Schumann estremo

Giovanni Antonini è sempre più di casa a Madrid, dove da quest’anno è stato nominato direttore responsabile dell’ensemble barocco dell’Orchestra Nazionale di Spagna. Oltre all’attività con questa compagine ridotta, il fondatore del Giardino Armonico è molto presente in questa stagione anche nel cartellone principale dell’orchestra, con partiture di Mozart e di autori romantici come Mendelssohn e Schumann. Di quest’ultimo, ha diretto il “Concerto per violoncello” accompagnando Sol Gabetta in un’interpretazione molto originale e convincente. Infatti, questo concerto è una delle partiture più frammentarie e intricate di Schumann, un lavoro che pur essendo costituito da tre tempi inanellati senza pause, non è alimentato da una spinta propulsiva orientata in un’unica direzione, così che il discorso è tutt’altro che lineare e limpido. La sfida dei due interpreti è stata di non cercare di forzare questo carattere cercando una unitarietà che non c’è sulla carta, ma di esasperare le spinte centrifughe e le sospensioni della partitura, proponendolo dunque quasi come un esempio del momento di crisi del romanticismo. In questo senso, il suono intimistico, gli indugi estatici e gli scatti quasi disperati, che Sol Gabetta riusciva a cavare dal suo strumento, richiamavano inaspettatamente la musica di Mahler, in particolare nella disarmata tenerezza del tempo lento. Non altrettanto centrata è sembrata l’interpretazione della Messa in do minore di Mozart che chiudeva la serata, portata da Antonini a livelli di tensione lontani dalla natura di quest’opera. Ne è risultato un fraseggio irrigidito e nervoso che a volte ha messo in difficoltà solisti e coro, sempre un po’ sopra le righe, a scapito tanto della solennità grandiosa quanto delle sfumature più delicate di questo capolavoro.

Interpreti: Sol Gabetta, violoncello Aida Garifullina, soprano Gaelle Arquez, soprano Topi Lehtipuu, tenore Sebastian Pilgrim, basso

Orchestra: Orquesta y Coro Nacionales de España

Direttore: Giovanni Antonini