Niente di nuovo in Aida
Alla Scala: Verdi firmato Peter Stein
Recensione
classica
Questa Aida (nata allo Stanislavskij di Mosca, ma totalmente rifatta nei laboratori scaligeri) ha riservato tre soprese. La prima da parte del sovrintendente Pereira sbucato dal sipario ad annunciare la laringite di Fabio Sartori, sostituito da Massimiliano Pisapia nel ruolo di Radames, presisando che non è parente del sindaco. La seconda quella di Amneris che si taglia le vene sopra la tomba della coppia, un ottimo coup de théâtre per accumunare i tre in un destino di amore e morte. E dulcis in fundo il saggio nel programma di sala firmato da un esimio critico di un quotidiano, con inelegante e scorretta confusione di ruoli. Specie dopo la lunga querelle dello scorso anno fra il teatro e il quotidiano.
Detto questo, la regia di Peter Stein si è valsa delle belle scene di Ferdinand Woegerbauer e degli eleganti costumi di Nanà Cecchi, ma ha solo il merito di aver liberato l'opera dalla ultradecennale stratificazione di cianfrusaglie. Nonostante gli annunci di un'atmofera intimistica, come c'era d'aspettarsi ha prevalso l'intreccio fra la storia d'amore e le ragioni dei due popoli in guerra. Con la sola eccezione dell'inizio del secondo atto, in cui Stein ha ben sottolineato la tensione fra le due donne. Tutto il resto è rimasto di maniera.
Autorevole Zubin Mehta sul podio, non sempre ben assecondato dall'orchestra. Quanto agli interpreti, la palma va alla brava Anita Rachvelishvili (Amneris), mentre Kristin Lewis (Aida) ha una voce non sempre adatta a una grande sala e una sillabazione incerta, decoroso Massimiliano Pisapia, ma null'altro da segnalare. Tranne la comparsa durante la Marcia Trionfale della banda su un palchetto, secondo tradizione, ma con gli spartiti pinzati sugli strumenti, che hanno creato un involontario effetto straniante. Come se gli strumentisti degli ottoni non sapessero imparare a memoria i loro brevi interventi.
Al termine applausi per tutti, direttore e regista compresi, con grande partecipazione dei vari fans dal loggione.
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