Musica per la pace della Divan diretta da Barenboim
Successo e standing ovation per l'orchetsra Divan diretta da Barenboim nel concerto a Parigi
Recensione
classica
Nessuna locandina segnala allo Châtelet la presenza di Daniel Barenboim e della "sua" orchestra Divan nella loro unica serata parigina. In compenso prima del concerto c'è un grande dispiegamento di polizia davanti al teatro e a fine concerto una interminabile, furibonda standing ovation, che mette fine probabilmente a molti timori degli organizzatori. Sul palco visi sorridenti, abbracci, pacche di felicitazione, insomma una gran festa e una gran gioia per un'altra prova superata. L'organico infatti, che raccoglie ragazzi israeliani, palestinesi, siriani, libanesi, turchi (età grosso modo dai 19 ai 29 anni) è in realtà una sorta di forum musicale in progress, con frequenti nuovi arrivi, relativi problemi di ambientazione e spesso assenze imprevedibili: esempio recente i venti che a causa della guerra non hanno potuto lasciare il Libano e la Siria per raggiungere i compagni. Il risultato di questa esperienza umana e politica, che ha indotto dei giovani strumentisti ad arricchire l'abituale ascolto dei colleghi durante un'esecuzione con anche l'ascolto delle loro diverse ragioni esistenziali e politiche, ha convinto il pubblico con un entusiasmo contagioso. Difficile sentire una sala così reattiva. Meno convincente forse il piano musicale, perché nonostante la carica infusa da Barenboim, rimangono ancora problemi di trasparenza di suono e squilibri fra le sezioni: i fiati risultano un po' sovrastati da archi, spesso di asprezza eccessiva. Anche per colpa dello spazio dello Châtelet, poco adatto alla sinfonica. Senza nulla togliere al valore dei due bravissimi solisti, Kyril Zlotnikov (violoncello) e Nabil Shehata (contrabbasso), impegnati nella Fantasia su temi di Rossini per violocello e contrabbasso di Bottesini (trascrizione di Michinori Bunya) o a Michael Berenboim (figlio del Maestro) un straordinario primo violino con grande qualità di suono: bellissimi i suoi passaggi nella Prima di Brahms. Sinfonia che ha avuto da parte del direttore una lettura granitica e cupa, di grande fascino. Non troppo convincente il brano d'apertura, la Leonora n. 3 di Beethoven, mentre il bis a lungo richiesto e finalmente concesso è forse risultato il momento migliore del concerto: il Preludio di Tristano e "Morte di Isotta". Barenboim ha per Wagner un orecchio speciale e di sicuro ha potuto essere soddisfattissimo di come hanno suonato i suoi. La morale della insolita serata, fuori da ogni retorica, è che questi ragazzi con la loro musica non costruiscono certo la pace in Medio Oriente, ma offrono un prezioso esempio di comportamento a politici e potenti. "Attenzione però, voi spettatori, a non mettervi in pace la coscienza", ci ha avvertito un sorridente violista palestinese, "non dite che la pace in fondo è facile da raggiungere".
Note: Attanzione a variazione di programma: invece della sinfonia concertante di Mozart è stata eseguita la Leonora n 3 di Beethoven
Orchestra: Divan Orchestra
Direttore: Barenboim
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