Per chi vive di immagini come gli artisti della Fura dels Baus, l’ultima partitura di Puccini offre spunti infiniti: nella “Turandot”, andata in scena con grande successo a Monaco, la rappresentazione del mondo della principessa di ghiaccio è una fantasmagoria di luci e movimento. Già ad apertura di sipario, si è letteralmente travolti dal parossismo visivo nel più puro stile “furero”: un mare di personaggi vestiti di sgargiantissimi costumi fra l’orientale e il futuristico in linea con l’estetica fra “Blade Runner” e la Cina contemporanea metropolitana della scena, acrobati volanti, breakdancers e pattinatrici stile “holiday on ice”. Sì, perché dove regna Turandot, non è solo la principessa a essere cinta di ghiaccio, ma anche il suo stesso suolo. E poi un grande occhio che veglia sui sudditi con proiezioni in 3D, uno sfondo con videoimmagini digitali e una coreografia che riprende e amplifica le immagini del libretto – riuscita quella del mare di teste che accompagna i nostalgici languori dei tre ministri all’inizio del secondo atto – e il finale con martirio e ascesa al cielo di Liù su sfondo di bambù, là dove il Maestro lasciò incompiuta la sua partitura. Troppo? Forse. Ma questa è la solita ricetta della cucina della Fura.
Già complice di lusso di varie scorribande operistiche del gruppo catalano, Zubin Mehta mette il suo grande mestiere e la sua antica conoscenza della partitura al servizio di una colonna sonora sontuosa e adatta al grande spettacolo. Come sono adatte le prove di Marco Berti, muscolare Calaf, e di Jennifer Wilson, granitica Turandot. Bene anche Ekaterina Scherbachenko, delicata Liù, e i tre ministri per una volta tratteggiati con sobrietà dai bravi Previati, Conners e D'Aguanno. Ottimo il coro istruito da Sören Eckhoff.
Note: Nuova produzione dell'Opera di Stato Bavarese. Altre rappresentazioni: 14, 17, 20 dicembre; 11, 14, 18, 21 aprile; 26 e 29 luglio per i Münchner Opernfestspiele.
Interpreti: Jennifer Wilson (La principessa Turandot), Ulrich Reß (L'imperatore Altoum), Alexander Tsymbalyuk (Timur, Re tartaro spodestato), Marco Berti (Calaf), Ekaterina Scherbachenko (Liù), Fabio Previati (Ping), Kevin Conners (Pang), Emanuele D'Aguanno (Pong), Levente Molnár (Un mandarino), Francesco Petrozzi (Il principe di Persia)
Regia: Carlus Padrissa - La Fura dels Baus
Scene: Roland Olbeter
Costumi: Chu Uroz
Orchestra: Bayerisches Staatsorchester
Direttore: Zubin Mehta
Coro: Chor, Extrachor und Kinderchor der Bayerischen Staatsoper
Maestro Coro: Sören Eckhoff
Luci: Urs Schönebaum (video: Franc Aleu)