Vikingur Olafsson, una scoperta dall'Islanda
Debutta al Festival Busoni il giovane pianista con un omaggio a Glenn Gould
Recensione
classica
Il "Busoni" è un procacciatore di talenti. Lo fa da una sessantina d'anni con il Concorso Pianistico Internazionale ed ora, sotto l'estrosa direzione artistica di Peter Paul Kainrath, anche attraverso il Festival dedicato al pianoforte che si svolge a cadenza biennale, in concomitanza con le preselezioni della competizione. In attesa di ascoltare il più gettonato dei giovani pianisti del momento, il poetico Daniil Trifonov, ospite del Festival Busoni il prossimo 1° settembre, abbiamo avuto il piacere di conoscere Vikingur Olafsson, binomio interessante di intelligenza e sensibilità sorretto da una tecnica sicura e da una capacità comunicativa immediata. Lo sconosciuto ragazzo islandese scoperto da Kainrath ha portato a Bolzano, debuttando per la prima volta in Italia, un particolare Omaggio a Glenn Gould. Partendo dalle interviste radiofoniche che Gould realizzò per la trasmissione "The Idea of North", Olafsson ha costruito un percorso musicale sulla personalità del grande pianista seguendo il tema dell'isolamento interiore. Il concerto è cominciato con le Partite n.5 e n.6, dovuto omaggio al grande bachiano, e Olafsson siè presentato al pubblico con un tocco e una continuità di pensiero perfetti, quasi impreziositi nelle loro sgranature brillanti dai lievi riverberi dell'architettura contemporanea del Museion. Si sono alternate quindi pagine di Brahms, Grieg, Sibelius e Wagner-Liszt alle registrazioni della voce stessa di Gould, quasi fossero tutte brevi interviste – le note e le parole – sul colore, il profumo ed il rumore della neve. Il pubblico esperto del "Busoni" è rimasto conquistato da questo ragazzo del Nord un pò filosofo, interessato alla musica contemporanea e autoproduttore dei suoi stessi cd. Da riascoltare a Mito a Milano il prossimo 18 settembre.
Interpreti: Vikingur Olafsson
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