I Pomeriggi e la Memoria
Silvia Chiesa porta in Italia il Concerto per violoncello e orchestra di Gil Shohat
Recensione
classica
L’acustica del Dal Verme non migliora con gli anni, purtroppo. Tant’è vero che solo quando il violoncello di Silvia Chiesa non è inghiottito nel buco nero delle frequenze medio-gravi, è possibile rendersi conto della grande espressività e tecnica della solista, responsabile anche di una proposta esecutiva interessante. Già, perché il concerto di Gil Shohat (2000) presenta vari motivi di peculiarità, a cominciare dal linguaggio molto più debitore di un certo Bernstein anni ’40 e ’50 (il richiamo è sensato, vista la comune radice ebraica) che non delle varie avanguardie più recenti. Il lirismo melodico rimanda a quel clima intriso di musical e Tin Pan Alley, mentre alcune atmosfere, soprattutto nel lungo Lento iniziale, strizzano l’occhio al cinema. Una scrittura di sapore post-moderno, con moduli ritmici ripetitivi ben amalgamati nel tessuto sinfonico, che rivelano anche un sostrato minimalista. Il risultato è tonale, orecchiabile e apprezzato dal pubblico (non esattamente teenager) de I Pomeriggi Musicali. Peculiare è poi il trattamento del violoncello, poco in evidenza e spesso alternato con l’oboe e il flauto negli episodi solisti. Ma le difficoltà tecniche, sebbene nascoste, non mancano. Silvia Chiesa si esalta soprattutto nel Finale, rapendo l’ascoltatore con grande maestria. Il concerto prosegue con i gioiellini “ebraici” di Ravel (la Chanson e le Deux mélodies), eseguiti dal bravo Timothy Sharp che, con rigore e pulizia, trova una via espressiva all’altrimenti sfuggevole rarefazione raveliana. La Sinfonia giovanile n. 8 di Mendelssohn è un chiaro messaggio di leggerezza in chiusura della giornata dedicata alla Memoria; ciò non toglie del tutto l’impressione di una scelta debole, motivata più dalla facilità dell’ascolto che non dal peso specifico del brano.
Note: Gil Shohat: Concerto per violoncello e orchestra (prima italiana) Maurice Ravel: Chanson hébraïque per voce e orchestra; Deux mélodies hébraïques per voce e orchestra Felix Mendelssohn-Barthodly: Sinfonia n. 8 in Re maggiore per archi, MWV N 8 © Foto di Silvia Chiesa: Ugo Dalla Porta
Interpreti: Silvia Chiesa: violoncello Timothy Sharp: baritono
Orchestra: I Pomeriggi Musicali
Direttore: Giampaolo Bisanti
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
classica
A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln