Boulez guida gli straordinari Wiener Philharmoniker attraverso un Bruckner fin troppo moderno e antiretorico, e uno Schönberg timbricamente virtuosistico.
Straordinario Temirkanov in una Dama di Picche più da ascoltare che da vedere. Seconda compagnia di ottimo liello complessivo; sempre grande il coro istruito da Bruno Casoni.
Thielemann avvia il suo nuovo contratto di Generalmusikdirektor dei Münchner Philarmoniker con una delle partiture di culto del loro repertorio: la Quinta Sinfonia di Bruckner. Grande successo per una direzione che solo talvolta ha sfiorato l'accademismo.
Allestimento realizzato in collaborazione con l'Accademia del Teatro alla Scala. Discreta prova della giovane orchestra, guidata da Tiziano Severini. Non sempre all'altezza della difficile partitura, la compagnia di canto. Gasparon firma una regia più decorativa che drammaticamente incisiva.
Un allestimento che non riesce né innovativo né illustrativo, con una compagnia di canto volenterosa ma non troppo elegante, e un direttore più intento a smorzare che a sostenere.
La prima assoluta della composizione che Nyman ha scritto per Sentieri Selvaggi e Cristina Zavalloni, al centro di un concerto dedicato alle ultime generazioni di compositori britannici.
Un buon accostamento di tioli, giustamente contrastato. Regie di taglio molto diverso fra loro, ma di buona riuscita complessiva. Discreta direzione, buone compagnie di canto e un mattatore a completare la godibile serata.
Si rimane un po' sconcertati di fronte a un festival che programma solo musica recente e recentissima, che giustappone liberamente linguaggi e scelte stilistiche disparate, e che per ben quattordici concerti consecutivi riesce a fare il tutto esaurito
Spettacolo di grande raffinatezza e vivacità, leggermente in contrasto con una interpretazione musicale che privilegia l'aspetto malinconico e lirico della partitura.