I Masnadieri a Napoli 160 anni dopo
Ottimo esordio di Luisotti al San Carlo. Deludente la regia di Lavia
Recensione
classica
Al San Carlo “I Masnadieri” apparvero due anni dopo la prima assoluta di Londra, nel lontano 1849: da allora mai più fino ad oggi. Già solo questo dato bastava per caricare di aspettative lo spettacolo proposto ora al pubblico napoletano; le attese erano poi accresciute dall’inedito allestimento curato da Gabriele Lavia e dall’esordio sul podio del nuovo direttore musicale Nicola Luisotti. In un bilancio sommario è senza dubbio a quest’ultimo che bisogna attribuire buona parte del successo che l’opera ha ottenuto, anche a giudicare dalla quantità degli applausi finali a lui indirizzati. Quel che colpisce nell’approccio del direttore a quest’opera fin troppo bistrattata è l’impressionante forza cinetica che dal suo gesto ampio si trasmette all’orchestra, e che si traduce in termini di vitalità ritmica, intensità timbrica, vivacità drammatica. Luisotti riesce a valorizzare in pieno le parti più luminose dell'opera: dal preludio iniziale alla cavatina di Carlo; dal finale primo al duetto d’amore del secondo atto, fino al terzetto conclusivo. Il coro e il cast vocale rispondono al meglio alle intenzioni del direttore, soprattutto il buon quartetto dei protagonisti, Machado, Rucinski, Garcia, Prestia.
Deludente è la regia di Lavia, la cui lunga frequentazione col dramma di Schiller faceva invece ben sperare. La sensazione è che il regista abbia adattato al melodramma verdiano sic et simpliciter le idee di fondo della la sua più recente messa in scena di Die Räuber, senza sforzarsi di trovare soluzioni sceniche efficaci ai problemi posti dal debole libretto di Maffei. Il risultato è uno stridente contrasto fra le scene e i costumi post-moderni – incaricati di tradurre il portato ribellistico e rivoluzionario del testo schilleriano - e una recitazione all’insegna delle più convenzionali pose melodrammatiche.
Interpreti: Aquiles Machado (Carlo); Artur Rucinski ( Francesco); Lucrecia Garcia (Amalia); Giacomo Prestia (Massimiliano); Walter Omaggio ( Arminio)
Regia: Gabriele Lavia
Scene: Alessandro Camera
Costumi: Andrea Viotti
Maestro Coro: Salvatore Caputo
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