A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista 

classica

"La Mano", del Teatro delle Albe, musica di Luigi Ceccarelli: un'ottima idea su come risolvere l'interazione di scena musica attore luci

L'ultima produzione annuale della Staatsoper di Vienna, Manon Lescaut di Giacomo Puccini, vede sul podio il suo direttore musicale Seiji Ozawa. Una regia controversa e una condotta orchestrale poco curata portano a risultati discutibili nonostante le buone prestazioni dei cantanti.

Nel recupero di una programmazione dissennata, al Teatro Massimo palermitano si è riuscito in poco tempo ad allestire la prima italiana di una deliziosa opera del francese Jacques Ibert: "Persée et Andromède"

Il Boris Godunov ritorna al Comunale di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino con l'ispirata direzione di Semyon Buchkov, con un cast di alto livello complessivo capeggiato da un Boris italiano, Ferruccio Furlanetto, e con la geniale ma ardua tessitura di simboli della messinscena di Eimuntas Nekrosius, che ancora una volta divide il pubblico.

Interessante impianto registico di carattere minimalista, con particolari scelte cromatiche. Direzione musicale senza carattere e tempi molto lenti. Buona la compagnia di canto.

Debutta bene nell'opera la giovane Orchestra Cherubini guidata da Fourniller per l'inaugurazione del Ravenna Festival

La Compagnia di balletto della Scala di Milano acquisisce in repertorio un capolavoro firmato Stravinskij - Kylián, "Symphony of Psalms", e fa bene: ottima prova, pubblico incantato. Nella stessa serata altri due pezzi: "Theme and Variations" di Balanchine e il "Sacre" firmato Béjart.

Concerto Rotondo, Caravaggio, J. Beuys Song: rituali della musica e riflessioni sull'arte in una formula aggiornata di recital solistico. Il violoncello di Giovanni Sollima apre con molto successo "Il suono dell'anima", la rassegna solistica all'interno di Firenzestate 2005

I giovani estoni dell'eccellente Nyyd Ensemble concludono Aterforum Festival

Decisamente tradizionale e marcatamente "faraonico" il nuovo allestimento di "Aida", ideato dal regista recentemente scomparso Alberto Fassini e realizzato da Joseph Franconi Lee per il Festival Verdi di Parma. Lettura musicale di Bartoletti un poco lenta ma accurata. Buona prova di D'Intino, bene Pons e Giuliacci - che sostituiva Armiliato - discontinua Guleghina. Pubblico sostanzialmente soddisfatto con qualche brusio dal loggione alla fine.

La tanto attesa drammatizzazione di Peter Sellars di due Cantate di Bach non ha avuto il successo che ci si aspettava ma ha perplesso e deluso il pubblico.

A Bologna l'intensa lettura della Suite dal Prometeo di Nono e un asciuttissimo Requiem mozartiano

Ampio successo di pubblico al Verdi di Trieste per un nuovo allestimento di "Madama Butterfly" caratterizzato più dalla eccellente prova degli interpreti vocali che dalle poco significative scelte del regista e dello scenografo.

digitare o copiare qui il testo in breve della recensione

L'opera estrema di Janacek è in cartello a Bastlle. E' l'occasione per ritrovare l'ottimo José Van Dam. Brilla il direttore d'orchestra Marc Albrecht

Interpreti eccezionali riscattano una Dama di picche, discutibile per le scelte del regista Lev Dodin. Eppure, è un trionfo grazie a Vladimir Galouzine, Hasmik Papian e Ludovic Tézier.

Si è concluso all'Opera di Lione il Festival Janacek. Tre le opere proposte: Jenufa, Katia Kabanova e il Caso Makropoulos. Complessivamente buoni gli allestimenti, arrivati da Glyndebourne, ottima l'idea di alternare le opere in scena. È stato così possibile percorrere in poche serate il lungo cammino intrapreso da Janacek verso la definizione del suo personalissimo teatro musicale.

Il teatro di Cagliari ripropone il celebre allestimento di Moshinsky, tra
architetture smisurate e intensi effetti di chiaroscuro. Ricca di colori e
di suspense la direzione di Paolo Arrivabeni.

Billy Forsythe è tornato a Venezia, per la Biennale Danza: il lavoro in prima mondiale si chiama You made me a monster ed ha stravolto non poco il pubblico (quattro performances ogni sera, un'ora ciascuna, per 70 spettatori). Forsythe da un lato metabolizza ed esorcizza (si spera) il passato e dall'altro ci dice: rieccomi, profondo come sempre e sempre in cerca, mai fermo sugli allori. Vi parlo del cancro, e non solo di quello che sta nei trattati di medicina...

"Urlo", lo straziante affresco di Pippo Delbono apre il festival delle colline, con un'ospite d'eccezione in scena, a cantare: Giovanna Marini

La rinuncia forzata all'allestimento scenico non inficia il successo di uno dei titoli migliori fra la misconosciuta produzione italiana di Meyerbeer e segna il trionfo del giovane contralto russo Marina Prudenskaja

Debutto dell'Hilliard Ensemble alla XXII edizione del Festival di Cremona Claudio Monteverdi. Grande entusiasmo per le voci inglesi. Al pubblico cremonese piace il misticismo di Arvo Pärt.

L'accoppiata del Prosdocimo di Thomas Allen e del Don Geronio di Alessandro Corbelli fa scintille nella nuova produzione del Turco in Italia al Covent Garden.

Glyndebourne inaugura la nuova stagione con una splendida nuova produzione di Cenerentola, continuando così la sua grande tradizione rossiniana.

La Staatsoper di Vienna propone il primo allestimento austriaco di La lampada di Aladino di Nino Rota in una versione adattata e ridotta per bambini. Ottimo collettivo di cantanti per un'esecuzione brillante che lascia con il fiato sospeso bambini e adulti. Peccato che nella riduzione siano andate perse molte delle raffinatezze timbriche e strumentali dell'originale.

La nuova produzione del Lucio Silla delle Festwochen verrà ripresa il prossimo anno in occasione delle celebrazioni mozartiane. Il livello è altissimo, difficile andare ancora oltre, nonostante le numerose innovazioni nella regia e nella lettura musicale.

L'ultimo spettacolo dell'artista newyorkese oscilla tra minimalismo e sistema universo, tra buchi neri e buchi del linguaggio.

La prima esecuzione in tempi moderni di Sant'Elena nella versione di Dresda è un evento, non solo per il recupero di una partitura che nasconde momenti di rara bellezza, ma anche per la brillante e curatissima esecuzione diretta da Ottavio Dantone.

Dicono che il pubblico romano si sia scandalizzato – di fronte a I Need More – per via di ripetuti onanismi, pipì in scena, violenze esplicite di gruppo, schitarrate assordanti e via dicendo. Noi ci scandalizziamo al contrario per la totale assenza di una forma compiuta al servizio di tutto ciò, per i tempi antiteatrali, per la presunzione con cui personalissime elucubrazioni vengono imposte senza mediazioni al pubblico.

Christie e Les Arts Florissants concludono con L'Allegro, il Penseroso e il Moderato la stagione di Ferrara Musica