Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

Sezioni musicali composte e stabilite fin nel più piccolo dettaglio; improvvisazione collettiva – determinazione e indeterminazione -; prestiti stilistici, citazioni e melodie dal sapore etinico; live eletronic, jazz, tonalità e avanguardia: questo e molto altro nella prima opera del compositore austriaco Wolfgang Mitterer. Eppure sarebbe un grave errore parlare di "postmoderno".

Una cornice visiva e un impianto registico tradizionali per un allestimento che ha il suo punto di forza nella direzione di Yves Abel.

"Werther" torna in scena all'Opéra di Lione. La regia di Willy Decker sceglie la via dell'evocazione, evitando i toni positivisti. Musicalmente questa produzione consacra il talento del giovane tenore Gwyn Hugues Jones. Buona anche la prestazione dell'orchestra stabile del teatro.

In un piccolo teatro restaurato alla maniera dei Bibiena, è andata in scena nell'omonima cittadina aretina la prima ripresa moderna della Semiramide Riconosciuta di Porpora su libretto del Metastasio: attraverso una realizzazione non sempre musicalmente impeccabile, è stato possibile testare la qualità della scrittura vocale e strumentale del suo autore, rinomata soprattutto per la prima componente, ma rilevante pure per la seconda.

Passati 10 anni dalla prima di questo allestimento della Calisto, la regia di Herbert Wernicke è più attuale che mai e sembra volerci ricordare che la sola esecuzione leggittima per le opere del Seicento è quella in forma scenica, differentemente dall'uso instauratosi di presentare al pubblico noiose e scialbe esecuzioni concertanti.

Prima opera del Festival verdi 2003, questi "Lombardi" hanno vissuto le proprie vicende all'ombra del Muro del Pianto, ribadendo a più riprese – grazie alla peraltro efficace lettura del regista Lamberto Puggelli – che la guerra è una brutta cosa. Tra le proiezioni scenografiche realizzate su di un palcoscenico libero da inutili orpelli, hanno raccolto gli applausi, tra gli altri, Michele Pertusi, Alessandra Rezza e Vincenzo La Scola. Vigorosa la direzione di Renato Palumbo. Rinato entusiasmo del Teatro Regio di Parma

Un allestimento scenograficamente nullo per dare spazio all'inventiva registica e un cast vocale di buona esperienza sotto la bacchetta ottimale di Jurowski

Ozawa conduce l'orchestra con raffinatezza e ne estrae tutte le peculiarità espressive, ricordandoci che in un particolare periodo della storia della musica "romanticismo" e "strutturalismo" vivevano sotto lo stesso tetto orchestrale.

Lettura stringata di Muti, per uno spettacolo dominato dominato da Leo Nucci. Fischi e insulti alla fine del Primo atto, seguiti dal pentimento del trionfo finale. Regia poco incisiva.

Buon esito di Vita di Marco Tutino principalmente per merito di Anna Caterina Antonacci e Michele Pertusi, protagonisti di un'opera che porta in scena l'agonia di una malata terminale di cancro

Applausi a scena aperta per l'Ophélie di Natalie Dessay e trionfo per l'Hamlet di Simon Keenlyside nella prima produzione londinese dal 1910 del lavoro di Thomas.

Una messinscena generosamente compromessa con la realta': nel Fidelio che inaugura la sessantaseiesima edizione del Maggio Musicale Fiorentino al Teatro Comunale di Firenze, l'ambientazione e' in un lager moderno e alla fine i Nostri arrivano circondati da telecamere e microfoni-giraffa. E stavolta le cose di cui si parla sembrano troppo vicine per poter fischiare: applausi generosi per il regista Robert Carsen e per i suoi collaboratori. Poco efficace la direzione di Paavo Jaervi, al suo debutto nell'opera.

De Tomasi, sul piccolo palcoscenico di Busseto, ha concentrato un Don Giovanni vagamente anni '50, incorniciato sulla scena dal marmo della tomba del Commendatore – e, alla fine, del protagonista – tratteggiando nel complesso i personaggi in modo deciso, senza sfumature. Grande impegno per gli allievi del "Progetto Giovani". Funzionale la direzione di Xian Zhang. "Tutto esaurito" e tanti applausi per tutti.

Nuova produzione di Capriccio al Teatro Lirico di Cagliari e prima esecuzione in Sardegna dell'ultima opera di Strauss, in un allestimento firmato da Luca Ronconi che ha trasportato l'ambientazione settecentesca nel Novecento, per sottolineare l'"anacronismo" di Capriccio.

Grazie alla voce, alla musicalità, all'intelligenza d'interprete, Domingo riesce a ricavare il possibile da Sly: non è colpa sua se non è molto.

Al Nuovo Auditorium Ton Koopman alla testa degli Amsterdam Baroque Ensemble and Choir esegue il più antico degli oratori pasquali che ci sia pervenuto del Kantor della Thomaskirche: la Johannes-Passion.

Barbara Frittoli e Marcello Alvarez guidano un cast vocale di prima grandezza in una produzione vincente della Luisa Miller di Verdi

Riuscito abbinamento di due lavori composti a distanza di dieci anni per Pascal Dusapin a Losanna

Interessante lettura "femminista" della Mirandolina di Martinu, tratta dalla Locandiera di Goldoni. La regia di Paul Curran funziona, e riesce a calare la vicenda negli anni Trenta divertendo. Roberto Polastri guida l'Orchestra del Comnale di Bologna attraverso una impegnativa partitura ricca di poliritmie e giochi timbrici. Bravi i cantanti, anche ottimi attori, con in testa la protagonista Daniela Bruera. Pubblico soddisfatto.

Successo per Fidelio diretto da Rattle al Festival di Pasqua di Salisburgo, ma il pubblico non apprezza del tutto la regia

L'ultima opera di Rameau è stata finalmente rappresentata sulla scena dell'Opéra di Parigi. Purtroppo ha deluso lo spettacolo diretto da William Christie. Anche il regista Robert Carsen non ha saputo fare meglio. Mentre è apparso convincente il cast. Soprattutto bravi Barbara Bonney e Paul Agnew.

Sabato l'Opera di Roma ha proposto al Teatro Nazionale un dittico "comico" contemporaneo consistente in un Melologo su testi di Benni da Stranalandia e nell'intermezzo Bach Haus di Michele Dall'Ongaro su libretto di De Vivo. I quattro autori (gli altri sono A. Gentile - A. Sbordoni - F. Sebastiani) si sono confrontati con l'ipotesi di un registro essenzialmente comico per la scrittura musicale contemporanea, e i risultati (per qualità dell'esecuzione e ricezione del pubblico) sembrano esser stati più che buoni.

Phyllida Lloyd ricrea il mondo oppressivo e claustrofobico del romanzo della Atwood nella nuova produzione di A handmaid's tale di Poul Ruders per l'English National Opera

Pregevole ripresa di un titolo quasi dimenticato, con una regia che non si vergogna di recuperare il vecchio stile e un cast maschile di grande efficacia

"Ariadne auf Naxos" di Richard Strauss è un'opera densa, anzi, densissima di contenuti, non solo per quel che riguarda la riflessione metateatrale, ma anche, e soprattutto, dal punto di vista strettamente musicale. Il cast comprendeva interpreti di primissimo livello, ottimamente distribuiti nei ruoli. Sobrie e funzionali le scene hanno opportunamente commentato la trama.