Monsaingeon ospite del Festival Busoni

Il regista dei musicisti racconta a Bolzano il suo incontro con Richter

Recensione
classica
Bolzano Festival Bozen
31 Agosto 2012
Avevamo ascoltato al Museion di Bolzano i discorsi di Glenn Gould sullo stretto rapporto tra isolamento fisico e libertà interiore, mentre un giovane pianista islandese dipingeva una campagna innevata. Ritorniamo nello stesso museo ad una settimana di distanza per riprendere esattamente lo stesso discorso. La coincidenza ce la offre un'altra grande icona del pianismo del passato, Sviatoslav Richter, che cammina nella neve in un vecchio filmato mentre poche righe in sovrimpressione lo descrivono come un uomo isolato dal mondo e quindi uomo libero. Sono i primi fotogrammi del film che uscì nel 1998 ad opera di un fine narratore quale è Bruno Monsaingeon, il regista dei musicisti. La pellicola, che proprio in questo mese sarà ripubblicata dalla EuroArts, è stata proposta dal Festival Busoni alla presenza dello stesso regista che ha raccontato al pubblico, con la gioia sincera della condivisione e con l'emozione nel ricordo del grande pianista russo, i retroscena e la genesi di questa fondamentale cine-biografia. «Mi chiedono molto spesso se è stato difficile fare un film con Richter. Ho sempre risposto che niente era più facile, a patto di rispettare certe sue condizioni: niente microfono, niente filmati, niente cinepresa». Con tanta pazienza e dopo anni di incontri giornalieri, dopo un immane lavoro di ricerca di filmati d'epoca, nasce un film che mostra la verità del pianista Richter (“Sono io” disse a Monsaigeon quando gli fece visionare il lavoro compiuto) ma soprattutto l'uomo che era, da quel bambino svogliato a scuola all'adolescente talentuoso che colpì Neuhaus, all'artista interessato sempre e solo alla musica, ipercritico con sé stesso. Questo è Richter di Monsaingeon, un puro raccontato da un puro.

Note: proiezione del film "Richter, L'Enigma" ed incontro con il regista Bruno Monsaingeon

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