L'operetta secondo Loy

All'Oper Frankfurt il “Fledermaus”

foto Monika Ritterhaus
foto Monika Ritterhaus
Recensione
classica
Oper Frankfurt Frankfurt am Main (Francoforte sul Meno)
Johann Strauss
06 Marzo 2011
Da un regista di razza come Christof Loy è lecito aspettarsi un segno originale, anche rispetto alle convenzioni di ogni tendenza che imperversano sulle scene d’opera. Per il suo primo “Fledermaus” il segno più visibile è l’anticipazione della festa da Orlofsky già ad apertura di sipario e l’inserimento delle scene del primo atto come flashback all’interno della grande festa. La linearità della trama è spezzata ma gli abili cambi di luce (di Olaf Winter) suggeriscono gli scarti temporali nella bella scena fissa (di Herbert Murauer) – un salone a campana con pareti tapezzate in damasco. Non c’è nulla che ricordi i tempi della Vienna di Strauss, ma c’è il solito gioco di Loy sui tempi dell’azione: sospensioni, accelerazioni e ripetizioni danno una struttura al ‘perpetuum mobile’ dell’azione, che accelera fino al climax dell’orgia coreutica prima della relativa staticità nell’ultima scena, nell’ufficio del direttore delle carceri (lo stesso spazio scenico, svuotato di tutto), centone di citazioni di gag e slapstick che strizzano l’occhio a una tradizione molto diffusa in area austro-tedesca. Gli interventi strutturali comunque incidono poco sulla sostanza del lavoro, ma Loy conferma soprattutto il suo grande talento per la direzione degli interpreti. In questo è aiutato da un cast davvero straordinario, specie nel reparto maschile, in cui spicca la verve di Gerhaher sempre combinata con una linea di canto di squisita raffinatezza. Deboli invece le prestazioni vocali delle protagoniste Zechmeister e Stallmeister, che riscattano pienamente con ottime doti attorali. Più Prussia che Austria nella direzione di Weigle, che non si spinge troppo al di là dell’onesto mestiere. Buona l’orchestra e precisi gli interventi del coro (in buca). Gran successo e qualche "buh!" al regista.

Note: Altre reppresentazioni: 10, 12, 17, 19, 24, 27 marzo; 7 aprile 2011.

Interpreti: Christian Gerhaher (Gabriel von Eisenstein), Barbara Zechmeister (Rosalinde), Thorsten Grümbel (Frank), Martin Wölfel (Prinz Orlofsky/Frosch), Stephan Rügamer (Alfred), Michael Nagy (Dr. Falke), Hans-Jürgen Lazar (Dr. Blind), Britta Stallmeister (Adele), Andrea M. Dewell (Ida). Ospiti danzanti: Umberto De Bernardo (Ali-Bey), Christoph Quest (Ramusin), Daniel Heck (Murray), Marcus Hosch (Marquis Cariconi), Vassily Dück (Ivan/Fisarmonicista), Matthias Spahn (Duparquet), Cyril Sjöström (Laszlo), Elisabeth Jakob (Melanie), Rebekka Aue (Faustine), Uta Bierbaum (Felicitas), Paula Rosolen (Sidi)

Regia: Christof Loy

Scene: Herbert Murauer

Costumi: Herbert Murauer

Coreografo: Thomas Wilhelm

Orchestra: Frankfurter Opern- und Museumsorchester

Direttore: Sebastian Weigle

Coro: Chor der Oper Frankfurt

Maestro Coro: Matthias Köhler

Luci: Olaf Winter

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