Era stato allo stesso tempo ingegnere, romanziere, drammaturgo, poeta, giornalista, trombettista, attore, poeta, scultore, cantante e paroliere, amico di Sartre e Queneau, Miles Davis e Juliette Greco: 39 anni vissuti con l'accelleratore, una feroce ingordigia di vita e d'amore, quelli di Boris Vian. Sapeva della malattia che lo condannava,ma non per questo si sentiva meno partecipe ed impegnato nel mondo. Più di 500 canzoni d'amore, d'impegno civile, per danzare e talora per bere.
Così in una serie di scintillanti quadri teatrali Jérome Savary, regista e interprete con la sua ottima troupe di cantanti, musicisti, attori e ballerini ripropongono la poesia e le provocazioni dell'autore: "Non siamo fatti per essere strapazzati", "Il disertore", "Fammi male Johnny","Sono uno snob", "Il blues del dentista" alcuni dei suoi titoli."Canzoni possibili, probabili ed improbabili" come le scrisse lo stesso Vian, che ricordano talora i quadri dissacranti e malinconici del nostro Giorgio Gaber. Blues, polka, tango, valzer, java, ballate, rock and roll, commedia musicale ed operetta si trasformano nelle mani del musicista e divengono parte di un cabaret "patafisico" che ancora anzi soprattutto oggi esprime il disagio del vivere in un mondo sordo alle provocazioni del cuore e della coscienza. Mixando jazz e rock and roll Vian fece scoprire ai francesi l'America.
Ora Savary in uno spettacolo pieno di swing e di rigore, con ironia e tenerezza ci fa riaprire gli occhi su noi stessi. Nello stesso teatro dove fu girato "Les enfants du Paradis" le note della trompinette di Boris Vian sono da non perdere.
Note: al Theatre Dejazet dal 17 settembre al 7 novembre 2010
Interpreti: Nina Savary, Jérome Savary, Antonin Maurel, Sabine Leroc, Frederic Longbois
Regia: testo e regia Jérome Savary
Orchestra: Orchestra des Franciscain Hot Stompers
Direttore: Philippe Rosengoltz
Luci: Pascal Noel