La "Forza" di Kovatchev

La Forza del destino di Busseto è stata piacevole, equilibrata, segnata da una regia discreta e rispettosa, tutta giocata sugli spazi a destra e sinistra del palcoscenico e su un'ambientazione storica tendenzialmente astratta. Di conseguenza ha guadagnato spazio l'interpretazione del direttore, Kovatchev, intensa e dinamica. Allestimento all'aperto, quindi amplificato. Dignitoso il cast di giovani, con qualche voce decisamente interessante, allevato da Carlo Bergonzi. Tanti gli applausi del folto pubblico.

Recensione
classica
Fondazione "A. Toscanini" Busseto
Giuseppe Verdi
30 Giugno 2001
Uno spazio scenico dalla collocazione storica astratta e indecifrabile, diviso in due: a destra lo spazio fisico, concreto, in cui regna l'azione e angoli di scene che rievocano i luoghi nei quali si snoda la vicenda; a sinistra uno spazio neutro, interiore, in cui trovano posto i momenti più riflessivi, le oasi intimistiche che rimandano alla ricerca di una pace che il destino avverso non vuole concedere. Così ci è parsa la scena ideata, assieme ai costumi, dal regista Beppe De Tomasi per il nuovo allestimento de "La forza del destino" ospitata dal Teatro all'aperto di Villa Pallavicino, prima tappa operistica della stagione estiva del Centenario Verdiano di Busseto. E come in tutte le manifestazioni operistiche all'aperto, il dato da rilevare a premessa di qualsiasi considerazione successiva è quello acustico, risolto in questa occasione con un'amplificazione, in sintesi, discreta e funzionale. Un equilibrio sonoro che ha restituito il timbro dell'Orchestra della Fondazione Toscanini caratterizzato da una direzione che Julian Kovatchev ha voluto intensa, dinamicamente vivida nei momenti di maggior concitazione drammaturgica, senza rinunciare agli spazi di più densa e morbida cantabilità incastonati in questa partitura. Una mesa in scena che ha proposto alcune novità per Busseto, ripristinando il duetto tra Don Carlo e Don Alvaro - "Non io, fu il destino" - collocandolo dopo il "Ratalpan", sulla scorta dell'edizione di San Pietroburgo del 1862, e facendo eseguire la sinfonia non in apertura d'opera, bensì dopo l'antefatto del primo quadro: l'intenzione era quella di far percepire il trascorrere del tempo tra primo e secondo quadro. Nel complesso, l'impianto generale dell'opera ha goduto di una buona dinamicità scenica, merito dei pannelli scorrevoli sovrapposti che permettevano cambi di scena rapidi, e che si aprivano ora su squarci scenografici - ispirati a dense pitture o austeri abituri - essenziali ma efficaci, ora su strisce di cielo notturno abitato da una luna immobile. In quest'ambito, a loro agio si muovevano gli interpreti del Laboratorio Verdiano per Cantanti Lirici diretto da Carlo Bergonzi, un gruppo di voci giovani ma sostanzialmente affidabili, come hanno dimostrato Antonella D'Amico, una Donna Leonora dal controllo vocale raffinato, il cui timbro chiaro risultava più a suo agio nella tessitura medio alta, Philip Webb nei panni di Don Alvaro, appassionato nel fraseggio ma che ha trovato appieno la propria dimensione vocale nella seconda metà dell'opera, e la caratterizzazione univoca ma efficace del Don Carlo di Antonio Strangapede, voce baritonale sicuramente interessante. Inoltre bene la Preziosilla di Edyta Kulczak, e Andrea Cortese, un Fra Melitone mai sconfinato nella gretta caricatura. Il Coro della Toscanini ha assecondato con impegno le indicazioni di Kovatchev che, alle prese con una regia caratterizzata da una piacevole discrezione, ha avuto la possibilità di portare la propria visione della "Forza" in primo piano. Il pubblico, alla fine, ha accolto tutti i protagonisti con calorosi applausi.

Note: nuovo all.

Interpreti: interpreti del Laboratorio Verdiano per Cantanti Lirici della Fondazione "A. Toscanini": Pizzirani, D'Amico, Stragapede, Webb, Kulczak, Tonini, Cortese

Regia: Beppe De Tomasi

Scene: Beppe De Tomasi

Costumi: Beppe De Tomasi

Orchestra: Orchestra della Fondazione "A. Toscanini"

Direttore: Julian Kovatchev

Coro: Coro della Fondazione "A. Toscanini"

Maestro Coro: Marco Faelli

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