Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

Difficile per i cantanti lirici cavasela nell'opera di Brecht e Weill, ma nel complesso ci sono riusciti, che più chi meno.

Con coerenza quest'allestimento rilegge La Gioconda, liberandola da oleografia e grand-guignol, e dimostra che Ponchielli era perfettamente al passo coi tempi.

Con uno splendido cast diretto con mano sciolta da Gianandrea Noseda, debutta a Torino l'attesissimo Don Giovanni firmato, alla regia, da Michele Placido. Ed è, soprattutto, una gran festa di musica, poco assecondata da una regia fuori fuoco.

Nel Paese dei Mostri Selvaggi: seduce al Piccolo Teatro del Comunale di Firenze la bella operina di Oliver Knussen ispirata ad un celebre testo della letteratura infantile anglosassone, con la regia di Amy Luckenbach, la cui realizzazione ha impegnato le giovani forze della Syracuse University e di MaggioFormazione.

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Buona messa in scena, essenziale ma efficace, dell'opera di Janácek alla Staatsoper di Berlino.

L'Orfeo del Giardino Armonico con la regia di Philippe Arlaud per la nuova produzione del Grand Théâtre di Ginevra, ha contribuito all'unione di due mondi: quello degli strumenti d'epoca diretti con grande professionalità da Antonini con quello di ambientazione USA anni '60 del regista francese. Risultato: nuovi e vivi spunti di riflessione.

Per inaugurare la nuova stagione, la Neue Oper di Vienna ha scelto una combinazione insolita: Die 7 Todessünden di Kurt Weill e Katzelmacher, l'opera di Kurt Schwertsik tratta dal film ononimo di Fassbinder. Buoni gli esiti anche se la serata si è rivelata troppo lunga e a tratti noiosa.

Prima rappresentazione italiana dell'opera d'esordio di Richard Strauss: un ascolto interessante e allo stesso tempo deludente, perchè sembra scritta da un timido studente più che da un giovane genio

Allestimemto riuscito con un efficace ed intelligente impianto registico e scenografico di Pier Luigi Pizzi. Buona anche la resa musicale del cast vocale e della conduzione attenta di Armiliato.
Successo di pubblico

Una lettura psicanalitica dell'opera non compresa fino in fondo dal pubblico

Il "Barbiere di Siviglia" rossiniano, seconda opera in cartellone al Regio di Parma, ha trovato il successo grazie soprattutto a Leo Nucci, che ha bissato "Largo al factotum". Omogeneo nel complesso il resto del cast vocale. La direzione di Barbacini opaca. Regia di De Tomasi non più che funzionale.

Nell'immensa produzione di Philip Glass, le partiture per il teatro riservano sempre delle sorprese.

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La voce – in senso proprio e lato – era tema di un programma bene impaginato, che la OSN Rai ha affrontato come sa fare e Roberto Abbado ha diretto con autorevolezza (e qualche cedimento tensivo nel Berio finale).

Il Marat-Sade di Weiss si unisce imprevedibilemnte alle musiche di Vivaldi: ma è un unicum irripetibile più che la scoperta di una nuova forma di unione di teatro e musica.

Successo a Cagliari per la prima italiana di "Edipo" di George Enescu che ha inaugurato la stagione del Teatro Lirico

La Kammeroper di Vienna propone la pima esecuzione europea di Avenue X, un musical a cappella ambientato nella Brooklyn degli anni '60 in cui viene tematizzato – simile a West Side Story – il conflitto tra gruppi etnici. L'idea è buona, ma due ore di canto senza ausili strumentali possono creare diversi problemi.

Ironia ed inventiva caratterizzano il vivace approccio di Keith Warner, nella nuova produzione del Rhinegold al Covent Garden

Acis and Galatea, pastorale in due atti di Haendel nell'orchestrazione di Mozart, è andato in scena con buon successo al Marrucino di Chieti in una coproduzione col circuito CittàLirica: ben risolte dalla regia le ambivalenze della partitura in coerenti elementi scenografici, l'allestimento ha convinto soprattutto nella prova della direzione e dell'orchestra e in alcuni elementi del cast vocale.

Inaugurata la stagione d'opera del Teatro Regio di Parma con una rara "Alceste" profondamente segnata dall'incrocio delle personalità di Bruno Bartoletti e Liliana Cavani. Eleganza in scena e lettura musicale lenta e profonda. Molto Brava la Antonacci. Successo alla fine.

Alexander Lazarev dirige a Lione la prima francese di Mosca, quartiere Cherëmushki, commedia musicale di Shostakovich che descrive con garbato humor un tipico quadretto sovietico, in un brillante mix di delicatezze sonore e caricature.

Si è voluto creare a tutti i costi l'evento, sbandierando la regia (?) di Luciano Pavarotti, ma si è rischiato di trasformare un'opera in una festa paesana.

Il direttore inglese Daniel Harding sceglie un lavoro controverso per firmare il suo debutto sul podio della Wiener Philharmoniker. La Decima Sinfonia di Mahler, l'ultima e incompleta del compositore, risuona nella versione di Cooke e dà a orchestra e direttore la possibilitá di illustrare come Mahler avesse immaginato il futuro del genere sinfonico e, tout court, l'evoluzione della composizione.

Una piacevole edizione dell'operetta di Strauss, in italiano e con interpreti italiani

L'assenza di Raimondi non inficia il buon esito della serata, che eccelle sul piano visivo, con ironia

Dopo l'annuncio di qualche mese fa, è stata presentata ufficialmente l'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini", in un Teatro Municipale di Piacenza gremito. Muti ha sottolineato il valore della musica e dell'impegno per i giovani musicisti italiani. Prima parte prove vere e proprie e seconda parte esecuzione dei primi due movimenti della "quinta" di Cajkovkij. Tanti applausi hanno ugurato buon lavoro a questi ragazzi.

Ancora una nuova opera commissionata dal Teatro Comunale di Modena, da offrire ai giovani delle scuole. Questa volta il compositore coinvolto è Matteo D'Amico che, complice il "librettista" Sandro Cappelletto, ha realizzato "Lavinia fuggita", opera da camera in un prologo e sette scene dal racconto di Anna Banti. Pubblico non numerosissimo ma applausi per tutti.

Applausi per Frontali, qualche buuh nei confronti di regia e scenografia. Questo l'esito della "Traviata" genovese diretta con troppa irruenza e poco approfondimento emotivo da Nicola Luisotti.

Il Teatro dell'Opera di Novosibirsk porta a Roma una riuscitissima edizione dell'unica opera di Schnittke, che si conferma una dei più forti e vitali esempi di teatro musicale degli ultimi anni.