In tempi di pensiero debole, l'utopia ha il respiro corto e il messaggio rischia di annacquarsi in pedante ovvietà. È questo forse il limite maggiore della nuova creazione di Ruzicka e Mussbach, alla seconda collaborazione dopo il più riuscito "Celan". Il soggetto: dopo aver vissuto i passaggi più significativi dell'esistenza, una catastrofe naturale porta i tredici protagonisti nel grigiore condominiale del mondo contemporaneo. In un contesto di incomunicabiltà e violenza, di indifferenza alla vita come alla morte, si impone un tiranno che riporta l'ordine con la paura. La liberazione dalla tirannia apre alla speranza in un mondo in cui gli dei sono morti ma che vede riconciliati uomini e natura. Dunque, l'Hölderlin del titolo è poco più di un pretesto per un libretto piuttosto abile nell'incastro di citazioni hölderliniane ma dalle gracili ali, che non lo sollevano negli spazi infiniti della poesia. Nuocciono un eccesso di verbosità (soprattutto nell'insostenibile finale) e un certo banale didascalismo. Con il sostegno fondamentale della brillante Staatskapelle Berlin e dell'impeccabile compagnia di canto, Ruzicka fornisce una sontuosa colonna sonora, in cui spiccano le articolate percussioni e prevalgono le ampie arcate mahleriane, vero e proprio tessuto connettivo dell'eterogenità di veicoli espressivi dispiegati nel testo (recitato, melologo, canto).
In tempi di pensiero debole, semplificare paga: ne è conferma la buona accoglienza del pubblico berlinese. Qualche contestazione, in odore di claque, solo a Torsten Fischer, che firma uno spettacolo lineare e con belle immagini, nel quale l'acqua è molto presente. Verosimilmente pesano i contrasti con Mussbach provocati dalle aggiunte al testo non autorizzate, per le quali il librettista annuncia azioni legali.
Note: Prima rappresentazione assoluta. Altre rappresentazioni: 21, 25, 29 novembre, 2 dicembre 2008 e 26 giugno 2009.
Interpreti: Dietrich Henschel (M1), Arttu Kataja (M2), Thomas Mohr (M3), Stephan Rügamer (M4), Florian Hoffmann (M5), Fernando Javier Radó (M6), Andreas Bauer (M7), Simone Nold (F1), Anna Prohaska (F2), Carola Höhn (F3), Silvia de la Muela (F4), Andrea Bönig (F5), Anne-Carolyn Schlüter (F6)
Regia: Torsten Fischer
Scene: Herbert Schäfer (icone di Vasilis Triantafillopoulos)
Costumi: Andreas Janczyk
Orchestra: Staatskapelle Berlin
Direttore: Peter Ruzicka
Coro: Staatsopernchor
Maestro Coro: Eberhard Friedrich
Luci: Hartmut Litzinger