Una tomba ricchissima per Aida

Decisamente tradizionale e marcatamente "faraonico" il nuovo allestimento di "Aida", ideato dal regista recentemente scomparso Alberto Fassini e realizzato da Joseph Franconi Lee per il Festival Verdi di Parma. Lettura musicale di Bartoletti un poco lenta ma accurata. Buona prova di D'Intino, bene Pons e Giuliacci - che sostituiva Armiliato - discontinua Guleghina. Pubblico sostanzialmente soddisfatto con qualche brusio dal loggione alla fine.

Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Giuseppe Verdi
11 Giugno 2005
Il nuovo allestimento di "Aida", ideato dal regista recentemente scomparso Alberto Fassini - al quale è stata dedicata la "prima" parmigiana - e realizzato da Joseph Franconi Lee, è stato annunciato come il maggiore sforzo produttivo del Teatro Regio di Parma, volto a celebrare nell'ambito del Festival Verdi il ritorno di Radames e compagni su questo palcoscenico dopo diciotto anni di assenza. Il risultato rivelava senza dubbio ambizioni "faraoniche", con scene, costumi, comparse e coreografie (Amedeo Amodio) che reimpivano i quattro atti in maniera generosa e abbondante. Proprio a partire dall'impianto scenico realizzato assieme ai ricchi e variegati costumi da Mauro Carosi - con la presenza massiccia delle grandi colonne, ora frontali ora oblique, e i geroglifici sparsi ovunque - l'impressione generale andava nella direzione di una lettura fortemente tradizionale e un poco ridondante, segnata da un senso di claustrofobia legato alla scelta di immaginare l'intera vicenda in ambientazione notturna e, soprattutto, in "interno". Una tomba, insomma, che accoglieva dall'inizio alla fine il dramma di Aida, e che si apriva all'esterno solo nel secondo atto, in occasione della marcia trionfale. A questa atmosfera che abitava il palcoscenico rispondeva una lettura musicale dai tempi un poco dilatati, in cui Bruno Bartoletti metteva a frutto un palese scavo della partitura, rivelato soprattutto negli equilibri dell'orchestra in alcuni passaggi come, per esempio, la scena dell'appartamento di Amneris in apertura del secondo atto. Tra le voci, Luciana D'Intino ha proposto una Amneris coerente ed efficace, mentre Maria Guleghina nel ruolo del titolo ha dato buona prova d'attrice ma discontinua sul piano vocale. Piero Giuliacci, chiamato a sostituire Fabio Armiliato, dopo qualche incertezza iniziale ha saputo vestire i panni di Radames in maniera sempre più adeguata. Sempre di classe l'Amonastro di Juan Pons. Pubblico sostanzialmente soddisfatto con qualche brusio dal loggione alla fine.

Note: Nuovo allestimento

Interpreti: Personaggi Interpreti: Il re d'Egitto ENRICO TURCO, Amneris LUCIANA D'INTINO, Aida MARIA GULEGHINA (11, 14, 17), DANIELA DESSÍ (19, 22, 24), Radamès FABIO ARMILIATO, Ramfis MARIO LUPERI, Amonasro JUAN PONS, Una sacerdotessa TIZIANA TRAMONTI, Un messaggero CARLO BOSI

Regia: Uno spettacolo ideato da ALBERTO FASSINI, realizzato da Joseph Franconi Lee

Scene: MAURO CAROSI

Costumi: MAURO CAROSI

Coreografo: AMEDEO AMODIO; Movimenti mimici di Marta Ferri

Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Direttore: BRUNO BARTOLETTI

Coro: CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro Coro: MARTINO FAGGIANI

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