Le sorprese di Gergiev

Due solisti d'eccezione per il concerto della Filarmonica della Scala

Recensione
classica
Orchestra Filarmonica della Scala Milano
10 Marzo 2014
Serata insolita quella con Valery Gergiev su podio della Filarmonica della Scala. Com'era prevededibile, nella suite del Romeo e Giulietta di Prokofev, seconda parte del concerto, il direttore ha saputo da par suo trarre dall'orchestra sonorità sontuose (col basso tuba forse troppo generoso nelle scansioni ritmiche) e una tensione che non è mai venuta mai meno. Le sorprese ci son state invece nella prima parte della serata. In programma il Concerto n. 3 in do maggiore di Prokofev, con un solista fuori dal comune in tutti i sensi: il giapponese Nobuyuki Tsujii, ventiquattro anni, non vedente dalla nascita e ciò nonostante vincitore nel 2009 del concorso Van Cliburn. Il suo handicap ne fa ovviamente un "caso", anche perché crea nel pubblico una sorta di apprensione protettiva, ma il successo ottenuto è stato ampiamente meritato. Vederlo suonare è davvero impressionante, con quella testa in perenne agitazione che non segue il ritmo della musica, come se Nobuyuki vivesse in un mondo suo, separato da tutto. L'esecuzione del concerto è stata precisa, garbata, agilissima in ogni passaggio, salutata da lunghi applausi con Gergiev che appoggiava la mano sulla spalla del pianista per accompagnarlo al lato del palco prima di ricondurlo in proscenio. I bis offerti sono stati entrambi di Liszt, la Campanella e la Parafrasi di Rigoletto. Come secondo brano della prima parte, il concerto per violoncello di Dutilleux, Tout un monde lointain, composizione di raro ascolto, che è risultato il pezzo più interessante della serata, anche grazie al solista, l'armeno Narek Hakhnazaryan. Di prim'ordine, per l'assoluta padronanza tecnica e il suono pastoso. Il violoncellista e il direttore sono riusciti a rendere alla perfezione la sospensione sognante di Dutilleux, di ardua esecuzione. Ottime e di grande efficacia le percussioni della Filarmonica, spesso impegnate in pianissimi quasi impalpabili, specie in Enigme e Regard, i due primi movimenti. Al termine Hakhnazaryan ha concesso anche lui due bis, un Capriccio di Alfredo Piatti e una Sarabanda di Bach. Peccato che il pubblico non sia stato all'altezza della bella serata. Già alcune persone se n'erano andate durante Romeo e Giulietta scavalcando i vicini, ma alla fine appena iniziati gli applausi c'è stato un fuggi fuggi di mezza platea. Non certo un esempio di buona educazione.

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