Jacob Lenz: erranza e follia di uno scrittore "Sturm und Drang "

Buona produzione del Muziektheater Transparent, del Colon di Buenos Ayres e della Monnaie, questo "Jacob Lenz" rende al meglio l'idea di Rihm di essere un autore "all'indicativo" come amava definirsi quando, nel 1979, scrisse questa opera a soli ventisette anni, facendo riferimento al suo progetto di creare della musica che trovasse una comunicazione diretta con il pubblico.

Recensione
classica
La Monnaie Bruxelles
Wolfgang Rihm
15 Marzo 2006
Buona produzione del Muziektheater Transparent, del Colon di Buenos Ayres e della Monnaie, questo "Jacob Lenz" rende al meglio l'idea di Rihm di essere un autore "all'indicativo" come amava definirsi quando, nel 1979, scrisse questa opera a soli ventisette anni, facendo riferimento al suo progetto di creare della musica che trovasse una comunicazione diretta con il pubblico. Un linguaggio musicale evocativo e affascinante, non alieno da qualche suggestione onirica, e alcuni, molto discreti, riferimenti al romanticismo tedesco. Per questo progetto, un allestimento forte e coinvolgente, sostenuto da buoni interpreti e da una direzione musicale efficace. L'opera non segue fedelmente la biografia di Lenz, autore importante dello Strum und Drang; il libretto di Michael Fröling si basa piuttosto sul racconto "Lenz" di Georg Büchner, scrittore e medico dal destino folgorante e tragico, autore tra l'altro del "Woyzeck" che ispirò Alban Berg per la sua opera. Ritroviamo così un Lenz errante e inquieto sino a divenire folle, distrutto dal trovare "grottesca" la natura umana che voleva descrivere nelle sue opere e dal disperato amore per Friedericke, fidanzata del suo amico Goethe, di cui vuole continuare a "vivere il desiderio" oltre ogni limite imposto dalla ragione e dal tempo. Confronti che Lenz non saprà sostenere e che lo porteranno alla distruzione psichica e alla morte, nonostante il momentaneo sollievo offerto dall'incontro con il pastore Oderlin. L'opera segue il progressivo distacco dell'immaginario di Lenz dalla realtà, messo in scena anche dall'intervento di un coro che, dopo aver rappresentato dei contadini e poi dei ragazzi, si fa sempre più testimone e specchio del delirio del poeta, accompagnandone la fine.

Note: Produzione del Muziektheater Transparant e del Centro de Experimentacio Teatro Colòn di Buenos Aires

Interpreti: Jakob Lenz: Hagen Matzeit (15-16/3), Hans Grönig (18-19/3); Kaufmann: Lorenzo Caròla; Oberlin: Marek Gasztecki

Regia: Caroline Petrick

Scene: luci: Alejandro Le Roux

Costumi: Marcelo Salvioli

Orchestra: Beethoven Academie

Direttore: Alejo Perez

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