La trascinante eleganza del barocco tedesco

Successo per la prima data italiana del tour di Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock e Jonathan Manson con musiche di Bach e Telemann

Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock e Jonathan Manson (foto Fabio Boschi)
Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock e Jonathan Manson (foto Fabio Boschi)
Recensione
classica
Parma, Teatro Regio
Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock e Jonathan Manson
03 Marzo 2024

Prima data italiana del tour 2024 del trio composto da Emmanuel Pahud al flauto, Trevor Pinnock al clavicembalo e Jonathan Manson al violoncello, il concerto ospitato l’altra sera dal Teatro Regio di Parma ha rappresentato una preziosa tappa nell’ambito della Stagione Concertistica 2024 realizzata dalla Società dei Concerti di Parma.

Il programma proposto ha offerto pagine di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann, restituite attraverso quella raffinata varietà espressiva scaturita ora dalla pregnante affinità generata dai dialoghi tra i tre musicisti, ora affiorata dalle oasi solistiche che hanno preso forma con significativa intensità.

Proprio in quest’ultimo frangente le individualità dei tre artisti hanno saputo tratteggiare letture efficacemente originali, come nel caso della Fantasia in fa diesis minore di Telemann, decima delle dodici composizioni per flauto solo scritte attorno al 1732 nella quale il compositore innesta un linguaggio al tempo stesso serratamente virtuosistico e sinuosamente espressivo che Emmanuel Pahud è riuscito a delibare con una padronanza strumentale dalla trascinante naturalezza.

Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock e Jonathan Manson (foto Fabio Boschi)
Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock e Jonathan Manson (foto Fabio Boschi)

Un carattere che ha accomunato anche la Fantasia cromatica e fuga in fa diesis minore BWV 903 per clavicembalo di Johann Sebastian Bach, dove Trevor Pinnock ha disegnato con tocco magistrale il suggestivo intreccio polifonico che innerva questa composizione, e la Suite in sol maggiore BWV 1007 per violoncello solo, prima e forse più conosciuta della raccolta di sei pagine per questo strumento composta dal maestro di Eisenach, che Jonathan Manson ha restituito con gusto pregnante e misurato.

Tre individualità capaci di andare oltre la somma dei propri caratteri in occasione delle pagine che li hanno visti dialogare attraverso brani bachiani quali la Sonata per flauto traverso e clavicembalo obbligato BWV 1030 o le due Sonate per flauto traverso e basso continuo BWV 1034 e BWV 1035, queste ultime scelte rispettivamente per aprire e chiudere il programma ribadendo una qualità di lettura attraversata da un’intensità interpretativa rischiarata da una rara e coinvolgente suggestione.

Copiosi e calorosissimi gli applausi del nutrito pubblico presente, sulla scia dei quali i tre artisti hanno offerto la morbida intensità melodica che abita il secondo movimento della Sonata in mi bemolle maggiore per flauto BWV 1031 quale apprezzato fuori programma.

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