Trenodia della stazione

In scena a Mannheim la nuova opera di Salvatore Sciarrino

Anna Radziejewska, Thomas Lichtenecker, Thomas McManus in "Super flumina" (foto Hans Jörg Michel)
Anna Radziejewska, Thomas Lichtenecker, Thomas McManus in "Super flumina" (foto Hans Jörg Michel)
Recensione
classica
Nationaltheater Mannheim Mannheim
Salvatore Sciarrino
20 Maggio 2011
Il lungo lamento notturno di una donna senza dimora, esposta al disprezzo e all’incomprensione dei pochi che incrociano il proprio percorso con il suo, nei grandi spazi di una stazione ferroviaria, pieni di esseri umani ma poveri di umanità. Per "Super flumina", la sua nuova opera, Sciarrino mette da parte il mondo classico e le storie fuori dal tempo e sceglie un soggetto contemporaneo, benché intriso di reminescenze letterarie. Della fonte dichiarata, il romanzo di Elisabeth Smart, c’è più di una traccia nel delirio della donna fra richiami biblici, oscenità e frammenti sconnessi di un’esistenza passata. Opera di contrasti linguistici fra lo sconnesso lirismo del monologo della donna e la scabro vocabolario del quotidiano dei suoi anonimi interlocutori quando non degli annunci di ritardi di improbabili treni Intracity o di Extracityplus. E opera di contrasti anche nel tessuto musicale, che forse non ha l’elegante compattezza di altre opere del compositore siciliano, ma che combina con sagacia drammaturgica gli elementi più caratteristici della lingua musicale sciarriniana. Elementi che sono ben messi in evidenza dalla perizia direttoriale di Tito Ceccherini, particolarmente attento a dare rilievo alla ricchezza timbrica e coloristica del grande organico orchestrale richiesto dal compositore. Altrettanto efficace è la prova di Anna Radziejewska che non sacrifica le necessarie esigenze espressive alle impervie volute della lunga melopea della donna. Anne Neuser disegna uno spazio astratto in forte pendenza con un anfratto sul davanti come rifugio della donna per accogliere lo spettacolo, pertinente ma un po’ monocorde, firmato da Andrea Schwalbach, animato più dalle videoproiezioni che dai sommessi interventi coreografici di McManus. Qualche vuoto in sala, ma accoglienza calorosa.

Note: Commissione del Nationaltheater di Mannheim. Prima rappresentazione assoluta. Altre rappresentazioni: 28 maggio; 1, 6 giugno e 1 luglio 2011.

Interpreti: Anna Radziejewska (La donna), Artur Janda (Un passante/un poliziotto), Thomas Lichtenecker (Un giovane/Voce lontana), Thomas McManus (danzatore), Ludovica Bello e Francesco Damiani (Altoparlanti degli annunzi)

Regia: Andrea Schwalbach

Scene: Anne Neuser

Costumi: Stephan von Wedel

Coreografo: Thomas McManus

Orchestra: Orchester des Nationaltheaters Mannheim

Direttore: Tito Ceccherini

Coro: Chor des Nationaltheaters Mannheim

Maestro Coro: Tilman Michael

Luci: Bernard Häusermann

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento