I Wiener incantano il Teatro del Giglio
A Lucca unico concerto in Italia per le celebrazioni pucciniane
Prolungate standing ovation all’inizio e al termine del raffinato e superlativo concerto tenuto dalla Wiener Philharmoniker affiancati dal coro Singverein della Gesellschaft der Musikfreunde Wien, diretti rispettivamente da Adam Fischer e Johannes Prinz. Ad aprire il programma, la Messa a 4 voci (1880) di Giacomo Puccini, scritta come saggio finale per il conseguimento del diploma all'Istituto Musicale “Giovanni Pacini” di Lucca; la composizione giovanile, in sé, non è un capolavoro: si trasforma quasi in quest’ultimo grazie alla sensibile e accurata esecuzione dell’orchestra e del coro viennesi. Gli impasti timbrici degli strumenti, il perfetto equilibrio dinamico tra coro e orchestra, gli accurati respiri agogici e l’ottima lettura di Adam Fischer, conferiscono all’intera composizione una visione nuova, inedita, capace di mettere in risalto quelle accorte e minuscole miniature orchestrali ancora in nuce nello stile pucciniano, facendo emergere le piccole tessere di un mosaico musicale – tipiche del Puccini maturo - sovente tralasciate in altre esecuzioni.
La parte vocale, però, non si integra con la perfezione dell’orchestra e del coro. Vittorio Grigolo forza l’emissione e spinge fino a stimbrarsi negli acuti, ricorre ad atletismi, e sembra non conoscere bene la parte, poiché il direttore Fischer ha il suo bel daffare nel dare al tenore gli attacchi; in più, Grigolo ‘gigioneggia’ un po’ troppo in eccessivi movimenti non richiesti in quel ruolo, quasi fosse un personaggio teatrale. Massimo Cavalletti è dignitoso e professionale, dal timbro omogeneo quanto basti nei medio-gravi, mentre nelle zone acute tende a tenoreggiare.
Eccezionale pure l’esecuzione del “Libera me”, la parte finale dalla Messa per Rossini (1869) scritta da Verdi a celebrazione della morte del musicista pesarese (13 novembre 1869). Qui, la musica del bussetano prorompe in orchestra in tutta la sua potenza alternata, con sapiente equilibrio, ai momenti più lirici e intimistici, impreziositi dagli ampi respiri e sempre in perfetto equilibrio con il coro che, nei piani e pianissimi, diviene un sussurro dallo spessore emozionante. Pure in questo brano, come nel precedente, l’ineguagliabile cura nella lettura e nella prassi esecutiva, aprono nuovi orizzonti a un ascolto più approfondito, di affascinante e coinvolgente bellezza. Una nota di merito al soprano Alessia Panza, la cui voce corre precisa, le mezzevoci sono ben controllate, l’intensità ha il giusto spessore in equilibrio con orchestra e coro.
Acuta la scelta delle due composizioni: un accostamento in cui si raffigurano l’alfa e l’omega di Giacomo Puccini, considerato l’epigono di Verdi. La Messa del 1880 a indicare la nascita dell’artista, il brano estratto da quella verdiana quale omaggio a suffragio della consacrata arte compositiva pucciniana.
Il concerto al Teatro del Giglio del 29 novembre 2023, unico in Italia e organizzato dal Comitato delle celebrazioni pucciniane presieduto da Alberto Veronesi, rimarrà nella storia del teatro lucchese, poiché mai in passato il Giglio aveva ospitato i Wiener. Ben curato nella forma tipografica ed esaustivo nelle note al concerto curate da Michele Bianchi, il programma di sala.
Unica – se vogliamo – pecca, non aver concesso un pur breve fuori programma al termine del concerto, nonostante l’insistente standing ovation e le reiterate richieste da parte del pubblico.
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