Da New York una locomotiva di blues contaminato

Hazmat Modine mescolano la musica del diavolo con klezmer, reggae, dixieland e manouche

Fotografia di Fabrizio Gaggini
Fotografia di Fabrizio Gaggini
Recensione
world
Roma Incontra il Mondo Roma
14 Luglio 2008
Otto musicisti in perfetta simbiosi capaci di passarsi con indiscutibile naturalezza la “patata bollente” della contaminazione e spingere il treno del blues su binari diversi. Per qualche ora, sulle rive del laghetto di Villa Ada a Roma le acque si mischiano: si passa dal reggae al klezmer senza disdegnare momenti dixieland o negarsi qualche feroce scambio manouche tra le due chitarre (Michael Gomez e Pete Smith). Il suono della Blues Harp spremuto nell’amplificatore a valvole guida tutta la locomotiva e anche quando Wade Schuman canta, gracchia, grida o stride, l’armonica non smette mai di soffiare e soffrire. Alla sezione fiati (Pam Fleming/tromba e Steve Elson/ance) si aggiunge anche la straordinaria tuba di Joseph Daley che, aggirandosi sul palco “come un cattivo presagio”, annuncia l’arrivo di “Bahamut", il pezzo di punta: il demone (o la divinità) che da il titolo all’album. E poi c’è un batterista intenso (Rich Huntley) amante delle pelli e dei bordi che, con le sue trovate timbriche, calde e corpose, sta sempre lì a mettere carbone nella caldaia; spara un assolo micidiale e anche quando perde una bacchetta si fa una bella risata: il groove ormai è avviato e non c’è svista che lo possa fermare. Insomma nessun trucco, solo ottima musica suonata con il piacere di lanciarla in mezzo al pubblico. Ennesima lezione per un paese in cui non è superfluo ricordare che certa musica viene sempre dalla strada e da quei pochi locali che sanno rischiare davvero. Quando questa finisce (o viene fatta finire) nei teatri, spesso è al termine della sua corsa: arriva ripulita e ormai ha perso la spinta e la freschezza iniziale. In tempi non sospetti lo stesso Schuman aveva già suonato nelle strade di Roma… Oggi tutto questo è ancora disponibile per pochi euro: a buon rendere!

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