Vitali Alekseenok e Jae Hong Park per il Festival Toscanini
I due giovani interpreti protagonisti di pagine di Mendelssohn, Saint-Saëns e Beethoven
Il secondo appuntamento dell’edizione 2024 del Festival Toscanini è stato caratterizzato dal segno interpretativo impresso da Vitali Alekseenok e Jae Hong Park, rispettivamente direttore e pianista protagonisti della serata ospitata nell’accogliente cornice di Piazzale San Francesco a Parma.
Entrambi vincitori nell’anno 2021 di rilevanti competizioni musicali – Vitali Alekseenok si è aggiudicato il Concorso internazionale Arturo Toscanini, mentre Jae Hong Park ha vinto il Concorso Busoni – questi due artisti in questa occasione hanno unito i rispettivi approcci interpretativi in una pagina come quella rappresentata dal Concerto per pianoforte n. 2 in sol minore op. 22 di Camille Saint-Saëns. Eseguita in prima assoluta alla Société Nationale de Musique di Parigi il 13 maggio 1868 con l’autore al pianoforte e alla direzione Anton Rubinstein, questa composizione restituisce il gusto ricercato e levigato al tempo stesso di Saint-Saëns, nutrito di variegati rimandi tra accademico classicismo e trascinante virtuosismo, arricchito nell’ambito dei tre movimenti che lo compongono dall’opulenta eleganza pianistica che attraversa nel suo complesso questa pagina tra le più celebri e celebrate del prolifico compositore francese.
Un carattere che, se da un lato ha valso allo stesso Saint-Saëns i complimenti di un innovatore della tastiera come il “romantico” Franz Listz – presente alla “prima” parigina del maggio 1868 – dall’altro lato conferma a pieno il segno raffinatamente aristocratico di una pagina che, sotto le pieghe di un’originalità formale condensata nella sequenza tripartita dei movimenti Andante sostenuto, Allegro scherzando e Presto, custodisce il passo tutt’altro che rivoluzionario di una composizione stilisticamente tradizionale benché ricca e variegata, da qualcuno felicemente descritta come un brano che “inizia con Bach e finisce con Offenbach”. Un eclettismo sontuoso ed elegante, quello di Saint-Saëns, restituito con buona personalità da Jae Hong Park, qui impegnato a tratteggiare con adeguata brillantezza il virtuosismo pianistico che alimenta un percorso interpretativo che parte dall’andamento cadenzato dal sapore barocco iniziale fino ad arrivare alla vorticosa rincorsa a tempo di saltarello finale.
Un percorso segnato anche dal gusto attento e misurato di Vitali Alekseenok, capace di infondere alla sua lettura un carattere riflessivo che il giovane direttore bielorusso ha impresso anche alle altre pagine in programma: dall’Ouverture dalle musiche di scena del Sogno di una notte di mezza estate composte nel 1827 da un Mendelssohn diciassettenne – pagina che ha aperto la serata con fresca vitalità – alla Settima di Beethoven, monumento sinfonico che ha permesso di valorizzare la buona reattività di una compagine orchestrare come quella rappresentata dalla Filarmonica Arturo Toscanini, con tratti di ispirato equilibrio restituite in particolare nel secondo e terzo movimento.
Applausi convinti da parte del pubblico presente, ripagato da un bis offerto da Jae Hong Park in chiusura della prima parte della serata.
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