Krysztof Zanussi, quando mise in scena "Re Ruggero" al Teatro Massimo nel '92, voleva farne un film nei luoghi in cui lo stesso Karól Szymanowski aveva ambientato l'opera, che risale al 1924: la Cappella palatina e il cortile di Palazzo Chiaramonte di Palermo, il teatro greco di Segesta. Zanussi non aveva torto, perché l'ossatura drammatica del "Re Ruggero" è più quella di un mélo simbolista che di un'opera teatrale in senso stretto. Non c'è azione, né percorso drammatico, nonostante l'opera si rifaccia in qualche modo alle "Baccanti" di Euripide: la trama, concepita inizialmente da Jaroslaw Iwaskiewicz (con profondi apporti dello stesso Szymanowski), è tutta centrata sul conflitto tra il mito dionisiaco e quello apollineo, ma con una profonda implicazione religiosa che Szymanowski, di formazione cattolica, interpretò come il tormentato confronto tra dottrine. Il regista Yannis Kokkos, autore anche di scene e costumi di questo nuovo allestimento creato dal Massimo per aprire la stagione 2005- 2006, coglie questo aspetto dicotomico e lo sottolinea con forza, caratterizzando Ruggero-Apollo come un monarca austero, ma consapevole dei limiti di un potere che si rivelerà inevitabilmente "temporale", e il Pastore-Dioniso come profeta "cristico", che trascina le folle verso un credo in cui è centrale il rapporto profondo dell'Uomo con sé stesso. Il contesto scenico è essenziale e lascia ogni aggiunta alla potenza evocativa della scrittura di Szymanowski, che in quest'opera raggiunge complessità degne di Skrjabin. Centrato il cast di voci polacche (con menzione per Ruggero e Roksane) e bella prova per il direttore stabile Jan Latham-Koenig, alle prese con una partitura irta di difficoltà che sia l'orchestra sia il coro del Massimo fronteggiano senza inciampi.
Note: Nuovo allestimento
Interpreti: Król Ròger: Wojtek Drabowicz (13,16,18,20,22), Leszek Skrla (15,17,19); Roksana: Elzbieta Szmytka (13,16,18,20,22), Simona Mihai (15,17,19); Edrisi: Roy Stevens; Pasterz: Ludovit Ludha (13,16,18, 20, 22), Donald George (15,17,19); Archiereios: Daniel Borowski; Dyakonissa: Agnes Zwierko
Regia: Yannis Kokkos; Luci Guido Levi
Scene: Yannis Kokkos
Costumi: Yannis Kokkos
Corpo di Ballo: Corpo di ballo della Fondazione Teatro Massimo
Coreografo: Giovanni Di Cicco
Orchestra: Orchestra della Fondazione Teatro Massimo
Direttore: Jan Latham-Koenig
Coro: Coro e Coro di voci bianche della Fondazione Teatro Massimo