L’eleganza di Nagano per Wagner
A Parma applausi per il concerto di chiusura del Festival Toscanini 2024
Tanta gente è confluita in Piazza del Duomo a Parma per la serata conclusiva del Festival Toscanini 2024, appuntamento che ha visto protagonista Kent Nagano alla direzione della Filarmonica Arturo Toscanini e impegnato in un repertorio interamente wagneriano. Un impaginato che omaggiava i programmi degli storici concerti tenuti da Arturo Toscanini nel settembre 1952 al Teatro alla Scala di Milano e, nell’aprile di due anni dopo, alla Carnegie Hall di New York con l’Orchestra NBC, ultimo impegno concertistico dello stesso Toscanini.
Una partecipata serata di musica quindi, quella di giovedì scorso, anticipata dall’interessante tavola rotonda ospitata nel tardo pomeriggio nell’auditorium dell’APE Parma Museo, dove, moderati a Enrico Girardi, si sono confrontati sul rapporto Wagner-Toscanini Giangiorgio Satragni – che ha puntualmente riferito di alcuni aspetti della diffusione del wagnerismo in Italia – Harvey Sachs – che ha condiviso diversi spunti sulle letture wagneriane del maestro tratte dalla sua ampia conoscenza toscaniniana – Luca Chierici – che ha proposto un metodico confronto tra i differenti approcci interpretativi di Toscanini e Furtwängler – e Laura Cosso – protagonista di una brillante disanima della consapevole visione operistico-registica di Toscanini in riferimento all’allestimento del Tristan und Isolde alla Scala del dicembre del 1923 curato da Adolphe Appia (con buona pace dei sempiterni paladini delle regie “tradizionali”).
Suggestioni che sono state idealmente sublimate in occasione del concerto serale il quale, pur subendo tutti i connotati tipici degli eventi musicali all’aperto – pubblico non proprio attentissimo, sovente impegnato ad armeggiare con i propri smartphone per le ormai inevitabili riprese video, foto e selfie – ha goduto di una ripresa e diffusione del suono di adeguata rispondenza. Un dato, questo, che ha permesso di godere al meglio di quella consapevolezza composta e appassionante al tempo stesso che Nagano ha impresso alla sua lettura del programma proposto, accompagnandoci in un circuito di intenzioni espressive che ha trovato alcuni momenti tra i più interessanti negli interventi di Gerhild Romberger che, con la sua voce di contralto, ha restituito la densa eloquenza dei Wesendonk Lieder.
Una direzione, quella di Nagano, segnata nel complesso da una pregnante eleganza, capace di accompagnare per mano la compagine orchestrale nelle radure espressive di pagine come Tannhäuser (Ouverture e Musica del Monte di Venere) o Tristan und Isolde (Preludio e Morte di Isotta).
Un percorso interpretativo che il direttore giapponese naturalizzato statunitense ha saputo delineare con consapevole misura, chiedendo alla Filarmonica Toscanini il giusto impegno nella restituzione di sfumature espressive essenziali, che hanno raggiunto il loro apice di equilibrio nell’Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal, pagina attraversata da una significativa e coinvolgente trasparenza strumentale.
Il folto pubblico presente ha salutato con generosità gli artisti impegnati durante l’intero svolgersi del concerto, toccando l’apice dell’entusiasmo in occasione delle inconfondibili impennate degli archi che annunciano la celeberrima Cavalcata delle Valchirie, brano che ha chiuso tra gli applausi questa edizione 2024 del Festival Toscanini.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Napoli: l’Ensemble Mare Nostrum sotto la direzione di Andrea De Carlo e con il soprano Silvia Frigato