Il misticismo di Avital
Como: il debutto di Otot
Recensione
classica
Opera icono/sonora: così l'ha definita il suo stesso autore, l'israeliano Yuval Avital, con il quale abbiamo fatto una chiacchierata nel numero di gennaio del Giornale della Musica. Stiamo parlando della sua nuova commissione, Otot; un contrappunto fatto di live electronics, musica per orchestra e immagini incentrato sul concetto di misticismo nella storia dell'uomo, eseguito ieri sera in prima assoluta al Teatro Sociale di Como. La componente irrazionale della nostra esistenza, quella soglia di inspiegabilità di certi fenomeni che si insinua anche fra le pieghe della scienza (il famoso «Wow! signal» captato nel 1977 nell'ambito del progetto SETI e mai davvero spiegato, per fare un esempio) e che Avital ha interpretato dal punto di vista sonoro tramite una scrittura ritmica e vagamente minacciosa, abilmente strutturata in senso spaziale (percussioni e fisarmoniche fra i palchi, live electronics manovrati da Giovanni Cospito a creare un incombente sound environment), squarciata da brevi passaggi lirici e da rarefatti echi mediorentali. Non sempre l'associazione con le immagini appariva determinante nel continuum del discorso musicale. Del resto, il rischio era anche che la musica diventasse mero commento a ciò che veniva proiettato alle spalle dell'Orchestra 1813 diretta da José Luis Gómez-Ríos: eventualità scongiurata proprio dalla solidità della musica, che farebbe sicuramente da sé se registrata con l'indispensabile cura tecnica richiesta da una tale ricerca sonora. Una nota di merito per il primo violino della compagine comasca e per i musicisti di Nuovo Ensemble Percussioni Milano, questi ultimi determinanti per la piena riuscita della serata.
Interpreti: Giovanni Cospito, live electronics Sergio Scappini, Paolo Vignani, Augusto Comminesi, fisarmoniche Nuovo Ensemble Percussioni Milano
Orchestra: Orchestra 1813
Direttore: José Luis Gómez-Ríos
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