Le avventure di Max, il cacciatore

Quasi un cartoon il "Freischütz" secondo Bob Wilson al Festspielhaus Baden-Baden

Ronald Spiess (Samiel) e Steve Davislim (Max). Foto Lesley Leslie-Spinks
Ronald Spiess (Samiel) e Steve Davislim (Max). Foto Lesley Leslie-Spinks
Recensione
classica
Festspielhaus Baden Baden Baden Baden
Carl Maria von Weber
01 Giugno 2009
Per il Festival di Pentecoste va in scena al Festspielhaus di Baden-Baden un "Freischütz" griffatissimo – quasi una lussuosa vetrina come quelle dell'elegante cittadina termale che lo ospita – e di infallibile presa mediatica (la tv arte concede una diretta all'unica replica). Con la sua tipica sintesi di segni ed esperienze molto lontane nel tempo e nei luoghi, Robert Wilson illustra con leggerezza infantile la favola di Weber e Kind. Come in un cartoon, sulla scena personaggi vestiti degli immaginifici costumi disegnati da Viktor e Rolf agiscono contro sagome bidimensionali e sfondi dai colori esaltati e cangianti, e un sofisticato disegno luci spesso in sincronia con l'incedere musicale. Inutile aspettarsi interpretazioni rivoluzionarie o psicologismi: Wilson è e rimane soprattutto fedele a se stesso e al suo teatro di immagini. Partendo da premesse affatto diverse, la visione musicale di Thomas Hengelbrock, per la prima volta alla guida della brillante Mahler Chamber Orchestra, ricerca un'autenticità che nasce dall'adesione intima all'ideologia weberiana e alla temperie della Germania di inizio ottocento. Hengelbrock lavora e ottiene una grande pulizia di suono, predilige colori crepuscolari e tempi distesi, con un rigore quasi inflessibile sul piano dell'effetto (non poco ne soffre la scena della Wolfsschlucht). In compenso il canto ci guadagna, in particolare le due scene di Agathe eseguite con grande musicalità e autorevolezza da una Juliane Banse in splendida forma. Più legnoso il Max di Steve Davislim cui faceva ombra l'esuberante Kaspar di Dimitry Ivashchenko. Efficace l'Ännchen di Julia Kleiter come il resto della distribuzione completata dal perentorio Eremita del veterano Paata Burchuladze. Splendida la prova del viennese Philharmonia Chor. Grande successo.

Note: Produzione del Festspielhaus di Baden Baden per il Festival di Pentecoste

Interpreti: Klaus Kuttler (Ottokar), Reinhard Dorn (Cuno), Juliane Banse (Agathe), Julia Kleiter (Ännchen), Dimitry Ivashchenko (Kaspar), Steve Davislim (Max), Paata Burchuladze (Ein Eremit), Ronald Spiess (Samiel), Matjaz Robavs (Kilian)

Regia: Robert Wilson

Scene: Robert Wilson

Costumi: Viktor & Rolf

Orchestra: Mahler Chamber Orchestra

Direttore: Thomas Hengelbrock

Coro: Philharmonia Chor Wien

Maestro Coro: Walter Zeh

Luci: Robert Wilson

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