinfonia, ma si sente la minore abitudine al repertorio sinfonico rispetto a quello operistico: è un peccato davvero.

Impianto registico e scenografico di ispirazione 'popolare' che si rifà al teatro dei pupi, da cui proviene il regista alla sua prima esperienza alla regia d'opera. Buona le resa musicale della direzione di Hamar così come la giovane compagnia di canto.

Accompagnato da una fama meritatissima, "Il Flauto magico" firmato nella regia e nelle scene da William Kentridge, arriva finalmente al San Carlo. L'allestimento è memorabile nella sua struttura semplice e complessa al tempo stesso, basata sul filo di un raffinatissimo dialogo fra il passato e il presente.

Sedici giovani artisti provenienti da Italia, Russia, Serbia e Germania, chiamati a confrontarsi con il tema "Il manifesto del partito comunista secondo Marx ed Engels". Il progetto curato da Heiner Goebbels e Walter Le Moli ha proposto una specie di luna park articolato in una decina di installazioni e performance a libero accesso nel corso della serata, disseminati in ogni spazio utile dello stabile in cui ha sede il Teatro Due.

Nel panorama operistico italiano e anche europeo del 1898, l'Iris era nuova sotto molti aspetti, talmente nuova che spesso non è stata e non è ancora capita e viene considerata una Cavalleria annacquata, finita - chissà perché? - in Giappone. Recenti interpretazioni l'avevano riportata nella giusta luce, invece quest'edizione livornese sembra poco convinta e un po' incerta sulla strada da prendere.

E' cominciata la 50a edizione della Biennale Musica di Venezia: ad aprire il programma tre strani "spettacoli" che propongono un discorso estetico sulla ricezione del suono, in linea con il tema teorico proposto dal direttore del festival Giorgio Battistelli: "Va pensiero". Ecco gli strani suoni di Brian Eno, Michel Redolfi e Robert Ashley

La Kammeroper ha presentato nell'ambito del festival Salam Islam il primo allestimento occidentale di una commedia musicale del maggiore compositore azero. Attualizzando e calcando sugli stessi temi universali di amore e felicità che hanno portato questa operetta a immenso successo negli stati della ex Unione Sovietica, il giovane cast internazionale riesce a divertire – nonostante i limiti tecnici – con semplicità e immediatezza di linguaggio.

Il grande direttore inglese neo-direttore artistico di Anima Mundi dirige nella Cattedrale di Pisa i suoi complessi vocali e strumentali in un fantastico concerto dedicato a Monteverdi e dintorni.

Una motonave ha ospitato "Il maestro di musica" "pasticcio òall'uso settecentesco" su musiche di Pergolesi e altri autori. E' accaduto a Vado Ligure. Buona la prova dei tre interpreti vocali che hanno agito in uno spazio decisamente inconsueto, attualizzando la vicenda, e vestendo abiti odierni.

Un raro e interessante programma, che faceva scoprire pagine pianistiche spesso minori ma comunque stimolanti o almeno curiose, col pretesto di andare alla scoperta della rete fittissima dei rapporti dell'onnivoro Liszt con gli altri musicisti, e viceversa.

La frizzante produzione di un lavoro giovanile, nella competente ed ispirata lettura musicale di John Elliot Gardiner, si rivela un riuscito omaggio all'anno mozartiano.

L' Opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta ha per soggetto l'assenza: i casi di cronoca di persone scomparse improvvisamente e il quotidiano passare dalla veglia al sonno sono due aspetti di questo misterioso assentarsi dal mondo. Le immagini filmate affiorano e scompaiono senza apparente ordine logico, mentre nella musica continuamente affiorano e spariscono ricordi e citazioni: tutto come in un sogno.

La prima esecuzione in epoca moderna della Didone abbandonata è un importante contributo al tricentenario di Galuppi, sommerso dalle celebrazioni mozartiane. Infatti è il primo convincente recuoppero - dopo alcuni tentativi infelici - di una sua opera seria, che sfata la convinzione che il talento del Buranello fosse limitato al genere comico.

Al festival torinese "Settembre Musica", in un concerto notturno, "The End of the Moon", la nuova narrazione musicale della cantautrice-compositrice-artista multimediale americana Laurie Anderson

Un progetto esecutivo di inestimabile valore storico e di divulgazione culturale che perde gran parte della sua potenza a causa di scelte interpretative non sempre convincenti e principi di regia rigidi e ripetitivi.