Successo per il Rigoletto di Wilson-Sgarbi-Westwood. Il sottosegretario ha scelto di andarci con i piedi di piombo, realizzando un piacevole impianto scenico tutto giocato sulle pitture del Mantegna e sulle architetture di Romano, con movimenti di scena poco pi che funzionali. Pi fantasiosi i costumi della Westwood, forse un tantino pacchiani all'inizio, ma gestiti con qualche bella idea. La bacchetta della Wilson Ë abbastanza efficace, tranne per alcune arie o duetti, dove dilatava i tempi in maniera eccessiva (sotto lo sguardo rassegnato dei cantanti a corto di fiato). Compagine vocale adeguata. Pubblico - da tutta Italia per la serata di gala - che ha applaudito con entusiasmo alla fine e con lo stesso entusiasmo ha continuato a chiacchierare durante i tre atti.

Applausi del pubblico del Teatro Regio di Parma per una Alzira a tinte forti, nel vero senso del termine. Regia scene e costumi quasi "pacchiani", sicuramente a tratti ridondanti. In linea la direzione fragorosa di Bartoletti. Cast vocale senza eccellenze, ma prove adeguate da parte di Iori e Chernov, gli altri erano emozionati (!) e giovani (!!). Comunque, alla fine, tutti contenti e plaudenti.

Piacevole messa in scena a Lugo delle due operine di Milhaud e Chabrier. Buona prova dell'orchestra del Comunale di Bologna, scene, costumi e regia efficaci e misurati. Voci adeguate. Calorosa risposta del pubblico, anche in occasione della "seconda" di domenica 14.

La clochette di Duni e Il Campanello di Donizetti hanno chiuso la stagione lirica invernale del Regio di Parma. Alla prova del palcoscenico la prima ha rivelato tutti i limiti di uno stile musicale senza particolare mordente, ricalcando gli stilemi tipici di certa tradizione "comica" del Settecento. Infelice la scelta di tradurre in italiano i dialoghi parlati: si voleva facilitare la comprensione ma i cantanti impegnati cantavano non benissimo in francese (specie Giannino) e recitavano peggio in italiano (D'aragnès e Beltran Gil). Più piacevole il Campanello di Donizetti con Trimarchi e Romero che hanno risollevato un poco il livello. Di sfondo (nel vero senso della parola) la regia, le scene e i costumi. Direzione musicale all'insegna di una quasi scientifica sfasatura ritmica tra palcoscenico e buca.

La bohème di Modena è stata accolta da un Comunale gremito con applausi e qualche dissenso per regia e direzione musicale. Interessante l'impostazione scenica, semplice e funzionale, rievocava un luogo immaginario ma dai riferimenti concreti. Bene la compagine vocale, giovane e spigliata sulla scena. Direzione musicale discutibile.

Una bambola di porcellana in una confezione di plastica rotante. Questa La traviata messa in scena da Zeffirelli a Busseto. La Bonfadelli è stata una Violetta vocalmente efficace, poco brillante all'inizio, ma cresciuta e a tratti emozionante. Scott Piper un Alfredo a senso unico, Bruson e Domingo (alla guida di una Toscanini mediocre) sono Bruson e Domingo, appunto. La regia ha espresso alto virtuosismo e gusto a tratti stucchevole, fascinoso ma sterile. Un mare di applausi alla fine.

Successo e qualche dissenso per il nuovo allestimento di Tosca al Regio di Parma. Regia funzionale e discreta, poco efficace nel primo atto. Direzione musicale a trtti invadente. Voci adeguate, ma nulla di eccelso, preparate dalla Kabaivanska.

Lucia di Lammermoor è andata in scena a Parma con le scene di Enzo Deho' ideate per il Maggio Musicale Fiorentino del 1952. La resa complessiva non si può dire eccellente, anche a causa di una direzione musicale funzionale, ma niente di più. Tra le voci - nessuna senza pecche - è emersa quella autorevole di Ambrogio Maestri, mentre Cinzia Forte ha saputo far fronte in maniera più che onesta al ruolo di Lucia. Successo rispettoso del pubblico.

Buona accoglienza a Ferrara per la prima rappresentazione Italiana di La morte di Klinghoffer di John Adams. Partitura impegnativa, messa in scena attraverso una regia funzionale ed essenziale. Buon impegno degli interpreti vocali, tutti, però, con una tremenda pronuncia inglese. Bene l'Orchestra Città di Ferrata diretta con buon controllo da Webb. Calorosi applausi alla fine.

Sono tornate al Comunale di Modena, ad aprire la stagione lirica, Le Maschere di Mascagni. Kemp ne ha proposto una regia brillante nei movimenti scenici, sia dei protagonisti che del coro, all'insegna di colori accesi e dipinti favolistici. Il cast vocale era equilibrato, con qualche incertezza sparpagliata in uguale misura tra tutti i cantanti impegnati. Arpea si è impegnato a rendere frizzante la lunga partitura: il coro ha retto, l'orchestra no, mostrando cedimenti nell'intonazione e nell'equilibrio delle classi strumentali. Posti vuoti in platea e nei palchi. Tanti appausi.

Maria Stuarda di Donizetti ha aperto la stagione 2002 del Teatro Valli di Reggio Emilia. Regia sufficientemente funzionale in un'impostazione scenica statica che, alla lunga, risultava monotona. Bene Carmela Remigio nel ruolo di Maria, e Sonia Ganassi in quello di Elisabetta, nonostante una indisposizione annunciata ad apertura di serata. Coro e orchestra adeguati sotto la guida di Carminati. Applausi per tutti.

Recuperato, per l'apertura della stagione 2002 del Regio di Parma, il Marin Faliero di Donizetti. Preceduto di qualche giorno da una conferenza di studio attorno a quest'opera, il nuovo allestimento ha dimostrato tutto l'interesse per questo dramma musicale dimenticato, rivelandone, a mio avviso, anche caratteristiche inaspettate (ruolo di Elena). Molto bene i quattro protagonisti, Pertusi, Devia, Servile e Blake. Efficace la direzione musicale di Datone, adeguati senza eccellere coro e orchestra. Interessante la regia di Daniele Abbado.