Per riflettere sul tempo

Dittico con regia di Poda alle Muse di Ancona

Recensione
classica
Teatro delle Muse
Maurice Ravel
22 Gennaio 2010
Spettacolo conciso, denso, di grande impatto visivo, il dittico presentato al teatro delle Muse di Ancona. In un tempo totale di un'ora e un quarto, Hin und Zuruck di Hindemith e L'heure espagnole di Ravel si sono susseguite senza soluzione di continuità: il passaggio armonico e quasi impercettibile tra un'opera e l'altra è stato colto dal pubblico più per la discreta accordatura degli strumenti che non per cambi repentini di scena e personaggi. Due opere molto diverse ma accomunate dalla riflessione sul tempo, più cupa in Hindemith, più giocosa in Ravel. Stefano Poda, che ha curato l'allestimento in tutti i suoi aspetti, registici, scenografici, coreografici, ha creato degli spettacoli carichi di una sensualità immediata ma in cui ogni elemento, nello steso tempo, si presta a complesse letture simboliche. Il ritorno indietro nel tempo, in Hindemith, è rappresentato sulla scena attraverso il riflesso speculare, realizzato sia con la presenza di specchi sullo sfondo, sia con la disposizione simmetrica dei personaggi: i cantanti nella metà sinistra e dei mimi perfettamente speculari sulla destra. Gestualità studiatissima, riuscitissima anche in Ravel, con i meccanismi dell'orologio imitati da movimenti a scatti dei mimi. Lo sfondo color grigio ferro ricorda la superficie lunare, sulla scena ingranaggi di orologi, clessidre, un gigantesco pendolo sferico. Allestimenti nel complesso splendidi che offrono esempi di come si possano creare vere e proprie opere d'arte visive giocando sulla gestualità, sui colori e sulle luci. Tra i cantanti emergeva Somia Ganassi, a proprio agio nei due ruoli interpretati; un po' in difficoltà il tenore Esteve nel registro acuto. Sul podio Bruno Bartoletti, in un'interpretazione precisa e ricca di nuances.

Interpreti: Vicenc Esteve (tenore), Sonia Ganassi (mezzosoprano), Nicolas Rivenq (baritono), Giovanni Battista Parodi (basso), Thomas Morris (tenore)

Regia: Stefano Poda

Scene: Stefano Poda

Costumi: Stefano Poda

Coreografo: Stefano Poda

Orchestra: Orchestra Filarmonica Marchigiana

Direttore: Bruno Bartoletti

Luci: Stefano Poda

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista 

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento