La fede di Lucerna
Splendida prova di Harding e della Mahler Chamber
Recensione
classica
Secondo concerto della rassegna dedicata alla “Fede”, affidato a Daniel Harding sul podio della Mahler Chamber Orchestra. L’organico del “Gesang der Geister uber den Wassern” è di soli 14 archi (violini assenti) e il loro attacco pastoso, scuro sottolinea magistralmente il mistero di questa composizione sui versi di Goethe. Dove è intenso il senso religioso del mondo, della ciclicità dell’esistere, che nulla però deve ad alcun credo ecclesiastico. Il meraviglioso Schwedischer Rundfunkchor, ha perfettamente assecondato la lettura di Harding.
Di seguito un altro gioiello di profonda e libera spiritualità, il “Nachlied” di Schumann. Dopo la cupa frase iniziale delle viole, la Mahler Chamber al completo ha calibrato sonorità smaglianti, talvolta quasi violente, a momenti di dolce abbandono con ammirevole souplesse.
Nella seconda parte della serata l’ultima messa scritta da Schubert (ben lontana dalla interiorità della “German Mass”). Harding ne ha retto la complessa magniloquenza con assoluto controllo, facendone affiorare la virulenza nascosta. Quasi fosse un atto di devozione al Dio dell’Antico Testamento. Unica oasi di tenerezza “Et incarnatus est de Spiritu Sanctu ex Maria Virgine”. Magnifici i solisti: Mari Eriksmoen, Sara Mingardo (in sostituzione di Bernarda Fink), Andrew Staples, Andrew Kennedy, Franz-Josef Seling. Successo vivissimo e applausi calorosi, specie per i coristi, guidati da Peter Dijkstra, alto più di due metri e sorridente.
Note: Attenzione alla sostituzione: Sara Mingardo invece di Bernarda Fink
Orchestra: Mahler Chamber Orchestra
Direttore: Daniel Harding
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