Per questo "Lohengrin" c’erano tutte le premesse per temere il peggio: prima la defezione del protagonista a poco più di una settimana dal debutto e poi la fuga del regista Stanislas Nordey per insanabili dissidi con il direttore musicale. Invece tutto è andato per il meglio con un’accoglienza calorosa da parte del folto pubblico che ha assicurato il tutto esaurito. Buona parte del merito di questa riuscita produzione andava alla realizzazione musicale guidata con mano sicura da Manfred Honeck, attentissimo all’equilibrio con la scena e a lasciare il giusto spazio al canto per quella che è generalmente considerata l’opera più italiana di Wagner. Una lettura generosissima di colori che compensava una certa monotonia che si respirava sulla scena, e non tanto per la scena rigorosamente in bianco e nero di Emmanuel Clolus ma soprattutto per l’austero minimalismo imposto da Nordey agli interpreti. Un minimalismo che riduceva il coro ad elemento scenografico – un fondale di corpi allineati sovrapposti – e rendeva la promessa fatale di Elsa ("Nie, Herr, soll mir die Frage kommen"), dal suo apparire come un neon di Kosuth, tratto concettuale per le scene del secondo e terzo atto. Parca di segni e avara di concessioni spettacolari, la regia aveva il merito non prevaricare sulla riuscita realizzazione musicale, dando il giusto rilievo ai bravi interpreti. Dominavano Wolfgang Koch, sanguigno Telramund, e Barbara Schneider-Hofstetter, Ortrud dal fascino sinistro, entrambi festeggiatissimi dal pubblico. Buona la prova di Mary Mills come Elsa, sporcata da qualche acuto fisso, e discreta quella di Scott MacAllister come Lohengrin dalla vocalità forse troppo leggera e fraseggio generico. Fondamentale per il successo della produzione l’apporto degli splendidi complessi della Staatsoper
Note: Altre rappresentazioni: 2, 8, 13, 19, 25 aprile; 3 maggio 2009
Interpreti: Attila Jun (Heinrich der Vogler), Scott MacAllister (Lohengrin), Mary Mills (Elsa von Brabant), Wolfgang Koch (Friedrich von Telramund), Barbara Schneider-Hofstetter (Ortrud), Adam Kim (Heerrufer), Torsten Hofmann, Hans Kittelmann, Mark Munkittrick, Motti Kastón (quattro nobili brabantini)
Regia: Stanislas Nordey
Scene: Emmanuel Clolus
Costumi: Raoul Fernandez
Orchestra: Staatsorchester Stuttgart
Direttore: Manfred Honeck
Coro: Chor der Staatsoper Stuttgart
Maestro Coro: Michael Alber
Luci: Philippe Berthomé
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento