Operetta alla berlinese
Intrattenimento di qualità e un ottimo cast vocale, ma l’orchestra copre le voci.
Recensione
classica
Lo scorso anno la Volksoper di Vienna aveva aperto la sua stagione con un’operetta francese (Offenbach), quest’anno lo ha fatto con una tedesca. Sembrerebbe quasi che il nuovo direttore Robert Meyer abbia in mente un piano più ampio di “rivitalizzazione” del genere, mostrando ciò che avveniva nelle varie metropoli europee, e non limitandosi a osannare il periodo d’oro dell’operetta viennese. Detto questo, sorge spontanea la domanda di come una produzione attuale possa rendere giustizia al genere, e allo stesso tempo funzionare di fronte a un pubblico moderno. Oliver Tambosi, regista della produzione, rimane esplicitamente nello spirito originario dell’operetta, l’intrattenimento, e così aggira il problema. Fa muovere i personaggi in modo dinamico, facendoli cantare, ballare, saltare, senza rifuggire dall’eccesso. Ed ha a disposizione un cast valido che fa il suo gioco. I costumi sono senza tempo, la scena stilizzata con qualche pennellata di kitsch è popolata da un’orda di quei nanetti che spesso si vedono nei giardini delle case medio-borghesi di area germanofona. I cantanti calcano tutti la scena con sicurezza e verve da divi, pieni di umore e della giusta dose di autoironia. Sarebbero stati quelli giusti se l’orchestra, nonostante le belle sonorità, intense e trascinanti, non li avesse continuamente coperti, così da rendere incomprensibile il testo e costringendoli a un uso sforzato della voce. Il pubblico si è visibilmente divertito acclamando tutti i partecipanti della produzione.
Interpreti: Rebecca Nelsen, Daniel Prohaska, Johanna Arrouas, Boris Pfeifer, Carlo Hartmann, Isabel Weicken, Daniel Johannsen, Thomas Markus, Stefan Cerny
Regia: Olivier Tambosi
Scene: Friedrich Despalmes
Costumi: Bettina Richter
Coreografo: Gregor Hatala
Orchestra: Orchestra della Volksoper di Vienna
Direttore: Alexander Drcar
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.
classica
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista