Folgorante apertura del Festival di Pasqua a Baden-Baden prima dell’addio e il ritorno a Salisburgo 

classica

La Staatsoper di Vienna propone il primo allestimento austriaco di La lampada di Aladino di Nino Rota in una versione adattata e ridotta per bambini. Ottimo collettivo di cantanti per un'esecuzione brillante che lascia con il fiato sospeso bambini e adulti. Peccato che nella riduzione siano andate perse molte delle raffinatezze timbriche e strumentali dell'originale.

La nuova produzione del Lucio Silla delle Festwochen verrà ripresa il prossimo anno in occasione delle celebrazioni mozartiane. Il livello è altissimo, difficile andare ancora oltre, nonostante le numerose innovazioni nella regia e nella lettura musicale.

L'ultimo spettacolo dell'artista newyorkese oscilla tra minimalismo e sistema universo, tra buchi neri e buchi del linguaggio.

La prima esecuzione in tempi moderni di Sant'Elena nella versione di Dresda è un evento, non solo per il recupero di una partitura che nasconde momenti di rara bellezza, ma anche per la brillante e curatissima esecuzione diretta da Ottavio Dantone.

Dicono che il pubblico romano si sia scandalizzato – di fronte a I Need More – per via di ripetuti onanismi, pipì in scena, violenze esplicite di gruppo, schitarrate assordanti e via dicendo. Noi ci scandalizziamo al contrario per la totale assenza di una forma compiuta al servizio di tutto ciò, per i tempi antiteatrali, per la presunzione con cui personalissime elucubrazioni vengono imposte senza mediazioni al pubblico.

Christie e Les Arts Florissants concludono con L'Allegro, il Penseroso e il Moderato la stagione di Ferrara Musica

Un invito alla memoria, questo è stato il messaggio che i Sentieri Selvaggi hanno voluto lanciare nel giorno del debutto della rassegna "Parole". Un invito a non dimenticare i partigiani fucilati, i treni della deportazione ebraica, l'uccisione di Aldo Moro. Programma impegnativo, ma ben articolato e musicalmente godibilissimo. Peccato che il Teatro Dal Verme fosse semivuoto, segno che la marcia di avvicinamento del grande pubblico alla musica contemporanea è tutt'altro che compiuta.

1984, la collaborazione Lorin Maazel, J.D. McClatchy, Thomas Meehan e Robert Lepage in prima mondiale alla Royal Opera House, si rivela purtroppo inferiore alla somma delle sue parti.

John Zorn inaugura a Bologna il festival Angelica con Cobra, performance improvvisativa di grande impatto sonoro

Chiude la I (bella e ricca) stagione della Fondazione Petruzzelli di Bari la visionarietà coloristica e minimalista di Bob Wilson. Grande affluenza di pubblico in una città la cui vita teatrale deve rinascere dalle ceneri.

L'opera, per la prima volta rappresentata a Genova si avvale di una intelligente direzione musicale di Bartoletti che aiuta a scoprire pur in una partitura minore, idee e atmosfere del Verdi successivo.

Opera non frequentissima sul palcoscenico del Regio di Parma, "Ernani" ha aperto il Festival Verdi 2005 proponendo un nuovo allestimento dal carattere cupo e imponente sul piano visivo e sanguigno su quello musicale. Buon successo alla fine, con il calore del pubblico rivolto soprattutto ad Allemandi.

Così fan tutte all'epoca dell'impero romano: un'operetta alla Offenbach spregiudicata, divertente, ma superficiale. E c'è poca precisione nell'esecuzione musicale.

Inizia da Venezia la tournée italiana dei Berliner Philharmoniker, un evento straordinario se si pensa che per sole otto volte la leggendaria compagine ha onorato con la propria presenza la città lagunare.

Giacomo Puccini inaugura per la prima volta il Maggio Musicale Fiorentino con Tosca sotto la direzione di Zubin Mehta. Grande prova vocale di Violeta Urmana al suo debutto nel ruolo, affiancata da Marcus Haddock e dal veterano Ruggero Raimondi, contestata la messinscena in chiave novecentesca di Giorgio Barberio Corsetti.

La Volksoper di Vienna propone un allestimento di La sposa venduta di Smetana che cerca nuove soluzioni di regia senza però abbandonare i cliscée che non possono mancare quando ci si trova di fronte alla cosiddetta opera nazionale. Buono il cast dei cantanti, poco differenziata la resa orchestrale.

La Neue Oper Wien esegue in prima assoluta l'Orfeo di Christoph Cech, un lavoro per la scena costruito partendo dall'ononimo modello monteverdiano. Nonostante la regia problematica e la dizione incomprensibile dei cantanti, un'interessante riflessione sulle attuali possibilità del teatro musicale.

Per Alberto Colla un'eroina della vocalità: la tragica Else di Arthur Schnitzler rivive nel monodramma per soprano (Elena Bakanova) e orchestra, novità assoluta per l'Orchestra della Toscana del compositore di Alessandria, dedicata alla memoria di Sergio Sablich che l'aveva commissionata.

Ogni ritorno di Claudio Abbado sul podio rappresenta un evento culturale e mediatico senza paragoni

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Una grande luna bianca domina la scena, su di essa si erge la figura di Salome, è un istante in cui il silenzio è rotto dal fruscio di delicati veli: ha inizio il dramma.

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Nella sua quinta opera teatrale Marcello Panni si misura con un'icona sacra della storia nazionale come Garibaldi, recuperando la prospettiva assunta da Alexandre Dumas nel suo feuilletton "Les Garibaldiens"

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Il Mefistofele di Boito è andato in scena al Teatro Marrucino di Chieti in un nuovo allestimento che si è rivelato più un training per il giovane organismo abruzzese, che una produzione compiuta: molti i difetti e le lacune, distribuiti in tutte le componenti di uno spettacolo volenteroso, ma al di sotto di uno standard soddisfacente.

La storica edizione che dell'opera stravinskijana fece quasi mezzo secolo fa l'Opera di Roma, con la regia dell'allora giovane Luigi Squarzina e le scene e i costumi di Giacomo Manzù, appare ancora oggi ideale e ripropone l'idea platonica della tragedia greca con immagini per nulla invecchiate. Bene John Hulenhopp (Edipo) e la Pinter, non più che discreti gli altri cantanti. Accurata ma un po' spenta al direzione di Zoltan Pesko.

Vi sono tutti gli ingredienti per confezionare un ottimo "Trovatore", ma le scelte stilistiche inficiano il risultato complessivo, procurando un'esecuzione senza storia

Nuova produzione per il Grand Théatre di Ginevra, che ha saputo interpretare il romanticismo, questa volta italiano, della tragedia lirica in due atti di Donizetti, Maria Stuarda, attraverso un cast internazionale dove solo direttore, basso e baritono erano italiani.

Cantanti di primissimo ordine per un "Oedipus Rex" di struggente umanità

Esecuzione vocale e strumentale di prestigio, nonostante una serie di scelte musicali non sempre condivisibili