Iperbolicamente piano
Applausi scroscianti alla fine della performance hanno salutato il maestro Palestine ma anche il costruttore Borgato, autore del formidabile doppio pianoforte che apre nuove frontiere alla creatività musicale.
Recensione
classica
"What you hear is what you get": cosi' ha definito la sua musica Charlemagne Palestine in un breve colloquio prima del concerto, in cui ha eseguito in prima mondiale "Bolide Borgato" dedicato al doppio pianoforte del costruttore italiano. Ed effettivamente la musica di questo performer, che dagli anni Sessanta ha intrapreso un'esplorazione del suono tutta personale, non ha niente di cerebrale, di strutturato (o meglio niente di evidentemente strutturato): masse sonore che prendono corpo attraverso la ripetizione ossessiva di determinati intervalli, avvolgono e permeano completamente lo spettatore trascinandolo in un'altra dimensione. Che stasera sul palco ci fosse un pianoforte non deve trarre in inganno. Il doppio Borgato, sontuoso gran coda con un secondo pianoforte azionato da ben 37 pedali, è stato utilizzato come incredibile macchina per produrre una gran quantità di suono e di vibrazioni che hanno letteralmente invaso l'Aula Magna dell'Università. Sfruttando gradualmente tutti i registri e aumentando la massa sonora attraverso l'inserimento della pedaliera, Palestine ha proposto ancora una volta la sua tecnica "strumming", ossia un rapido alternarsi delle due mani che evidenzia da una parte un flusso sonoro e dall'altra una violenta percussività. Il risultato è iperbolico, assolutamente sopra le righe. Il pubblico in sala, piuttosto numeroso (e aveva rinunciato al duello Prodi – Berlusconi in televisione) si è dimostrato attento e disponibile; pochi si sono alzati alla fine del primo tempo e nelle pause c'era una sorta di apnea piena di tensione in cui non si sentiva un sospiro o un colpo di tosse. Una serata piena di emozione, dunque. Sarà stato complice, come ha suggerito lo stesso Palestine, il plenilunio sul cielo della città universitaria?
Interpreti: Charlemagne Palestine, doppio pianoforte Borgato
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.