Una buona direzione, un cast complessivamente valido e una regia un po' inconcludente per la seconda giornata del Ring catanese

Giunta al suo sesto anno, l'iniziativa di "Opera domani..." è ormai una realtà pienamente vincente.

"Capriccio" si costruisce su di un intreccio privo di azione difficilmente interpretabile dal punto di vista registico. Ottimo il cast, discreta la prova dell'orchestra. Meritato il successo

Sonia Ganassi e Roberto Alagna sono stati i due straordinari protagonisti della Carmen che ieri sera ha debuttato al Carlo Felice. Discutibile la direzione di Michel Plasson. Il regista e scenografo Hugo de Ana ha tolto il "colore" all'opera di Bizet, ambientandola nella Spagna degli anni Trenta, in un contesto scenico unico.

Il dittico Prigioniero e Edipo re al Teatro Regio di Torino nella messa in scena essenziale di Fabio Sparvoli e con la direzione musicale efficiente di Yoram David. Un accostamento, questo tra Luigi Dallapiccola e Ruggero Leoncavallo, di evidente sproporzione stilistica e concettuale, legato soltanto dalla rarità esecutiva delle due opere accomunate nell'ottica di un tributo alla cultura. Ma Dallapiccola, per forza drammatica e profondità artistica, è ben altro. Una compagnia di canto solida e generosa, nella quale spicca il carisma di Renato Bruson, acclamato protagonista nel dramma annacquato di Leoncavallo.

Applausi del pubblico del Teatro Regio di Parma per una Alzira a tinte forti, nel vero senso del termine. Regia scene e costumi quasi "pacchiani", sicuramente a tratti ridondanti. In linea la direzione fragorosa di Bartoletti. Cast vocale senza eccellenze, ma prove adeguate da parte di Iori e Chernov, gli altri erano emozionati (!) e giovani (!!). Comunque, alla fine, tutti contenti e plaudenti.

Successo per il Rigoletto di Wilson-Sgarbi-Westwood. Il sottosegretario ha scelto di andarci con i piedi di piombo, realizzando un piacevole impianto scenico tutto giocato sulle pitture del Mantegna e sulle architetture di Romano, con movimenti di scena poco pi che funzionali. Pi fantasiosi i costumi della Westwood, forse un tantino pacchiani all'inizio, ma gestiti con qualche bella idea. La bacchetta della Wilson Ë abbastanza efficace, tranne per alcune arie o duetti, dove dilatava i tempi in maniera eccessiva (sotto lo sguardo rassegnato dei cantanti a corto di fiato). Compagine vocale adeguata. Pubblico - da tutta Italia per la serata di gala - che ha applaudito con entusiasmo alla fine e con lo stesso entusiasmo ha continuato a chiacchierare durante i tre atti.

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Delude Weill senza Brecht: una satira invecchiata e una musica senza unghie procurano qualche sbadiglio al pubblico odierno

130 bambini danno vita a un'opera allestita con tutti i crismi

Il Mozart affettuoso e un po' smussato di Zubin Mehta, la regia senza troppe ambizioni ma spontanea e agile di Eike Gramss, uno spettacolo piacevole in tutta tranquillita': dopo trentatre' anni torna alla Pergola di Firenze il mozartiano "Ratto dal serraglio" ed e' successo al sessantacinquesimo Maggio Musicale Fiorentino. Elegante piu' che prestante la Konstanze di Eva Mei, il trionfatore della serata e' Kurt Rydl nei panni di Osmino.

Il festival estivo di Glyndebourne continua la sua collaborazione con l'Orchestra of the Age of Enlightenment con una lettura forte ed altamente drammatica della Iphigenie minore di Gluck.

Un beffardo apologo ecologico sulla cultura dell'insetto

Prima esecuzione moderna, accolta con successo al Teatro Giordano di Foggia, della Festa teatrale "La Daunia Felice" di Giovanni Paisiello, che era stata eseguita per la prima volta nella città capoluogo della Daunia in Puglia nel giugno 1797 per le nozze degli eredi al trono di Napoli. Il testo celebrativo ha impedito una regia di grande azione mentre modesto è apparso il livello della partitura, che resta interessante storicamente, e che ha costituito comunque una importante occasione per una esecuzione "quasi filologica" da parte dell'Orchestra del Conservatorio di Foggia diretta come violino di concerto da Federico Guglielmo. Buoni i cantanti, le scene e i costumi.

Cartaginesi in divisa giallo canarino e scenari da videogame: qualche contestazione per la regia di Graham Vick per "Les Troyens" di Hector Berlioz che hanno aperto il 65.mo Maggio Musicale Fiorentino. Prima tirata per le lunghe: dalle 15,30 a mezzanotte per quattro ore di musica. Ma l'ispirata direzione di Zubin Mehta e una grandissima Didone, Violeta Urmana, trascinano comunque al successo il capolavoro di Berlioz.

Ennesima riproposta di un piccolo gioiello d'inventiva teatrale

Gianluigi Gelmetti dirige con grande successo la prima volta della Rondine a Londra.

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Come una regia sconsiderata possa uccidere un'ottima esecuzione musicale

In occasione del centenario della prima esecuzione, Adriana Lecouvreur torna all'Opera nel vecchio allestimento di Mauro Bolognini e ancora una volta seduce il pubblico col suo fascino spttile ma infallibile

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