Sabato l'Opera di Roma ha proposto al Teatro Nazionale un dittico "comico" contemporaneo consistente in un Melologo su testi di Benni da Stranalandia e nell'intermezzo Bach Haus di Michele Dall'Ongaro su libretto di De Vivo. I quattro autori (gli altri sono A. Gentile - A. Sbordoni - F. Sebastiani) si sono confrontati con l'ipotesi di un registro essenzialmente comico per la scrittura musicale contemporanea, e i risultati (per qualità dell'esecuzione e ricezione del pubblico) sembrano esser stati più che buoni.

Il Barbiere di Siviglia di Rossini è andato in scena a Teramo in un allestimento che riprendeva la regia di Maurizio Nichetti: molte soluzioni esilaranri e calzanti, ma anche alcuni vuoti ritmici, comunque ben colmati da una compagnia di canto mediamente positiva sia vocalmente sia scenicamente.

"Gattomachia" di Roberta Vacca, opera di teatro musicale elettronico per ragazzi, è andata in scena a L'Aquila, quale esito della commissione-premio dell'ultimo Concorso di composizione "Quarant'anni nel 2000": tratta liberamente dall'omonimo poema eroicomico di Lope de Vega, la partitura ha dimostrato un lavorìo accurato nella fusione reciproca degli eventi sonori (dal vivo e sul nostro) e nel filtraggio attraverso un prisma di lettura "gattesco", ma non eccessivamente descrittivo-imitativo. Ottimi gli interpreti musicali ed elettronici, ed encomiabile il lavoro registico - anche sui ragazzi - della regista Francesca Angeli.

Nel Teatro Marrucino di Chieti, alla prima stagione con la qualifica di "Teatro Lirico d'Abruzzo", una realizzazione in forma semi-scenica della Manon Lescaut di Puccini ha evidenziato una buona prova dell'Orchestra del teatro, ma un cast vocale perfettibile.

Il ritratto di Gaetano Braga, autore appartenente alla civiltà dell'800 musicale napoletano, è andato in scena in prima moderna ad Atri (TE) con un positivo allestimento, che ha rivelato una partitura pienamente inserita in quella tradizione nell'ambito del semiserio, e caratterizzata da una personale vena cameristica.

Powder her Face, opera da camera di Thomas Adès su libretto di Philip Hensher, è andata in scena con successo al Teatro Olimpico di Roma, grazie anche ad un allestimento musicalmente ben riuscito: la partitura del giovane compositore inglese disegna, in una sorta di moralità allegorica (Tempus transit), una centrifuga sonora di stili, citazioni e figure sonore, ben tenute assieme da una scrittuta debitrice di Stravinskij e Britten.

"L'impresario delle Canarie", intermezzo in due parti di Padre Giovanni Battista Martini sul testo di Metastasio musicato per primo da Domenico Sarro, è stato proposto dal Pergolesi Spontini Festival nel teatro-miniatura di Monte San Vito, in una forma che ricordava quella delle "accademie" musicali tedesche. La partitura di Padre Martini è parsa non priva di personali particolarità stilistiche.

"Il sogno di Urizen", una delle commissioni del Ravenna Festival 2002, ha riunito in un'operazione di grande potenza espressiva e simbolica l'allestimento visivo di Jannis Kounellis e la densa e tensiva partitura di Crivelli: questa si segnalava per sciogliere nel visionario tessuto sonoro i versi, visionari essi stessi, del I libro dei Libri Profetici di Blake, affidandone la recitazione in sovrapposizione agli stessi strumentisti e facendone un'importante livello timbrico.

Successo più che buono, ma anche qualche perplessità di critica, per "Il Processo" di Alberto Colla, in prima ieri al Valli di Reggio Emilia dopo la vittoria nel Concorso del Comitato per le Celebrazioni Verdiane: Colla, giovane compositore di Alessandria, ha confermato le straordinaria capacità di autore sinfonico, costruendo una partitura densa e articolata nello strumentale (capace di reggere da solo l'articolazione drammaturgica), ma non di pari livello quanto ad articolazione della vocalità e del suo rapporto con il testo.

"L'Isola di Alcina", Concerto per corno e voce romagnola di Luigi Ceccarelli, ha colto un ottimo successo al Teatro Valle di Roma, avvincendo per la sua rilettura della figura di Alcina: una straordinaria Ermanna Montanari ha impersonato la maga ariostesca che, nel testo di Nevi Spadoni, esprime in dialetto romagnolo il suo furibondo scivolare verso la follia.

Realizzata all'interno del Festival "Corpi del suono", la performance dell'opera di poesia e musica "Tiresia", autori il compositore Agostino Di Scipio e il poeta Giuliano Mesa, ha sottolineato l'innovativo proposta di esperienza (plurima, aperta) dello spettacolo portata avanti in questa iniziativa, dando conto dell'approfondito lavoro comune degli autori sul ritmo e aprendo una finestra critica e calata nella tragica realtà dell'oggi sulla figura del veggente cieco, inascoltato perché vede e dice ciò che l'uomo non vuole vedere e dire.