Si apre nel segno del buddismo la decima edizione della Ruhrtriennale, l’ultima diretta da Willy Decker, che per il suo congedo sceglie il capolavoro di Wagner. È nota la fascinazione di Wagner per il buddismo, una fascinazione che lo colse proprio al culmine della composizione del “Tristano” e non lo abbandonò fino alla fine della sua esistenza. E indubbiamente tracce di buddismo si possono cogliere nell’etereroclito pensiero del compositore, peraltro molto aperto e ricettivo degli stimoli intellettuali più disparati.
Quanto questi spunti di riflessione pesino nella regia dello stesso Decker, buddista dichiarato, è questione opinabile. Quel che si coglie fra le due grandi e mobilissime superfici bianche disegnate da Wolfgang Gussmann è soprattutto la magistrale linearità del racconto quasi esclusivamente affidato alla fisicità degli interpreti. I rimandi filosofici, invece, sono relegati alle immagini proiettate sulla grande superficie sferica che si muove negli spazi vuoti della Jahrhunderthalle (particolarmente suggestive quelle della fusione di due corpi durante il lungo duetto notturno del secondo atto).
Chiamati a una prova particolarmente impegnativa, dei due protagonisti solo Anja Kampe convince pienamente con un’Isolde di gran temperamento e espressività, mentre Christian Franz è un Tristan legnoso e scenicamente poco credibile. Nel resto del cast spiccano le ottime prestazioni di Claudia Mahnke, Alejandro Marco-Buhrmester e Stephen Milling. Brillante ma piuttosto esteriore la direzione di Kirill Petrenko, poco seducente specie nel secondo atto. Buona (ma non straordinaria) la prova dei Duisburger Philharmoniker. Quanto al pubblico, un po‘ freddo alla fine dei primi due atti, si scioglie solo alla fine decretando un deciso successo allo spettacolo.
Note: Nuova produzione della Ruhrtriennale 2011. Altre rappresentazioni: 31 agosto, 3, 9, 13, 17 e 20 settembre 2011.
Interpreti: Christian Franz (Tristan), Stephen Milling (König Marke), Anja Kampe (Isolde), Claudia Mahnke (Brangäne), Alejandro Marco-Buhrmester (Kurwenal), Boris Grappe (Melot), Thomas Ebenstein (Ein junger Seemann/Ein Hirt), Martin Gerke (Ein Steuermann)
Regia: Willy Decker
Scene: Wolfgang Gussmann
Costumi: Wolfgang Gussmann e Susana Mendoza
Orchestra: Duisburger Philharmoniker
Direttore: Kirill Petrenko
Coro: ChorWerk Ruhr
Maestro Coro: Michael Alber
Luci: Andreas Grüter (video: Videofett Film)