Il Ritorno della naturalezza

Finalmente in Italia, con una compagnia di canto di alto valore, uno dei belli spettacoli monteverdiani degli ultimi anni.

Recensione
classica
Teatro Amilcare Ponchielli Cremona
Monteverdi
15 Ottobre 2004
Spettacolo di grande intelligenza unita a una meravigliosa naturalezza, questo di Adrian Noble, al quale la ripresa di Elsa Rooke sembra non aver nulla sottratto; nato nel 2000 al Festival di Aix-en-Provence, lo spettacolo è già diventato una sorta di "classico" della rappresentazione barocca. Le scene e gli splendidi (ma semplicissimi) costumi di Anthony Ward ben tratteggiano l'ambientazione araba in cui Noble disloca la vicenda: spostamento per nulla gratuito, tale invece da conferire a tutti gli elementi della tragedia di Omero/Badoaro una leggibilità immediata ed efficace. Ottavio Dantone sembra trovare sempre i tempi, le dinamiche e i respiri giusti per aiutare questo senso di teatralità leggera ma ricca di significato; la parola si fa musica con spontaneità, il fraseggio è curato, gli abbellimenti non esagerati, e il testo rimane sempre comprensibile e commovente. L'Accademia Bizantina si conferma un complesso di ottimo livello, anche se avrebbe giovato una maggiore precisione e intonazione nei fiati (cornetti e tromboni), e più morbidezza e pulizia negli strumenti da braccio. Il continuo è inoltre ricco, ma forse non abbastanza vario, dato che il suono del cembalo di Dantone ha accompagnato sostanzialmente l'intera durata dello spettacolo. Ma il contributo maggiore viene da una compagnia di canto di alto livello, che crede in quello che fa e comunica con sensibilità e perizia tecnica i valori musicali e drammatici dell'opera. Tutti molto bravi, ma vale la pena di citare almeno l'Antinoo di Sergio Foresti, voce ben timbrata e dotata di bassi formidabili, il Giove tonante di Riccardo Novaro, elegante e imperioso, l'impeccabile Minerva di Roberta Invernizzi e il Telemaco di Luca Dordolo, ben cantato e recitato. E, naturalmente, i due protagonisti, semplicemente straordinari. Furio Zanasi è un Ulisse che lascia il segno, forse il migliore da molto tempo: la voce è calda ed elegante come sempre, ma in questo spettacolo dimostra una padronanza dei registri drammatici, una capacità di "riempire la scena" e un controllo vocale da grande protagonista. Altrettanto dev'essere detto per Sonia Prina, Penelope di alto spessore tragico e vocale; il lamento per la lontananza di Ulisse, il chiuso, testardo dolore, il dubbio straziante, la sorpresa del ritorno: tutto trova nei suoi gesti e nella sua voce una rappresentazione di grande bellezza. Da non perdere.

Note: Allestimento del Festival d'Aix-en-Provence coproduzione dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo: A. Ponchielli di Cremona, Grande di Brescia, Sociale di Como, Fraschini di Pavia e dei Teatri: Petruzzelli di Bari, Comunale di Ferrara, Dante Alighieri di Ravenna, Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia

Interpreti: L'Umana Fragilità: Roberto Balconi; Il Tempo: Paolo Buttol ; La Fortuna: Roberta Invernizzi; Amore: Sara Allegretta; Giove: Riccardo Novaro; Nettuno: Paolo Buttol ; Minerva: Roberta Invernizzi; Giunone: Anna Chierichetti; Ulisse: Furio Zanasi; Penelope: Sonia Prina; Telemaco: Luca Dordolo; Antinoo: Sergio Foresti; Pisandro: Roberto Balconi; Anfinomo: José Daniel Ramirez; Eurimaco: Sakurada Makoto; Melanto: Paola Quagliata; Eumete: Mario Cecchetti; Iro: Gianluca Zoccatelli; Ericlea: Barbara Di Castri; Feacio I: Roberto Balconi; Feacio II: José Daniel Ramirez; Feacio III: Sergio Foresti

Regia: Adrian Noble ripresa da Elsa Rooke

Scene: Anthony Ward

Costumi: Anthony Ward

Orchestra: Accademia Bizantina

Direttore: Ottavio Dantone

Coro: Coro Costanzo Porta

Maestro Coro: Antonio Greco

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