Bella taranta, poco sinfonica
L'esperimento di unire danza contemporanea e musica popolare riesce solo a metà
Recensione
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Grazie alla magnifica ospitalità della Villa di Adriano, il 18 giugno è andata in scena a Tivoli la prima assoluta di Sinfonia per una Taranta, progetto firmato da Ambrogio Sparagna e Micha Van Hoecke. Sicuro della sua lunga esperienza con le tradizioni popolari il “Maestro contadino”, accompagnato dall’Orchestra Popolare Italiana, ha dato voce alle coreografie dell’Ensemble di Van Hoecke. Dalla volontà di rinnovare antichi saperi nasce uno spettacolo in cui l’incontro tra musica e danza rappresenta il tentativo di tessere insieme ritmi sonori e trama visiva.
Il suono magnetico della zampogna (Antonio Vasta), seguito da voci potenti (Mario Incudine), tamburelli, cordofoni e organetti, apre le danze. Da un lato del palco Sparagna, misurato e sincero sulla scena, guida l’orchestra al suono del suo fidato strumento. Come nella piazza di paese, le danze girano e danno vita ad una festa ordinata. Forti ed eleganti i passi tradizionali; le scelte concettuali invece rischiano di fraintendere la religiosità popolare di cui è pregna questa musica: la magica ossessione delle terzine avvolge e racchiude segreti che poco concedono a coreografie moderniste. I due autori viaggiano sullo stesso treno, ma hanno occhi diversi. L’immaginario del viaggio è onnipresente ma patinato, così anche la necessaria presenza dell’emigrante con la valigia rischia di sfiorare la retorica. Tecnica e talento non mancano, ma nel dialogo tra musica e danza il rapporto dell’uomo con le sue radici è sfocato e sempre meno evidente, mentre il Mediterraneo è sostituito da un mare in cartolina, poco familiare al realismo popolare. Ennesimo tentativo di contaminazione di un repertorio estremamente versatile, ma ormai sempre più difficile da maneggiare con originalità: una bella taranta, ma poco sinfonica.
Interpreti: Coreografie di Misha van Hoecke
Orchestra: Orchestra Popolare Italiana
Direttore: Ambrogio Sparagna
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